Simone Stucchi: dall’astio sui social alla sera dell’omicidio del vimercatese

16 giugno 2022 | 10:18
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Simone Stucchi: dall’astio sui social alla sera dell’omicidio del vimercatese

Un astio cresciuto giorno dopo giorno, dalla piazza virtuale a quella di Pessano con Bornago.

Vimercate. Un astio cresciuto giorno dopo giorno, dalla piazza virtuale a quella di Pessano con Bornago. Dopo l’arresto dei 24 giovani accusati a vario titolo per concorso in omicidio, rissa aggravata, lesioni personali, detenzione illecita di sostanza stupefacente, tentata estorsione in concorso e porto di armi o oggetti atti ad offendere, nell’ambito delle indagini condotte dai carabinieri sull’omicidio di Simone Stucchi, 22enne di Vimercate morto il 29 settembre 2021, emergono nuovi particolari. 

Come riportato sulle pagine del Corriere della Sera, nell’articolo a firma di Federico Berni, la faida tra le due baby gang è cresciuta per settimane su Instagram, Whatsapp e Telegram prima dell’appuntamento al parco: “Stasera ti sbatto la faccia sul cemento“, “io non ho niente da perdere”, “portati una spranga”, “è arrivata la tua ora“, si legge tra le righe della testata meneghina.

Alla base della lite, stando a quanto emerso dalla ricostruzione dell’Arma, uno sgarro per 800 euro di hashish pagato con banconote risultate poi false.

Dalle minacce scambiate per messaggio al tragico epilogo. I vimercatesi partono alla volta di Pessano dove il giovane Simone troverà la morte. Spranghe, bastoni, ma sarà un coltello a serramanico a stroncare la vita del 22enne brianzolo. Un colpo sferrato vicino al cuore che lo lascerà a terra agonizzante mentre, non contenti, i “rivali” infieriscono con dei calci.

Le minacce su Instagram, Whatsapp e Telegram

Sta per arrivare la tua ora“, “Guarda che qua non stiamo scherzando, ti mandiamo in coma stasera“: messaggi da brivido quelli riportati sul Corriere della Sera. E non si trattava di uno scherzo: Simone la morte l’ha trovata per davvero.

Quando arriva la coltellata mortale, i due fratelli, allora 17 e 15 anni (il primo avrebbe impugnato l’arma bianca) ora accusati della sua morte vengono così descritti “Sembrava veramente una tigre, con un balzo ha raggiunto Simone: lo ha afferrato alla testa e con la mano destra, nella quale aveva un coltello, lo ha colpito all’altezza delle costole sul fianco sinistro. In quel momento ha sferrato un solo fendente restando attaccato con la lama conficcata”.