Prostitute in una villetta, la scoperta dei carabinieri a Lissone

30 aprile 2022 | 08:58
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Prostitute in una villetta, la scoperta dei carabinieri a Lissone

Carabinieri denunciano il proprietario dell’immobile per sfruttamento della prostituzione: era consapevole dell’attività svolta e percepiva un compenso dalle ragazze.

Un via vai sospetto. E dopo aver ricevuto numerose segnalazioni che indicavano un continuo via vai di persone da un’abitazione indipendente del centro lissonese, i Carabinieri hanno intrapreso un’attività di monitoraggio della zona. Dalle segnalazioni ricevute, l’ipotesi iniziale era che si trattasse di un possibile punto di spaccio di sostanze stupefacenti, posto che i minuti di sosta all’interno dell’abitazione erano sempre piuttosto contenuti tra i 15/30 minuti.

In realtà, dopo le prime indagini è parso chiaro che non si trattava di un luogo adibito per il traffico di stupefacenti, bensì a luogo di incontri.

Infatti, dopo aver fermato alcuni “frequentatori” del luogo, tutti confermavano di aver avuto un incontro a pagamento con una donna che avevano preventivamente contattato telefonicamente, dopo aver rintracciato il numero da vari siti di annunci on-line.
Nei giorni scorsi i Carabinieri, dopo aver atteso l’uscita di un uomo, effettuavano l’accesso nell’abitazione, trovando all’interno una 29enne.
La donna confermava ai militari di svolgere l’attività di escort grazie all’ospitalità del proprietario di casa che, durante le ore diurne – fascia oraria in cui avvenivano gli incontri – evitava di rimanere nell’abitazione. Dalle indagini è dunque emerso l’utilizzo delle stanze della casa da parte di donne diverse, che si alternavano di tanto in tanto. Per la consapevole concessione all’uso dell’abitazione l’uomo percepiva dalle donne un compenso economico di circa 100 euro a settimana. E così l’uomo, un 68enne è stato denunciato per favoreggiamento della prostituzione. In base alla legge non sono emersi risvolti di natura penale nella posizione della donna rintracciata all’interno, nei cui confronti è stato però proposto l’allontanamento dal comune di Lissone, poichè l’attività costituisce comunque un potenziale pericolo per la salute pubblica.