Cronaca

Il vescovo di Brescia ricoverato al San Gerardo per trapianto di midollo. L’appello ai giovani: “Diventate donatori”

Monsignor Pierantonio Tremolada, originario della Bareggia, starà lontano dagli impegni per almeno sei mesi. In una lettera ai fedeli la riconoscenza verso l'anonimo donatore e l'appello ai ragazzi perché si sottopongano agli esami per diventare donatori.

Monsignor Pierantonio Tremolada vescovo di Brescia. Foto tratta dal sito della diocesi di Brescia
Monsignor Pierantonio Tremolada vescovo di Brescia. Foto tratta dal sito della diocesi di Brescia

Lissone. È ricoverato all’ospedale San Gerardo di Monza il vescovo di Brescia, monsignor Pierantonio Tremolada. L’alto prelato, originario della Bareggia di Lissone, lo ha comunicato con una lettera all’intera diocesi, spiegando i motivi del suo ricovero. “Per un improvviso aggravamento di una patologia del sangue che mi affligge da tanto tempo, si è reso necessario per me un trapianto del midollo”.

Il ricovero per trapianto di midollo a inizio luglio

Una notizia inaspettata che ha allarmato i fedeli della diocesi di Brescia e anche la comunità pastorale di Lissone. Il trapianto è previsto – come fa sapere lo stesso monsignor Tremolada – per l’inizio di luglio. La convalescenza sarà lunga: per lui è previsto un periodo di riposo di almeno sei mesi, che il vescovo trascorrerà a casa, accanto alla sua famiglia e più vicino ai medici che lo opereranno.

“Sono molto grato – scrive monsignor Tremolada ai fedeli della diocesi – ai medici e agli infermieri che mi hanno finora seguito, persone davvero straordinarie. Grazie anche per avermi consentito di disporre di un certo margine di tempo dal momento in cui la decisione del trapianto è stata presa. Ho potuto così portare a termine alcune incombenze importanti per il bene della diocesi”.

Il ringraziamento all’anonimo donatore e ad Admo

L’annuncio pubblico fatto dal vescovo di Brescia in merito al suo stato di salute e al suo imminente ricovero a Monza per sottoporsi a trapianto di midollo, è stata anche l’occasione per ringraziare l’anonimo donatore e Admo (Associazione donatori midollo osseo) che hanno reso possibile quella che il vescovo chiama “un’ulteriore speranza di vita”.

“Si può immaginare quanto sia grande la mia riconoscenza verso il donatore. Il gesto di questa persona è un vero e proprio atto d’amore, compiuto in totale gratuità”.

L’appello ai giovani: tipizzatevi

Poi l’appello ai giovani in salute, tra i 18 e i 35 anni, affinché si tipizzino. “Solo 1 su 100.000 è il tipo giusto e lo scopo di Admo è cercare di tipizzare, attraverso un semplice esame del sangue o prelievo di saliva, i possibili donatori che vengono poi inseriti in una banca dati. Solo in caso di compatibilità – fanno sapere da Admo – il possibile donatore viene richiamato per confermare l’adesione alla donazione”.

“Mi rivolgo ai giovani affinché possano avere la possibilità di aiutare altri malati come me che attendono il trapianto. È un dono impagabile che vale la vita”.

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