Scuola politica Alisei, come un viaggio a Roma avvicina i giovani alle istituzioni

Nella Capitale i ragazzi, che quest’anno hanno approfondito il tema del lavoro, hanno visitato Camera e Senato e imparato tante cose. Anche noi di MBNews li abbiamo accompagnati.
La tecnologia e i suoi numerosi mezzi ci permettono di avere la sensazione di conoscere mondi e ambienti, anche molto lontani dalla nostra vita quotidiana, quasi come se ne facessimo parte da sempre. Tutto questo, però, difficilmente sostituisce completamente le emozioni e lo stupore che suscita il vedere la realtà con i propri occhi.
Se poi si è molto giovani, come gli allievi della Scuola di Formazione Politica dell’Associazione Alisei, il piacere di un viaggio a Roma alla scoperta della Camera e del Senato, luoghi visti soltanto in televisione, dove hanno sede le principali istituzioni della Repubblica italiana, acquista un sapore particolarmente importante.

Qualcosa, insomma, che restituisce alla politica, almeno in parte, la dignità troppo spesso perduta in dibattiti per nulla costruttivi, soprattutto nei salotti televisivi. E rende dei giovani cittadini, non ancora maggiorenni, ma già formati dalla Scuola politica Alisei, quest’anno intitolata “Fondata sul lavoro – Principi costituzionali e altri strumenti per un impegno civico consapevole”, più consapevoli di quanto sia delicato il meccanismo della democrazia e decisivo il loro contributo al miglioramento del vivere sociale.
Noi di MBNews abbiamo seguito i ragazzi della Scuola, che sin dall’inizio vede la Cgil di Monza e Brianza tra i suoi partner principali, in questo viaggio a Roma che ha segnato la conclusione dell’ottava edizione dell’iniziativa concepita con l’obiettivo di fornire ai giovani strumenti teorici di base per arricchire la propria esperienza quando saranno chiamati nel mondo del lavoro.
Il racconto che seguirà nelle prossime righe proverà a restituirvi un po’ di quello si è visto ed imparato, ma soprattutto tanto delle sensazioni e delle emozioni che tutti, a modo proprio, hanno percepito.

LA PARTENZA
Per raggiungere cose belle spesso bisogna un po’ soffrire. E così la sveglia prima dell’alba per prendere a Milano il treno destinato a Roma è un piccolo sacrificio che sarà ampiamente ricompensato da quel che accadrà nella Capitale nel corso di una giornata lunga e intensa.
Il viaggio, tra un riposino post traumatico da sveglia anticipata, una chiacchierata e la lettura di un libro, passa velocemente. L’attesa dell’arrivo rende l’atmosfera sempre più frizzante, man mano che, scorrendo mezza Italia dai finestrini, la stazione di Roma Termini si avvicina.

Ad accompagnare gli allievi di Alisei, Gaia, Ambra, Federico, il più piccolo del gruppo con i suoi 14 anni, Alice, Ilaria, Momina, Filippo e Michela, ci sono alcuni giovani della Cgil di Monza e Brianza oltre a Giorgio Garofalo, presidente dell’Associazione Alisei, Irene Zappalà, Responsabile della progettazione, del coordinamento e della didattica della Scuola di Formazione Politica, Matteo Furcas, che quest’anno ha avuto il compito di curare la segreteria didattica della Scuola, Silvano Guidi, Fabio Midolo e Catia Baio della Flc Cgil di Monza e Brianza.
FACCIA A FACCIA CON LA STORIA
Dopo quasi 4 ore di viaggio, i 30 minuti di ritardo del nostro treno ci costringono ad accelerare il già ricco programma della giornata. La corsa in taxi per raggiungere Palazzo San Macuto, a due passi dal Pantheon, ci mette subito in contatto con la simpatia verace dei romani e con l’ironia che li porta a scherzare sul loro vivere nella città del potere politico.
La prima tappa del nostro viaggio ci apre le porte, naturalmente dopo i necessari controlli di sicurezza, che ripeteremo più volte nel corso della nostra gita, dell’Archivio storico della Camera dei Deputati. L’accoglienza del personale e degli assistenti parlamentari è gentile e professionale.

La persona a cui veniamo affidati il sovrintendente dell’Archivio, Paolo Massa, ci parla con profonda competenza, condita da un’affabilità sincera che può avere solo chi ha esperienza e consapevolezza del valore pubblico del proprio ruolo.
L’ARCHIVIO DELLA CAMERA
Circondati da fascicoli legislativi che risalgono anche al 1848, in una sala grande che trasuda storia ad ogni passo, ci viene raccontato come il tema del lavoro viene trattato nella Costituzione italiana e come, dopo una sapiente conciliazione delle diverse posizioni in campo, si è arrivati a formulare gli articoli che ancora oggi possiamo leggere tra i principi fondamentali.
“I pezzi di carta parlano e bisogna saperli ascoltare” ci spiega Massa. Che, tra una spiegazione sul significato di “Repubblica democratica fondata sul lavoro” e la citazione degli uomini e delle donne che hanno fatto la storia della Costituente e dell’ordinamento in vigore, riesce a trasmetterci l’importanza di un dibattito che sottende ancora oggi a molte decisioni legislative, quello sulla scelta tra uno Stato interventista e il libero mercato.

Se le carte hanno una forza e un fascino incredibile, che l’Archivio storico, dove continuano ad essere raccolti gli atti parlamentari, custodisce da decenni, la digitalizzazione del materiale istituzionale è ormai un processo molto avviato. Tutto è praticamente in rete, dai provvedimenti approvati alle sedute in Parlamento, in maniera gratuita e certificati. Basta saper cercare, anche nelle banche dati storiche.
IL SENATO
Con la testa piena di informazioni utili, ci spostiamo al vicino ingresso principale di Palazzo Madama. Che, poco dopo, scopriremo essere in realtà il Palazzo dei Medici, la famiglia che ne è stata proprietaria fino alla metà del Settecento.
Un’assistente parlamentare, impeccabile non solo nell’abbigliamento, ci accompagna tra scalinate e corridoi, nel luogo principale dove si svolge l’attività della cosiddetta Camera alta del Parlamento italiano. Restiamo tutti con le orecchie ben dritte ad ascoltare come è stata affrescata Sala Maccari, dove, ispirandosi all’antica Roma, si parla della vita del buon Senatore.
Al primo piano di Palazzo Madama, che in realtà è solo uno degli edifici, spesso uniti tra loro da cunicoli e porticati, del Senato, c’è l’Aula dove si discutono e si votano le leggi. Non ci appare proprio come siamo abituati a vederla in televisione perché, in una settimana in cui non c’è stata attività parlamentare perché si vota per le elezioni amministrative e i referendum sulla giustizia, la stanno predisponendo per il concerto della Polizia.

L’effetto ai nostri occhi è comunque sorprendente. L’Aula del Senato, dal vivo, sembra una piccola bomboniera più piccola di quello che tutti immaginavamo. Gli arredi e le sedie rosse, su cui si sono accomodati personaggi che hanno fatto la storia dell’Italia, sono praticamente gli stessi da 150 anni.
La disposizione ad anfiteatro, con la sinistra e la destra, che segnano gli schieramenti politici rispetto a dove siede la presidente, in questa legislatura Maria Elisabetta Alberti Casellati, sono un richiamo all’idea di una non netta contrapposizione derivante dalla Rivoluzione francese.
LA POLITICA AL LAVORO
Dopo il pranzo in una delle tante e pittoresche osterie nel centro di Roma, le ultime due tappe del nostro viaggio sono ancora dense di contenuti ed insegnamenti. Si comincia dalla Biblioteca del Senato, dedicata a Giovanni Spadolini. Nella moderna sala degli atti parlamentari, ci accolgono il senatore Gianni Marilotti, presidente della Commissione Biblioteca e Archivio dello Stato e Giampiero Buonomo, il consigliere addetto all’Archivio.

Anche se è il venerdì di una settimana di sospensione dell’attività parlamentare, è il momento di prendere concretamente coscienza di quanto le leggi, anche dopo una lunga e complessa gestazione, possano incidere sulla storia del nostro Paese. Marilotti, infatti, è stato tra i promotori di un’iniziativa legislativa che ha ottenuto la declassificazione del segreto funzionale degli atti delle cessate Commissioni parlamentari.
Tra le 130mila pagine che si stanno desecretando ci sono quelle delle inchieste parlamentari su molte delle stragi degli anni di piombo, dal delitto Moro alla strage di Bologna. Ma anche quelle sui delitti di mafia. “Contiamo di arrivare, di questo passo, a desecretare 20mila pagine entro la fine della legislatura l’anno prossimo – annuncia Buonomo – non si trova, come vorrebbero i familiari delle vittime, la pistola fumante delle stragi italiane, ma ci sono elementi interessanti che potranno permettere a storici avveduti di mettere insieme altre tessere del mosaico”.
LA CAMERA
Prima di riprendere il treno per Milano, ci attende la visita alla Camera dei Deputati. L’ingresso in Aula, una delle più grandi al mondo di un Parlamento, è solo il gustoso dessert. Che viene preparato dal passaggio nel Transatlantico, il lungo corridoio, ben 52 metri, che divide la parte barocca da quella liberty di Palazzo Montecitorio. Il cuore di una piccola cittadella dove i deputati hanno a disposizione un presidio medico, la buvette, il servizio postale, la sala lettura e, nelle vicinanze, il bancomat e la barberia.

Dopo aver visto anche la sala Aldo Moro, dove avvengono gli incontri istituzionali di più alto livello e campeggia una copia della Gioconda di Leonardo da Vinci, che ha recentemente acquisito un valore storico più importante, finalmente possiamo vedere l’Aula in tutto il suo splendore.
Il colpo d’occhio è davvero difficile da descrivere a parole. Le 630 poltrone, i relativi microfoni da cui tante parole sono state proferite, ormai riportate direttamente su un computer grazie ad un software informatico, le postazioni in cui si vota, ci fanno sentire immersi nella storia del nostro Paese.
Di fronte a noi c’è il luogo dove si siede il Presidente del Consiglio, esattamente lo stesso posto, immutato nel tempo, in cui, ad esempio, Benito Mussolini, ha dettato la linea durante il ventennio fascista. Sembra di essere in un teatro e, in fondo, la politica, dove spesso la forma è anche sostanza, non è poi così lontana da una messa in scena.

I COMMENTI
Il viaggio di ritorno, in cui un po’ tutti siamo vittime di una naturale stanchezza, lascia soprattutto nelle menti dei ragazzi della Scuola politica di Alisei la sensazione di qualcosa che non passerà una volta tornati a Monza.
“Questa gita ci è davvero piaciuta tanto, è stata un’interessante delle sei lezioni sul lavoro che abbiamo fatto tra aprile e maggio” affermano Ambra, Monina e Michela, studentesse dell’indirizzo Scienze umane, economiche e sociali del Liceo Porta di Monza.
Un’esperienza che Michela, 16 anni, si porterà dietro anche l’anno prossimo quando andrà negli Stati Uniti a frequentare il quarto anno degli studi superiori. Un percorso parallelo che farà anche Filippo, studente dell’indirizzo tradizionale di Scienze umane, sempre al Liceo Porta.

“Io andrò per un anno in Irlanda – ci spiega – frequentare la Scuola di Alisei, che ci ha consentito di guadagnare anche i crediti PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), fare questa gita a Roma sono tappe importanti del mio percorso di crescita. Per questo frequenterò anche la Summer School della Cgil”.
Le idee per il futuro non mancano. “Fino a poco tempo fa pensavo di voler fare l’imprenditore – afferma Filippo – ora mi piacerebbe entrare nelle istituzioni ed arrivare a fare il Ministro dell’Istruzione perché la scuola, come è ora, funziona male”.
Vorrebbe invece fare la giornalista Gaia, studentessa del Liceo Zucchi di Monza. “La politica, soprattutto italiana, mi interessa e questo viaggio a Roma ci ha consentito di visitare luoghi che in maniera autonoma non avremmo potuto vedere” spiega.

In attesa di veder realizzato il futuro di questi ragazzi, l’obiettivo dell’ottava edizione della Scuola politica di Alisei è stato raggiunto. “Volevamo che fosse un’esperienza in grado di dare teoria, ma anche pratica – spiega Zappalà – il viaggio a Roma è un invito concreto a questi ragazzi perché si impegnino a dare il proprio contributo per migliorare l’Italia”.
“Il senso di portare persone così giovani alla Camera e al Senato è di farle rendere conto che le istituzioni sono molto più vicine ai cittadini di quanto appaia in televisione – afferma Garofalo – le persone che portano avanti le istituzioni, sia politici che tecnici, svolgono un lavoro di alto profilo e quasi sempre con grande passione”. “La nostra iniziativa – conclude – va nella direzione di rendere i giovani più attivi e consapevoli perché le istituzioni sono forti se c’è partecipazione”.