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Campionati europei di Monaco di Baviera, per la Brianza brilla il bronzo di Filippo Tortu

23 agosto 2022 | 08:29
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Campionati europei di Monaco di Baviera, per la Brianza brilla il bronzo di Filippo Tortu

Lo sprinter cresciuto a Costa Lambro è arrivato terzo sui 200 metri, non senza qualche rimpianto. La rassegna continentale ha visto impegnati anche Aceti nella staffetta 4×400 metri, Olivieri e Lambrughi negli ostacoli.

Nello sport, come nella vita, è sempre meglio non dare nulla per scontato. Ogni traguardo, anche quello all’apparenza più semplice, è da conquistare con l’impegno, la preparazione e, perché no, un pizzico di fortuna. Ecco perché il bronzo ottenuto da Filippo Tortu nei 200 metri ai Campionati europei di atletica leggera di Monaco di Baviera, che si sono svolti dal 15 al 21 agosto, è un risultato di cui l’Italia e la Brianza devono essere orgogliose.

Perché, anche se il 24enne velocista cresciuto a Costa Lambro, una frazione di Carate Brianza, alla vigilia aveva dichiarato di voler vincere l’oro e scendere sotto i 20 secondi, erano ben 44 anni, dagli Europei di Praga del 1978, quando Pietro Mennea vinse la medaglia più pregiata bissando il successo di Roma 1974, che un italiano non saliva sul podio continentale nei 200 metri.

filippo tortu

Se a questo aggiungiamo che Filippo Tortu, tesserato per le Fiamme Gialle ed ex studente del Collegio Villoresi San Giuseppe di Monza, è alla prima medaglia individuale in una rassegna internazionale assoluta, visto che poteva sino ad ora vantare “solo” un oro europeo e un argento mondiali tra gli juniores nei 100 metri, c’è davvero di che essere soddisfatti.

UNA GIOIA VISTA FUTURO

Nonostante tutto questo, le dichiarazioni dello sprinter brianzolo, il primo italiano a scendere sotto i 10 secondi nei 100 metri, nel post-gara della finale dei 200 metri agli Europei di Monaco, hanno raccontato soprattutto della delusione per un’aspettativa non rispettata.

Del resto il personale sul mezzo giro di pista, 20.10, realizzato nella semifinale ai recenti Campionati mondiali di Eugene, dove Tortu non ha agguantato la finale per soli 3 millesimi, autorizzava sogni più grandi. E la semifinale vinta piuttosto in scioltezza agli Europei di Monaco, 20.29 il crono di Filippo nonostante la pista bagnata, aveva acceso ancora di più gli entusiasmi.

filippo-tortu

Però, smaltita l’adrenalina e passata la notte, in Tortu è aumentata la felicità per una medaglia di bronzo storica per l’Italia e importante dal punto di vista personale. Anche perché giunge al termine della prima stagione che lo sprinter brianzolo ha potuto interamente dedicare ai 200 metri. E i miglioramenti, cronometrici e non solo, non sono certo mancati.

Ora Filippo, che potrebbe ancora gareggiare sul mezzo giro di pista venerdì 26 agosto al meeting di Losanna, punta già ai prossimi obiettivi. Nel 2023 sono in programma i Mondiali a Budapest e, soprattutto, nel 2024 ci saranno, a stretto giro, prima gli Europei in casa a Roma e poi le Olimpiadi a Parigi.

Insomma nei prossimi due anni Tortu, che è campione olimpico in carica nella staffetta 4×100 metri, deludente agli Europei dove ha incredibilmente fallito la qualificazione alla finale, saprà se sarà riuscito a fare davvero il salto di qualità da campione a fuoriclasse o, se invece, dovrà “accontentarsi” di restare nella storia come uno dei migliori velocisti italiani di sempre.

aceti-staffetta2 (Copia)Aceti (secondo da destra) con la staffetta alle Olimpiadi di Tokyo

GLI ALTRI, SI SALVI CHI PUO’

Per la Brianza i Campionati europei di atletica appena terminati non sono stati solo nel segno di Tortu. A partire da Vladimir Aceti, il ragazzo di origine russa, tesserato per le Fiamme Gialle, che vive e si allena a Giussano, capace di conquistare, insieme ai suoi compagni di squadra, la finale della staffetta 4×400 metri.

Purtroppo per lui, che nella batteria aveva corso una buona seconda frazione (44.93 il suo parziale), la lotta per le medaglie è stata un miraggio. L’ottavo posto finale, con un 3:03.04 ben lontano dal 2:59.35 con il quale la Gran Bretagna si è aggiudicata l’oro, spiega da solo la prova sotto tono anche degli altri staffettisti azzurri, Davide Re in prima, Brayan Lopez in terza ed Edoardo Scotti in quarta.

Inoltre Aceti, che in finale ha corso la sua frazione in 45.69, non è riuscito a dare il necessario cambio di marcia e non ha garantito un passaggio di testimone ottimale. Le basi per una crescita futura della staffetta 4×400 metri, sulla base di quanto visto alle Olimpiadi di Tokyo l’anno scorso, comunque, ci sono tutte.

olivieri-atleticaLinda Olivieri

OSTACOLI INSUPERABILI

Per restare sul giro di pista, ma con gli ostacoli, gli Europei di Monaco di Baviera potevano dare qualche soddisfazione in più anche a Mario Lambrughi e Linda Olivieri. Il 30enne nativo di Monza, dopo aver vinto la sua batteria dei 400 ostacoli in 50.27, non è riuscito a farsi valere in tutto il suo potenziale nella semifinale.

Lambrughi, tesserato fino al 2016 con l’Atletica Vedano ed ora con la maglia dell’Atletica Riccardi, infatti, ha toccato l’ottavo ostacolo con la gamba di ritorno e ha chiuso soltanto al sesto posto. Il suo 49.50, lontano dal personale di 48.99, non è stato sufficiente per permettergli di conquistare una finale che era alla sua portata. Ancora peggio è andata a Linda Olivieri.

mario-lambrughi-atletica (Copia)Mario Lambrughi

La 24enne atleta piemontese, tesserata per l’Atletica Monza e per le Fiamme Oro, non è riuscita a superare il primo turno negli ostacoli. Linda, allenata dal dal coach monzese Giorgio Ripamonti, nonostante sia scattata molto bene dai blocchi della corsia 1, infatti, è crollata negli ultimi 50 metri di gara e ha chiuso soltanto quinta (57.03 il suo tempo). A sua parziale scusante, l’infiammazione al tendine che le ha impedito un’adeguata preparazione tra maggio e luglio.

La Brianza, in ogni caso, sta contribuendo al nuovo corso che l’atletica italiana sembra aver avviato dalle Olimpiadi di Tokyo in poi. Agli Europei di Monaco non c’è stato il record di medaglie continentali, le 12 di Spalato 1990, ma con le 11 conquistate (3 ori, 2 argenti e 6 bronzi) e gli oltre 30 finalisti si è decisamente superata la soglia raggiunta quattro anni fa agli Europei di Berlino. Il motore, insomma, è acceso. Ora bisogna continuare a schiacciare con forza sull’acceleratore.