Siria, la Onlus monzese “Insieme si può fare”: “La solidarietà deve vincere nonostante tutto”

La sanguinosa guerra civile rende difficile l’attività della realtà fondata da Lorenzo Locati. Che, però, ci spiega come, grazie alle donazioni, riesce a tenere attivi tutti i progetti per i profughi e la popolazione civile.
“Tutte le strade portano a Roma” sostiene un vecchio detto popolare. Sicuramente meno certo è che le strade della solidarietà e della beneficenza arrivino sempre a destinazione. Soprattutto se, come accade in Siria , da undici anni è in corso una sanguinosa e distruttiva civile tra le forze governative del presidente Bashar al-Assad e le milizie armate ribelli, che ha fatto sono migliaia di vittime e milioni di profughi e sfollati .
Proprio in un contesto sociale e geopolitico così complicato e drammatico, c’è chi, però, ha la determinazione e la forza di volontà per provare a fare del bene nonostante tutto . È il caso di “Insieme si può fare” , Onlus monzese fondata da Lorenzo Locati , ex professore di Educazione fisica al Liceo artistico Nanni Valentini.
In dieci anni di attività , che nel 2013 ha dato vita ad una prima missione di beneficenza denominata “Pasqua in Siria” , ha inviato oltre 40 container di aiuti umanitari e messo in campo numerosi progetti, soprattutto a favore dell’istruzione dei bambini e per aiutare anche le loro famiglie.
Lorenzo Locati con alcune donne siriane
SITUAZIONE DIFFICILE
“Di Siria non si parla più, ma l’embargo nei confronti di Assad colpisce soprattutto la popolazione civile, che vive nella massima indigenza e fa fatica a reperire i beni alimentari di prima necessità ” afferma Locati.
“Le maggiori difficoltà nelle grandi città sono il reperimento delle materie prime, la scarsità di cibo , la mancanza di lavoro e l’energia elettrica che viene dosata ad orari fissi e senza continuità – continua – il fondatore della Onlus monzese – nei campi tendati ai confini con la Turchia , quelli dove vivono migliaia di profughi, si vive drammaticamente l’impossibilità di tornare ai propri villaggi, la mancanza di economia e lavoro ”.
PROTAGONISTI DEL BENE
Se queste sono le premesse, riuscire a fare del bene attraverso una programmazione ininterrotta diventa ancora più difficile. E donare qualcosa in questo periodo è ancora più meritevole. “I nostri progetti sono ancora tutti attivi anche perché chi ci ha conosciuto, magari solo in parte riesce a osare ancora una mano a Insieme si può fare” sostiene Locati.
Gli esempi di piccoli, grandi “eroi” del bene sono tanti. “Mi viene in mente Helga , una signora anziana di Monza che partecipa ai mercatini di via Bergamo – continua – ha la passione di ridare vita a cose usate e da buttare . Il ricavato delle vendite di questi oggetti lo dona a noi e il 24 luglio, per la seconda volta, Helga finanzierà la nostra distribuzione mensile di cibo a 60 famiglie musulmane e cristiane di Aleppo ”.
IL SAPONE DI ALEPPO
Per restare a Monza, c’è chi come Pino , arzillo 80enne, è una fucina di idee per il fondi e raccogliere a favore di “Insieme si può fare” e si preoccupa di in giro sapone di Aleppo , il più antico al mondo, realizzato solo con olio d’oliva e di bacche di alloro, per sostenere i vari progetti nei campi profughi in Siria e l’invio di container di aiuti.
Il sapone di Aleppo è diventato perfino la bomboniera che due coppie di sposi lombardi hanno donato ai propri invitati al matrimonio come gesto di solidarietà verso chi vive una situazione sicuramente meno felice e, senza colpe, si trova coinvolto in una guerra infinita civile.
“Sono molto attive nel raccogliere donazioni anche la nostra sezione di Udine , dove tra gli altri mi piace ricordare quanto riescono a fare gli insegnanti, anche attraverso quanto riescono a fare gli insegnanti, anche attraverso banchetti solidali , Simonetta e Monica, due molto sensibili – afferma il fondatore della Onlus monzese – a Brescia , poi, è incessante il lavoro della nostra vicepresidente, Noura Warrak , che organizza iniziative anche quando è in vacanza”.
I PROGETTI
Ci sono, poi, le collaborazioni che non cedono al passare del tempo. Anzi, si rafforzano perché si uniscono dalla forza di fare del bene per gli altri. “Il nostro progetto della Plaster School a Reyhanli, in Turchia, frequentata da 85 bambini, alcuni dei quali portatori di handicap , continua ad essere sostenuto da “Every child is my child” , associazione formata da numerosi artisti e personaggi del mondo dello spettacolo, guidati dall’attrice Anna Foglietta ” spiega Locati.
“L’associazione Manidi Pace ha adottato insieme a noi il Peace and Cooperation Camp , un piccolo campo sfollati in Siria, proprio a 200 metri dal confine con la Turchia, dove ci sono 35 famiglie e sorge la Tenda della solidarietà , luogo in cui svolgono corsi di sartoria e parrucchiera, una scuola per le donne analfabete e il doposcuola per i bimbi” continua.
LA SPERANZA
Uno dei fiori all’occhiello dell’attività in Siria della Onlus nata a Monza dieci anni fa è sicuramente la “Insieme si può fare school” a Bab al-Hawa, dove da zero è stata costruita e tuttora viene mantenuto totalmente per le spese di gestione, dei docenti e del materiale didattico, una scuola che permette a 250 bambini di studiare in aule dignitose .
“L’istruzione è, secondo noi, l’unico modo per sperare nella crescita e nello sviluppo di un popolo così flagellato dalla guerra civile” sostiene Locati. Speranza è anche il nome ad Aleppo di una Casa , una struttura/riformatorio che ospita 44 bambini non scolarizzati sorpresi a rubare e mendicare a cui “Insieme si può fare” fornisce cibo, medicine, vestiti.
Proprio la speranza è anche il compagno di viaggio da non dimenticare di portare sempre con sè lungo tutte le strade che ci capita di percorrere nella vita. Meglio, se insieme agli altri.