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Ucraina, a Vama Siret con i volontari che accolgono donne e bambini al confine dell’Europa

19 aprile 2022 | 08:37
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Ucraina, a Vama Siret con i volontari che accolgono donne e bambini al confine dell’Europa
Un volontario attende un gruppo di donne e bambini che ha appena passato la dogana di Vama Siret

L’attività di primo aiuto al principale posto di confine tra Romania e Ucraina dove passano ancora 2.000 donne, bambini e anziani ogni giorno

L’ultimo chilometro prima di Vama Siret – il posto di confine principale tra la Romania e l’Ucraina, nell’angolo più a est dell’Unione europea a poca distanza anche dalla Moldavia – è un viale dove dall’inizio della guerra sono presenti decine di associazioni umanitarie, dalle più grandi organizzazioni internazionali e governative a quelle minori, sigle locali, varie istituzioni religiose oppure semplici gruppi di volontari. Ogni associazione si è presa uno spazio ai lati del viale per allestire i propri servizi in tende e gazebo in una lunga fila che termina nell’ampio piazzale davanti ai valichi della dogana, un’area di passaggio tenuta sgombra dagli agenti della Jandarmeria romena che gestiscono le file di veicoli e pedoni in ingresso o in uscita dall’Ucraina e dove non si può sostare.

volontari a Siret confine Ucraina RomaniaIl piazzale di Vama Siret dopo i varchi della dogana romena: a sinistra il passaggio per i bus, al centro quello per le auto e a destra quello per i pedoni

E’ sul limitare del piazzale che operano Aristotele, Daniel e Jonathan, attendono chi ha appena passato il confine tra Ucraina e Romania indossando una pettorina arancione nel punto dove inizia la transenna blu che delimita il percorso per i pedoni lungo il viale oppure, sul lato opposto della strada, dove ci sono gli spazi per una breve sosta di pullman o auto che intendono fermarsi dopo aver superato i controlli doganali. E a ogni persona che passa porgono una bottiglietta d’acqua, un frutto, una confezione di biscotti, un panino o ai bambini anche un succo di frutta, una barretta di cioccolato o dei dolci.

volontari Ucraina SiretIl gruppo di volontari con (da sinistra) Daniel, Leonida, Aristotele e Jonathan con un rifornimento di acqua e frutta da distribuire su un pullman

Distribuiscono quello che hanno a seconda della giornata e dei soldi a disposizione: Aristotele ha 43 anni e fa il falegname a Hunedoara, una cittadina romena a 480 chilometri da Siret, parla italiano perché per una decina d’anni ha lavorato in provincia di Asti, Daniel è un suo amico e collega della stessa età, mentre Jonathan è suo figlio di 17 anni e da oltre un mese, ogni volta che hanno qualche giorno a disposizione, vengono con la propria auto a fare i volontari sul confine. Fanno collette tra conoscenti e associazioni locali, e più spesso mettono soldi di tasca loro, per acquistare i beni di prima necessità che poi distribuiscono a chi arriva dall’Ucraina nelle giornate che passano sul piazzale dopo la dogana. Dall’inizio della guerra sono già tornati tante volte a Vama Siret, gli agenti della Jandarmeria ormai li conoscono e il loro sistema di “primo” aiuto diretto verso chi è appena entrato in Romania è una modalità che è stata copiata anche da altre associazioni.

volontari a Siret confine Ucraina RomaniaI volontari al passaggio pedonale dopo la dogana che distribuiscono acqua e cibo a chi arriva

In particolare è molto attivo il gruppo di Nicoleta, che di mestiere fa la poliziotta nella cittadina romena di Bacau ma quando ha giorni liberi indossa la pettorina dell’associazione locale Armata Salvarii e va a fare la volontaria sul confine. Con lei la scorsa settimana c’era anche Dean che è arrivato dall’Inghilterra, le ragazze che in una tenda lungo il viale preparano bevande calde e hanno organizzato un angolo d’attesa per bambini con giochi e attività oppure il gruppo di interpreti volontari, soprattutto studenti e studentesse romeni che conoscono la lingua ucraina e si mettono a disposizione per chi arriva per fare da traduttori simultanei.

volontari a Siret confine Ucraina RomaniaNicoleta mentre distribuisce dolcetti ad alcuni bambini appena arrivati

Dopo oltre un mese e mezzo di guerra la situazione a Siret è abbastanza stabile, il flusso di profughi ucraini è di circa 2.000 persone al giorno e, a differenza delle prime settimane, nessuno ha necessità di fermarsi appena passato il confine per ricevere assistenza nelle tende di primo soccorso allestite dalle grandi associazioni umanitarie. Vama Siret è un punto di transito dove tutti coloro che arrivano sono già indirizzati verso luoghi di accoglienza o verso altre destinazioni in qualche paese europeo. Tanti che attraversano il confine a piedi sono diretti all’aeroporto di Suceava, il più vicino da dove partono i voli low cost per le principali città europee e verso cui i pompieri romeni hanno organizzato un servizio di navette per trasportare chi ha bisogno di un passaggio.

volontari a Siret confine Ucraina RomaniaUn pullman con donne e bambini che si è fermato per una breve sosta davanti alla postazione dei volontari dopo i controlli doganali

Una delle principali destinazioni è Orio al Serio verso cui c’è almeno un volo ogni giorno da Suceava e dove domenica scorsa era diretta Natalia, 32 anni, con sui figlio Davide di 8 anni, dopo aver attraversato a piedi il confine. Nel tragitto verso l’aeroporto ha modo di raccontare brevemente la loro storia: vivono in provincia di Bergamo da 12 anni ma sono dovuti tornare le scorse settime in Ucraina, in un paese vicino a Ivano-Frankivs’k, perché il padre di lei si è ammalato. Rientravano in Italia soli perché il compagno e papà di Davide si è arruolato volontario dopo i primi giorni di guerra: si chiama Paolo, ha 32 anni, da 12 anni lavorava come muratore in vari posti nel nord Italia e Natalia racconta che non sa dove sia dopo che dalla fine di febbraio è riuscita a sentirlo solo due volte.

volontari a Siret confine Ucraina RomaniaUn'auto appena entrata in Romania dall'Ucraina

Ma la maggior parte dei transiti da Vama Siret avviene coi pullman, decine di bus turistici che ogni giorno attraversano la dogana con a bordo solo donne, bambini e anziani perché per gli uomini ucraini vige il divieto di espatrio. E loro sono i principali obiettivi di Aristotele, Daniel, Jonathan e degli altri volontari che distribuiscono aiuti perché ognuno permette di raggiungere una cinquantina di persone alla volta. I pullman passano la dogana con una cadenza di uno all’ora circa – il tempo medio per eseguire i controlli su tutti gli occupanti – e in vista di ogni transito i volontari si preparano a bordo strada: attendono dove c’è spazio per la sosta dopo il piazzale con borsoni e scatole riempite di acqua e cibo e all’arrivo del pullman salgono e in fila percorrendo il corridoio distribuiscono le cose a chi è a bordo. Si tratta di beni di prima necessità, soprattutto acqua, cibo confezionato o frutta fresca come mele, banane e arance, mentre alcune associazioni si sono organizzate per fornire all’occorrenza medicinali di base, prodotti per l’igiene oppure anche schede telefoniche con traffico dati gratuito.

volontari a Siret confine Ucraina RomaniaAristotele in un momento di attesa dell'arrivo di pullman

Sono le cose più richieste, quelle suggerite da oltre un mese di esperienza fatta dai volontari sul piazzale di Vama Siret, ma anche quelle che diventano di volta in volta più necessarie. Perché – spiegano alcuni responsabili della logistica di grandi organizzazioni internazionali che usano il valico di Siret per far entrare in Ucraina gli aiuti umanitari – al di là del confine con la Romania si è creata una sorta di “terra di nessuno”. Una fascia larga circa 100 chilometri – pressappoco compresa tra Ivano-Frankivs’k, la più grande città ucraina vicina a Siret, e la linea di confine – considerata relativamente sicura, dove i bombardamenti russi sono stati limitati e non c’è attività di guerra e dove, di conseguenza, si è spostata molta della popolazione ucraina in fuga dalle regioni dell’est e dalle città colpite dal conflitto che non può o non vuole lasciare l’Ucraina.

volontari a Siret confine Ucraina RomaniaUn gruppo di donne e bambini arrivati a piedi dall'Ucraina al punto di controllo documenti della dogana di Siret

Si tratta di un numero imprecisato di persone – la stima arriva anche a oltre un milione – che da settimane si è riversata in una zona del Paese dove sono esauriti tutti i beni di prima necessità: lungo la strada da Ivano-Frankivs’k a Siret tutti i distributori sono senza carburante, supermercati e negozi sono senza rifornimenti e, anche per questo, alcune grosse associazioni umanitarie stanno allestendo in quest’area da alcune settimane centri di aiuto per lo smistamento di generi di prima necessità.

volontari a Siret confine Ucraina RomaniaUn'auto con una signora anziana si ferma dopo aver passato il confine dai volontari

Quindi le donne, i bambini e gli anziani che passano la dogana di Vama Siret – che arrivino in pullman, in auto o a piedi – hanno transitato in una zona dove non hanno avuto possibilità di trovare nulla e a seconda del tempo impiegato per attraversare la “terra di nessuno” entrano in Romania con poco o nulla rimasto per il viaggio. Una bottiglietta d’acqua, un frutto fresco o una confezione di biscotti può fare la differenza, ci sono donne che non trattengono le lacrime vedendo Aristotele e gli altri porgere un’arancia o un dolce per i figli e forse sono anche gesti che segnano il confine di un dramma lasciato alle spalle.

Ucraina confine MoldaviaAlcune scatole di aiuti portate ai volontari romeni presenti a Vama Sculeni al confine con la Moldavia

Su quel confine d’Europa è andata l’associazione no profit The Sense of Art, una piccola realtà milanese che da anni ha attivo un progetto di assistenza scolastica e supporto culturale nella cittadina rurale di Luparia, nell’angolo di Romania tra la Moldavia e l’Ucraina, e che con l’inizio della guerra si è organizzata per allargare la sua attività anche a favore di chi fugge dal conflitto. Nell’ultimo mese ha aperto una raccolta fondi dedicata agli aiuti primari per la popolazione ucraina, ha ricevuto donazioni anche dalla Brianza, e tra l’8 e il 12 aprile il suo fondatore Leonida De Filippi, docente dell’Accademia di Belle arti di Brera, ha fatto un primo viaggio in Romania per prendere contatto con le realtà locali attive ai punti di confine e portare assistenza.

Ucraina confine MoldaviaIl centro di primo aiuto allestito dalle associazioni romene al punto di confine con la Moldavia di Vama Sculeni, vicino alla città di Iasi

Prima di arrivare a Vama Siret, è stato seguito il confine tra la Romania e la Moldavia con tappe alle tre dogane più settentrionali di Sculeni, Stanca e Radauti-Prut dove sono presenti piccole associazioni locali di volontari, per lo più legate alle chiese ortodosse dei villaggi romeni della zona. I flussi di profughi ucraini dai valichi con la Moldavia sono calati nelle ultime settimane, si contano poche decine di transiti ogni giorno, ma ancora nelle tende montante subito oltre il confine ci sono sempre volontari presenti che coprono i turni delle giornate per poter dare un aiuto a chi lo chiede. Ci sono i pompieri romeni o del personale paramedico, ma soprattutto sono presenti persone del posto di ogni età che fanno parte di gruppi parrocchiali assieme ai preti ortodossi dei paesi di confine: ci sono l’associazione ecumenica delle chiese romene Aidrom (associatia ecumenica a bisericilor din Romania) e l’associazione Pro Vita – Mitropolia Moldovei si Bucovinei che sono in contatto con le chiese moldave che accolgono sul loro territorio i profughi e che, all’occorrenza, mandano aiuti dalla Romania.

Ucraina confine MoldaviaLa postazione per gli aiuti allestita al valico con la Moldavia di Vama Radauti-Prut gestito dai volontari del posto con la chiesa ortodossa locale

I fondi raccolti da The Sense of Art hanno permesso di acquistare nei supermercati delle città romene più vicine ai punti di confine i beni di prima necessità indicati dalle associazioni locali incontrate. Con i vari acquisti fatti – per i tre punti di confine con la Moldavia visitati nei primi 2 giorni e poi negli ultimi due giorni a Vama Siret – sono stati portati con diversi trasporti giornalieri ai volontari sul posto circa 500 litri in bottigliette d’acqua, un quintale di frutta fresca tra mele, arance e banane, 500 barrette di biscotti o cioccolato, 300 dolci confezionati, 100 litri di succhi di frutta e poi pannolini, prodotti per l’igiene e medicinali di base. E’ ora in fase di organizzazione un secondo viaggio dai volontari di Vama Siret per le prossime settimane.

Ucraina confine MoldaviaI volontari romeni, con i pompieri e la polizia doganale, alla postazione per l'assistenza dei profughi organizzata al confine con la Moldavia di Vama Stanca