Dal CV al personal branding: un diverso modo di proporsi

In un mondo “always on” per trovare il lavoro dei sogni non basta più il CV: bisogna fare marketing di sé stessi. Le consulenti di Skippers Project ci parlano dell’importanza del personal branding.
Cos’è il personal branding?
Il personal branding è l’insieme di tecniche, strumenti e attività per differenziare sé stessi, mostrare la propria unicità, e proporre le proprie competenze, esperienze e caratteristiche personali come si farebbe per un prodotto di un’azienda. È un’attività dinamica e continua, in cui una persona condivide con i destinatari la propria immagina, professionale ma non solo, in modo tale da essere scelta per ricoprire una posizione o un ruolo. L’obiettivo del personal branding è generare attenzione e fiducia, promuovendo i propri valori e le proprie capacità in modo tale da essere identificati come i candidati ideali. Il personal brand, alla fine, è “quello che la gente dice di te, una volta che sei uscito dalla stanza”.
Come si fa personal branding?
Non esiste uno schema uguale per tutti; a seconda del settore della posizione o del ruolo per cui ci si propone, dell’esperienza o dell’età si utilizzano strategie, attività e canali diversi. Per il personal branding valgono le regole del marketing e si utilizzano gli stessi strumenti. Tranne alcune eccezioni, è importante lavorare online e offline, in modo tale da valorizzare il più possibile la propria personalità in contesti diversi. Ad esempio, un professionista maturo potrà scegliere LinkedIn® per descrivere la propria carriera, costruire una rete di contatti interessanti, creare post, articoli e altri contenuti, intervenire in conversazioni rilevanti e partecipare a gruppi d’interesse specifici. Potrà quindi lavorare offline frequentando eventi di settore, meglio se con un ruolo attivo. Un giovane chef potrà mostrare le proprie capacità pubblicando su YouTube i video delle proprie ricette per far immediatamente apprezzare la propria cucina e il proprio stile agli imprenditori della ristorazione, e esprimere al meglio valori e interessi sociali mettendo in luce le collaborazioni pro bono con enti no-profit e con la comunità locale.
Esistono regole del personal branding?
Goldie Chan in un articolo dell’autorevole rivista Forbes1 cita alcune regole d’oro per fare personal branding efficace:
- Focalizzarsi su ciò che si intende fare;
- Essere autentici, non cercare di passare per chi non si è;
- Raccontare una storia attraverso le proprie azioni di personal branding;
- Essere coerenti;
- Prepararsi ad eventuali insuccessi;
- Avere un atteggiamento positivo;
- Prendere ispirazione da esempi di successo;
- Vivere il proprio brand nella vita di tutti i giorni;
- Incoraggiare il passaparola “qualificato”;
- Lasciare un’impronta destinata a durare nel tempo.
Il personal branding si può fare da soli?
Come per tutte le attività di comunicazione, c’è una grande differenza tra attività di personal branding fai-da-te e una strategia costruita in modo professionale. La consulenza di personal branding parte da un confronto e un’analisi degli obiettivi per poi valutare il settore, il contesto, i punti di forza e gli elementi critici per identificare in modo puntuale i messaggi, i canali, gli obiettivi e le risorse da mettere in campo e quindi sviluppare un piano da attuare insieme. Dove necessario, si possono coinvolgere altre figure per avere risultati di qualità, ad esempio fotografie professionali, video significativi, campagne social.
Se avete domande o vi interessa approfondire, contattateci a: info@skippersproject.com
Skippers Project è un progetto di collaborazione di Clara Colombo, Francesca Cazzaniga, Manuela Gallocchio: tre consulenti di comunicazione, marketing e gestione del cambiamento indipendenti, espertissime e innamorate del loro lavoro. Le Skippers lavorano con il cliente con strategie su misura attraverso tutte le fasi del cambiamento. Per informazioni: www.skippersproject.com