Monza, intervista a Lorenzo Catelani (LabMonza): “Più servizi e opportunità, anche in periferia”

La classe 2000 scende in politica: giovani, intraprendenti e con le idee chiare. Ecco le nostre interviste ad alcuni giovanissimi candidati al consiglio comunale di Monza.
Monza. Hanno vent’anni o poco più. Vengono da esperienze diverse, militano in partiti o in movimenti diversi, ma hanno tutti una cosa in comune: sono candidati al consiglio comunale di Monza in queste elezioni amministrative alle porte. Eccoli qui, ragazze e ragazzi classe 2000 (circa) con la passione per politica, un elemento forse in controtendenza rispetto alla vulgata che disegna la generazione Z, la loro, come annoiata, svogliata, disinteressata alla cosa pubblica. Quindi, la domanda è lecita: perchè hanno scelto di candidarsi? E quali sono le loro priorità per la città di Monza? Come MBNews abbiamo voluto dare la palla direttamente ad alcuni di loro con una serie di interviste. Ecco Lorenzo Catelani, classe 2003, candidato nella lista civica di LabMonza a sostegno di Paolo Pilotto sindaco.
Lorenzo, la prima domanda è d’obbligo. Perché hai deciso di candidarti?
Credo fortemente che mettersi di prima mano in gioco sia un’occasione da prendere al volo quando si presenta, poiché diviene momento di apprendimento e possibilità di cambiare i fattori contingenti: da una parte si può coltivare la propria passione, che non coincide assolutamente con la teoria politica, piuttosto con il voler migliorare e risolvere le problematiche della propria città, mossi da un sincero affetto verso di essa; dall’altra, è irripetibile la possibilità di superamento quelle condizioni e sentimenti di ansia che i giovani, riguardo a tematiche quali l’ambientalismo, i diritti civili, le problematiche sociali e non da ultimo, la guerra, avvertono, e per cui soffrono, ma che tendono a nascondere fino all’implosione. Se ho deciso di candidarmi è perchè reputo essenziale che ognuno si interroghi su cosa possa fare per i propri concittadini, perché ognuno possa esprimere i propri dubbi, le proprie ansie e venga ascoltato e che si recuperi quella necessaria e ormai deteriorata dimensione comunitaria che costituisce il nucleo stesso della città: la candidatura non vuol dire solo delegazione di funzioni amministrative, vuol dire rappresentanza e in quanto tale non può escludere l’elemento partecipativo.