Elezioni, i sindaci in corsa per il Parlamento devono dimettersi entro domani. Rossi: “Resto a Seregno”

Per legge, il ruolo di sindaco nei centri con più di 20mila abitanti è incompatibile con quello di parlamentare.
A poco meno di due mesi dal voto del 25 settembre, anche in Lombardia la macchina elettorale è ufficialmente partita. Entro il 22 agosto si dovranno presentare le liste in campo ed i candidati nei collegi uninominali che nella regione sono 23 per la Camera e 11 per il Senato. Invero, altre scadenze, ancora più ravvicinate, incombono. Tra tutte la candidatura dei sindaci in Parlamento. Per legge, entro domani, 29 luglio, i primi cittadini dei comuni con più di 20mila abitanti che intendono correre per un seggio alla Camera o al Senato devono dimettersi. In quel caso si procede al commissariamento del comune fino alla successiva tornata elettorale, nella primavera 2023.
Da Monza a Lissone, da Seregno a Cesano Maderno: sono decine i sindaci della Brianza potenziali candidati in Parlamento. Alcuni di loro, come Paolo Pilotto nel capoluogo, Laura Borella a Lissone o Gianpiero Bocca a Cesano, si sono insediati meno di un mese fa dopo le elezioni amministrative di giugno e una loro candidatura a Roma appare – al momento – poco verosimile. Ma in politica, si sa, mai dire mai. Situazione diversa in altri centri dove la scadenza naturale del mandato è tra pochi mesi. Ed è ragionevole ipotizzare una corsa “last minute” dei primi cittadini per il Parlamento. E però, forse anche per la rapidità con cui si è sviluppata la crisi politica del governo Draghi che ha portato allo scioglimento delle Camere, il 21 luglio, i sindaci non sembrano intenzionati a lasciare anzitempo l’incarico. Tra loro c’è chi firmò la lettera con cui circa 2mila sindaci chiedevano la prosecuzione dell’esecutivo.
ROSSI: “ONORARE IMPEGNO IN CITTA'”
Tra chi al momento sembra intenzionato a restare al suo posto c’è il primo cittadino di Seregno, Alberto Rossi, eletto nel 2018 con una coalizione di centro-sinistra. “Non ho ricevuto proposte né sinceramente mi aspetto di riceverne. – dice Rossi – Ma anche se fosse, mi accoderei certamente alle dichiarazioni di tanti sindaci che ho letto in questi giorni”. E aggiunge: “Al di là del momento del mandato in cui si trovano, rispetto alla difficile congiuntura esistente ritengono di avere una responsabilità e un impegno da onorare con le città in cui sono stati eletti, non interrompendo quindi il servizio per la propria comunità che sono stati chiamati ad amministrare”.
