Calcio Monza, non è tempo di processi, ma che la lezione di Napoli serva a crescere.

Quattro reti al passivo, tre infortunati, seconda sconfitta consecutiva, la prima in trasferta in serie A: il Monza torna da Napoli senza punti e diversi problemi dopo i primi 180’ della stagione.
Dichiariamolo subito per evitare equivoci: non è tempo e non è corretto fare processi in questo momento. Il Monza perde a Napoli e sinceramente è un risultato prevedibile per una neopromossa. Un po’ di malumore misto a delusione serpeggia tra tifosi ed appassionati (con la complicità di qualche addetto ai lavori che magari si è solo di recente appassionato alle vicende monzesi), ma occorre tenere i piedi ben piantati per terra prima di farsi prendere da sconforto e rabbia. Nulla è compromesso, il Monza ha le stesse probabilità di salvarsi della scorsa settimana.
SENSO UNICO
Il match contro il Napoli è stato un monologo. Troppo superiore la squadra di Spalletti in ogni aspetto del match per poter confrontare le diverse situazioni. Nei primi 16’ di gioco il Monza ha probabilmente pagato l’emozione ma soprattutto una inferiorità fisica macroscopica nel settore nevralgico del campo. Anguissa e Lobotka hanno travolto Barberis e compagni, costringendo i brianzoli nei propri 20 metri e sottoponendoli ad una grandinata di tentativi. Passata la tempesta – sorprendentemente a reti bianche – il ritmo del centrocampo napoletano è appena calato: non è stata una svolta positiva, perché nonostante un paio di guizzi di Sensi – indubbiamente la miglior notizia della trasferta per Stroppa – con le squadre più lunghe sono stati Osimhen e Kvaratskhelia a fiaccare Marlon, Carboni e Andrea Ranocchia con le loro folate. Il gol è arrivato forse nel momento meno atteso, ma così come contro il Torino il prezzo di una minima sbavatura (leggasi i pochi metri concessi al georgiano da Filippo Ranocchia) si paga salatissimo. Dieci minuti dopo la sgommata di un assatanato Osimhen ha chiuso la partita già nel primo tempo.
Nella ripresa il Monza non è mai riuscito ad impensierire gli avversari né a cambiare passo, confermando una grande difficoltà sia tecnica che fisica nel gestire il possesso e nel guadagnare campo, mostrando nel contempo una difesa lontana da un livello sufficiente di coesione e affidabilità. Inutile cercare colpe e responsabilità in fattori singoli: il Napoli concluderà il campionato nei primi 4 posti, ha una rosa non paragonabile a quella biancorossa e – pur avendo perso alcuni interpreti importanti – li ha sostituiti con giocatori aventi caratteristiche simili e funzionali alle idee di gioco di mister Spalletti. Con qualunque altro allenatore e con qualsiasi combinazione di formazione il Monza avrebbe perso ugualmente la partita, anche se almeno sul piano del temperamento sarebbe stato lecito aspettarsi un altro atteggiamento, con maggiore aggressività e grinta. E questo è forse l’elemento che ha alimentato la maggiore delusione.
CHE FARE?
Dopo 180’ di Serie A è evidente come ai brianzoli serva tempo per trasformare un gruppo in una squadra, ed è altrettanto evidente che a mister Stroppa servano almeno quattro o cinque rinforzi. Sembra una provocazione in un mercato caratterizzato da 13 operazioni in entrata, ma scorrendo l’attuale rosa – e facendo i conti con i tanti infortuni – ci sono ruoli ancora scoperti.
Tralasciamo per un attimo la porta, dove Di Gregorio ha vinto nuovamente il ballottaggio con Cragno: forse il numero 16 brianzolo non è stato preciso sul raddoppio del Napoli, ma non ce la sentiamo di addossargli più responsabilità del dovuto. La difesa, già orfana di Carlos Augusto, perderà purtroppo a lungo Andrea Ranocchia, che si è procurato una distorsione alla caviglia e una frattura del perone (auguri di una pronta guarigione!), ed anche Pablo Marì per almeno un mese dopo l’infortunio muscolare patito nel riscaldamento. Considerando l’avvio difficoltoso di Carboni, che Antov (utilizzato con il contagocce in serie B) non pare ancora pronto e che Caldirola e Marrone sono alle spalle dello stesso bulgaro, è indispensabile ricorrere al mercato: servono due giocatori di esperienza già pronti dal punto di vista fisico. Radio mercato accosta al 1912 i nomi di Francesco Acerbi (in uscita dalla Lazio, che però pare destinato all’Inter), di Armando Izzo (profilo di esperienza nella difesa a 3 finito ai margini del progetto Torino), e di German Pezzella, argentino del Betis Siviglia che conosce benissimo la serie A avendo disputato oltre 120 match con la maglia della Fiorentina.
In mediana servono almeno tre interpreti: un esterno, poiché D’Alessandro (3 gare da titolare consecutive non si ritrovano nelle sue statistiche) starà fuori almeno un mese, Carlos Augusto sta recuperando e ad oggi gli unici disponibili sono i soli Birindelli e Molina. Al centro accanto a Sensi hanno iniziato il match Filippo Ranocchia – generoso ma non sempre lucido, ha sicuramente degli alibi legati ad età ed esperienza – e capitan Barberis, che sul piano del ritmo e della fisicità non può confrontarsi con i colossi del Napoli. Valoti è subentrato senza il giusto piglio, rendendosi protagonista in negativo in occasione del terzo gol degli azzurri. Ci saremmo aspettati più spazio per Colpani e Pessina: il primo è stato il più brillante del precampionato, mentre il secondo forse non è ancora recuperato, tuttavia il loro impiego non avrebbe cambiato l’esito della sfida. Qui al centro servono due elementi: l’arrivo di un profilo come Nicolò Rovella dalla Juventus sarebbe un ottimo colpo. Il duttile classe 2001 può disimpegnarsi come mezzala e come regista, e in maglia Juventus e Genoa ha dimostrato di non difettare di personalità e temperamento. In seconda battuta servirebbe un giocatore fisico, di esperienza, con predisposizione difensiva, che andrebbe ad affiancare due giocatori come Sensi e Pessina: l’identikit è quello del portoghese William Carvalho, attualmente al Betis Siviglia.
Infine il reparto offensivo: a Napoli Caprari ha iniziato il match con troppo nervosismo, sbagliando anche i pochi palloni giocabili ricevuti con errori non alla sua altezza. Petagna ha fatto il possibile, lavorando con il fisico e l’esperienza, ma restando sempre troppo solo tra le maglie azzurre. Qui probabilmente il tecnico brianzolo potrebbe pensare a qualche variazione nelle “coppie” che vedono Petagna e Caprari contrapposti a Gytkjaer e Mota, ma al momento il reparto offensivo è quello “meno giudicabile” di tutti.
Il calendario lascia poco tempo per ricaricare energie fisiche e nervose: purtroppo questa sarà una costante fino al prossimo mese di novembre. A mister Stroppa il compito di preparare al meglio la sfida casalinga del prossimo venerdì contro l’Udinese: in attesa di notizie sul fronte mercato, l’obiettivo è muovere la classifica e disputare una prova più intensa e volitiva del match di domenica scorsa, dimostrando così che la lezione rimediata a Napoli sia stata assimilata e messa a frutto.