Monza, Assolombarda alle imprese brianzole: “Puntino su tecnologia e digitale”

L’incontro, che ha toccato i territori di Pavia, Lodi e martedì 12 luglio la sede di Monza e Brianza, ha avuto l’obiettivo di condividere esperienze, soluzioni ma soprattutto di parlare di digitale e PMI in vista dei tanto agognati fondi PNRR.
“Il Next Generation EU prevede che almeno il 20% dei fondi del Recovery Fund sia destinato alla transizione digitale e tutto ciò equivale ad uno stanziamento di circa 40 miliardi di euro. Un’occasione storica per modernizzare le nostre aziende e il nostro paese” dichiara Alessandro Spada, presidente di Assolombarda. E proprio alla trasformazione digitale e all’innovazione è stato dedicato l’incontro dell’associazione degli industriali martedì 12 luglio, nella sede di Monza: “Evoluzione Digitale, la svolta necessaria per le PMI”.
L’obbiettivo quello di discutere, condividere esperienze, soluzioni ma soprattutto dissodare il terreno in vista dei tanto agognati fondi PNRR. Fondi che la meglio imprenditoria brianzola dovrà sfruttare nel migliore dei modi per superare la crisi e per accrescere competitività e sostenibilità. Cosa impossibile, per Assolombarda e per il presidente della sede di Monza e Brianza Giovanni Caimi, senza avere, tra l’altro, un’adeguata formazione del personale in senso tecnologico e una maggiore digitalizzazione. Il tutto in un contesto di crisi globale e cambiamenti di mercato ed equilibri, descritto dal professor of strategy presso la SDA Bocconi School of Management, Carlo Alberto Carnevale Maffè.

“Ad essere in gioco non è solo il futuro delle imprese, ma di tutto il territorio che le ospita, in un’ottica di ecosistema digitale che attiva competitività, attrae nuove attività e talenti, innesca la crescita e il consolidamento delle nostre imprese – ha ricordato Enrico Cereda, vicepresidente di Assolombarda con delega alla Trasformazione Digitale e all’Innovazione Tecnologica e Presidente di IBM Italia. “Tutto questo realizzando un racconto del digitale che c’è e di quello che verrà, confrontandoci con le imprese, raccogliendo e sviluppando priorità, raccontando le opportunità delle aziende e dei territori nell’adozione di soluzioni digitali per la crescita del proprio business”.
I punti di Assolombarda e l’appello alle istituzioni
Durante l’incontro, moderato da Luca Tremolada, giornalista del Sole 24 Ore, sono emersi cinque punti o obbiettivi che, nella visione di Assolombarda, sono imprescindibili per imprenditori e amministratori sul territorio locale e nazionale, in vista delle sfide del futuro.
“Il primo è quello di sostenere sempre di più l’opportunità di arrivo sul mercato di tecnologie digitali che possano contribuire allo sviluppo delle aziende – spiega il presidente Spada. “Il secondo è quello di aumentare la consapevolezza che la sostenibilità può essere raggiunta attraverso piani di trasformazione che portino alla sempre maggiore digitalizzazione dei processi di analisi, di decisione e di esecuzione. E poi c’è il terzo punto, quello dei dati e della loro produzione. Oggi i dati sono il capitale delle nostre aziende. La cyber security, da questo punto di vista, è una questione vitale e per questo servono investimenti e misure di sostegno, di tipo infrastrutturale, applicativo. Ma servono anche azioni dal punto di vista culturale. Un altro punto fondamentale è infatti quello dell’adeguamento delle competenze: all’interno dei rispettivi piani nazionali di ripresa e resilienza, gli stati membri devono far fronte ad una serie di sfide comuni come l’apprendimento delle nuove competenze, il cosiddetto re-skilling e il miglioramento di quelle esistenti, l’upskilling”.

E ha aggiunto: “L’ultimo punto è quello della collaborazione tra impresa e sistema educativo. I giovani di oggi devono poter governare il processo tecnologico nel quale vanno a inserirsi una volta completato il programma di studi”.
Il presidente di Assolombarda ha poi rivolto un appello alle istituzioni affinché sostengano il percorso degli imprenditori e, a loro volta, approfittino del PNRR per modernizzarsi, perchè “non possiamo immaginare un Paese dove le imprese diventano sempre più innovative e digitali mentre la pubblica amministrazione è ancora ancorata al passato. Bisogna puntare all’adeguamento delle infrastrutture e soprattutto alla sburocratizzazione del rapporto tra pubblico e privato, che deve essere fondato sul più chiaro ed efficace possibile contesto normativo”.
Maffè: “PMI puntino su hig digital intensity e intangibili”
Tra i relatori, il professor Carlo Alberto Carnevale Maffè dell’Università Bocconi, ha spronato gli imprenditori brianzoli presenti in sala non solo a puntare sul digitale ma anche, e di conseguenza, ad ampliare la loro prospettiva verso uno contesto più europeo.

“La frontiera efficiente delle imprese hig digital intensity dà tassi di produttività nettamente superiori a quelle che non lo sono – ha chiosato Maffè, dopo aver dipinto la situazione economica e commerciale mondiale. “In più hanno capitalizzazione per impiegato che va da cento a mille volte quella delle analogiche. Il mondo in questi ultimi 20 anni ha invertito il tasso di crescita dovuto agli intangibili rispetto ai tangibili. Ma l’Italia è ancora indietro: la componente di tangibili è molto più alta della componente degli intangibili, diversamente da Paesi come Svezia e Stati Uniti. Questo perché, anche nella provincia di Monza e Brianza c’è ancora troppo poco investimento aziendale nei software, che oggi e ormai da anni dominano il mondo. Se parliamo di green e digitale, i luoghi di definizione delle regole non sono né locali, né nazionali ma la scala dell’energia e del digitale è come minimo europea. Quindi la nostra visione aziendale va resa coerente con il domino normativo di riferimento.”

E ha aggiunto: “La prima richiesta da fare da parte del mondo imprenditoriale dovrebbe essere quella di avere servizi pubblici e privati maggiormente digitalizzati. Per dirla in modo enfatico, per le nostre aziende il dato deve diventare il vero prodotto e la macchina è solo la sua epifania tecnologica”.
L’esperienza delle PMI che si stanno digitalizzando
Ma l’incontro organizzato da Assolombarda ha cercato anche di dare risposte concrete e consigli basati sull’esperienza, grazie alla voce di dirigenti innovatori nel loro settore, in ambito digitale, come Domenico Dattolo, Operation Manager Vamptech, di Busnago, Paolo Gerardini, Presidente Piccola Industria Assolombarda e Sara Loi, Direttore R&S e Innovazione STMicroelectronics. In primis, quanto può essere difficile per un’azienda intraprendere un percorso di digitalizzazione?

“La mia azienda, Vamptech, che trasforma materiali plastici, negli ultimi anni grazie anche a un processo di evoluzione digitale, ha fatto un salto enorme – racconta Domenico Dattolo. “Nel primo gennaio del 2017 eravamo in 80, oggi siamo in 130 e abbiamo aperto anche una fabbrica in Malesia. Abbiamo fatto quattro progetti cosiddetti 4.0 e la difficoltà è stata enorme, soprattutto dal punto di vista culturale. È stato difficile far capire a molti operai e colleghi perché dovevamo iniziare a digitalizzare e non rimanere legati a quella che era la zona confort di un tempo. Ma i vantaggi sono tangibili: i tempi di formazione di un neoassunto, ad esempio, sono scesi da 9-10 mesi a 3”.

Ma per coordinare e facilitare il processo di tecnologizzazione di un’azienda, di grande utilità è ad esempio la tecnologia blockchain, il cui primo utilizzo risale al 2008 e oggi è impiegata da numerose aziende in tutto il mondo. In parole povere si tratta di un registro di contabilità condiviso e immutabile che facilita il processo di registrazione delle transazioni e la tracciabilità dei beni in una rete commerciale. In un contesto dove i mercati diventano sempre più esigenti su tecnologie di questo tipo.
“Blockchain permette alle aziende di qualsiasi dimensione di collaborare meglio in ecosistemi sempre più connessi – spiega Pietro Lanza, Banks & Insurances Director IBM – Coordinatore WG Assolombarda Blockchain. “Ma si parla anche di sostenibilità. Tanti casi di applicazione di questa tecnologia servono a migliorare la tracciabilità delle filiere produttive e quindi migliorarne la sostenibilità. Permette di rendere intangibile o migliorare il trasferimento di valore da asset ad asset intangibili. E anche per l’uso di questa tecnologia le competenze sono fondamentali. Tant’è che stiamo lavorando con diverse università italiane per formare gli studenti all’uso di queste tecnologie”.