Teatro Manzoni, Maurizio Lastrico diverte Monza con le sue odi dantesche

Il comico genovese ritorna sul palco con lo spettacolo “Nel mezzo del casin di nostra vita”. Molti gli sketch messi in scena, che coinvolgono direttamente anche il pubblico in platea.
Monza. Magari qualcuno di voi se lo è chiesto. Cosa avrebbe scritto Dante Alighieri, di cui in pieno Covid-19 è caduto l’anniversario dei 750 anni dalla sua morte, se fosse vissuto oggi all’epoca della pandemia? A questa domanda ha provato a dare una risposta, a modo suo, Maurizio Lastrico dal palco del Teatro Manzoni di Monza nel suo spettacolo “Nel mezzo del casin di nostra vita”.
Il comico genovese, anche attore nella fiction “Don Matteo”, al ritorno dal vivo su un palco in attesa di far parte ancora una volta del cast televisivo di Zelig, immagina infatti il padre della lingua italiana recluso in casa durante il lockdown a scrivere terzine. Fino a quando sullo smartphone arriva una foto inviata dall’amata Beatrice, che però, priva di trattamenti estetici da alcune settimane, appare molto meno angelica e, soprattutto, provvista di un’insospettabile peluria.

LO SPETTACOLO
L’ipotetico episodio poetico-amoroso con protagonista Dante è solo uno dei tanti sketch che Lastrico, anche pescando nei ricordi della sua infanzia vissuta a Sant’Olcese, un borgo a nord di Genova sparso in numerose frazioni, ha offerto al numeroso pubblico del Teatro Manzoni di Monza.
Un racconto che, con fare da istrione, attraversa gli affanni, le difficoltà e gli aspetti ridicoli della vita quotidiana di ognuno di noi. Ma sempre sotto la lente dell’ironia e del divertimento per metterne a fuoco i paradossi e le situazioni che li rendono spesso meno seri di quanto ci appaiano.
Lastrico, reinventando la lingua di Dante con terzine comiche, decanta un’ode alle autostrade liguri immaginando un brianzolo che partito di buon mattino per andare al mare, si trova a mezzogiorno ancora alle “scogliere di Lambrate”, tanto che quando arriva all’agognata spiaggia la fidanzata che lì lo attendeva, si è ormai sposata con un altro.

La verve del cabarettista, che ha nel curriculum anche un diploma di operatore turistico e una formazione da educatore in una cooperativa per persone fragili, si sofferma su un autista di autobus, una vita da “traghettator Caronte”. O ancora su un fantomatico poeta napoletano che è in grado di scrivere poesie su tutto perché mantiene sempre lo stesso testo, con l’immancabile “cuore” alla fine, che cambia solo per la parola del titolo al suo interno.
Non manca un’ode al suo dentista, che per un controllo di routine si è fatto pagare l’equivalente di un’Opel Corsa. O il racconto di un barista che deve dar retta al via vai di clienti, dare direttive alla sua dipendente, ma anche sentire il figlio e la moglie. E nemmeno la pagina dedicata alla religione. Prima in ambito familiare, tra una madre “cintura nera di cattolicesimo con master a Medjugorje” e un padre comunista, sindacalista e attivista, divisi perfino sulla morte di un pesce rosso.
Poi con una versione rapida dell’Antico Testamento della Bibbia, dalla Genesi ai Dieci Comandamenti, che si possono sintetizzare nell’espressione “quello che ti piace fare, tu, nel dubbio, non lo fare”. Tra un’ode all’autista principiante, tutta costruita con parole che iniziano con la lettera P, e le disavventure al sushi bar, Lastrico si sofferma anche sui temi economici rivisti in chiave sessuale. Così c’è spazio, ad esempio, per il Tfr (Trattativa per il fine rapporto) e l’Irfi (Indice di rimorchiabilità femminile italiana).

IL PUBBLICO PROTAGONISTA
Il comico genovese, in oltre un’ora e mezza di spettacolo, ha introdotto diversi momenti di interattività con gli spettatori del Teatro Manzoni di Monza. Tra i quali in prima fila c’erano anche Massimiliano Longo e Pier Franco Maffè, rispettivamente assessore comunale alla Cultura e all’Istruzione.
Ad un certo punto Lastrico fa salire dalla platea sul palco Manuel e Marianna che, con tanto di spartito in mano, hanno dovuto inscenare un tentativo di corteggiamento non riuscito. Nella parte finale lo spettacolo “Nel mezzo del casin di nostra vita” diviene una sorta di karaoke della risata. Il comico, infatti, accetta di soddisfare le richieste del pubblico su alcuni suoi sketch storici.

Si torna quindi alla cessione del calciatore Milito dal Genoa, di cui Lastrico è tifoso, all’Inter, che interrompe un amplesso amoroso nel suo momento culminante, per poi descrivere l’allenatore di una squadra di bambini non molto atletici e con tanto di mamme poco sportive sugli spalti.
Si chiude con il racconto di chi non attende altro che vedere la partita di Champions il mercoledì in tv con il satellite e viene inevitabilmente disturbato prima da un prete per le benedizioni pasquali e poi dalla fidanzata che aveva già comprato due biglietti per il teatro. La Pasqua 2022 è ormai vicina. Ma forse più che la benedizione di un prete, in questi tempi cupi ed incerti, ci servirebbe quella di condividere l’emozione di un sorriso.