Flc Cgil Monza Brianza, il neo segretario Midolo: “Far leva sulle vertenze collettive”

In quest’intervista, chi da pochi giorni è alla guida della categoria sindacale dei lavoratori della conoscenza, ci spiega gli obiettivi del suo mandato e quali sono le principali problematiche da affrontare.
In Lombardia, compresa Monza e la Brianza, il nuovo anno scolastico è iniziato da poco più di una settimana. Qualche giorno prima la Flc Cgil di Monza e Brianza, la categoria che rappresenta tutti coloro che lavorano nei settori della scuola, dell’educazione degli adulti, dell’università, della ricerca e della formazione, ha eletto il suo nuovo Segretario generale, Fabio Midolo.
Originario di Siracusa, da anni insegnante di musica nelle scuole secondarie di primo grado di Monza e della Brianza, dove si è a lungo occupato del sostegno ad alunni con disturbi autistici e ADHD, un passato professionale da cantante lirico e attore di prosa, che gli hanno consentito di calcare palcoscenici importanti come il Carcano, teatro storico di Milano, Midolo, vista la sua età, 43 anni, piuttosto giovane per un dirigente sindacale, è anche una scelta generazionale.

Probabilmente è anche questo il motivo per cui, dall’intervista che il neo Segretario Flc Cgil di Monza e Brianza ha rilasciato ad MBNews, traspare una visione fondamentalmente entusiasta e speranzosa sul futuro della scuola.
A partire dai tre principali obiettivi programmatici che Midolo pone alla base del suo mandato: portare la Flc lungo il percorso che sta per incominciare e terminerà con il Congresso territoriale della Cgil a metà dicembre; riprendere il territorio in mano con una presenza sindacale costante nelle scuole; far leva sulle vertenze collettive e sui diritti e doveri contrattuali per valorizzare le professionalità del personale scolastico.
L’INTERVISTA
Fabio Midolo, complimenti per la nomina a Segretario generale della Flc Cgil di Monza e Brianza. Prima di entrare nel dettaglio di temi e problematiche della scuola, quali sono le tue sensazioni?
Sono contento e soddisfatto di essere stato eletto, ma anche consapevole di voler ripagare, insieme ai componenti della segreteria Flc, Anna Ferrentino, Patrizia Ruscelli, Silvano Guidi e Maria Napoletano, la fiducia che mi è stata concessa dal comitato direttivo. Per una coincidenza di date, tra l’altro, sono stato eletto da pochi giorni, ma divento subito un segretario dimissionario perché tra pochi giorni si aprirà la fase congressuale della Cgil che poi si concluderà a livello territoriale a dicembre.

In ogni caso quali sono gli obiettivi programmatici del tuo mandato?
Sono molteplici. Il primo è quello di portare al Congresso la categoria che rappresento nel miglior modo possibile, nonostante si stia arrivando alle elezioni politiche del 25 settembre in un clima difficile anche per la scuola, settore in cui la politica ha spesso ignorato le parti sociali per sentenziare con decreti d’urgenza che incidono direttamente anche sui contratti.
Gli altri obiettivi quali sono?
È necessario che la Flc cerchi di riprendere il territorio in mano per essere vicina alle vertenze dei lavoratori della scuola sia con la presenza che con il tesseramento. Il Covid-19, e non solo, ci hanno un po’ allontanato negli ultimi anni. Con una visione entusiasta e speranzosa, la nostra categoria sindacale deve puntare sulle assemblee, sul dialogo e sulla formazione delle Rsu, sul promuovere convegni che abbiano contenuti per la scuola per creare presupposti psico-pedagogici da cui si arrivi a proposte contrattuali concrete.
Altro obiettivo è il far leva sulle vertenze collettive per diffondere la cultura del contratto, con i suoi diritti e doveri, nell’ottica della difesa del lavoro e della valorizzazione della professionalità del personale scolastico che deve avere la consapevolezza di essere composto da lavoratori e non da missionari.
I problemi della scuola italiana sono numerosi e atavici. Dalle strutture scolastiche vetuste alla carenza di personale. Dal tuo osservatorio, quale è, secondo te, una criticità più specifica del nostro territorio?
Nei miei oltre 10 anni di insegnamento ho notato uno scollamento, una mancanza di dialogo, tra un profilo professionale e l’altro. All’interno dei singoli istituti scolastici, frutto dell’autonomia e dell’accorpamento iniziato nel 2000, si fatica a sentirsi una comunità educante. Questo, unito alla generale precarietà e mancanza di stabilizzazione contrattuale, nei fatti produce spesso un’incapacità di agire e prendere decisioni importanti.

L’anno scolastico è iniziato da pochi giorni anche a Monza e in Brianza. Come si è ripartiti?
Nel nostro territorio è stato fatto un gran lavoro da parte di tutti i sindacati e dell’Ufficio scolastico provinciale che ha aperto un tavolo di confronto serio per l’avvio dell’anno scolastico. Gli intoppi ci sono comunque stati e ci saranno, tra bollettini fatti e rifatti, ma ho percepito un dialogo costruttivo che ci ha anche permesso di spiegare ai nostri iscritti ed iscritte la situazione attuale.
Inoltre, non essendoci più l’emergenza sanitaria legata al Covid, l’anno scolastico è iniziato con più sorrisi, quelli, non più nascosti dalle mascherine, dei bambini e dei ragazzi. Probabilmente ci sarà una recrudescenza del virus in autunno, ma prima o poi dovevamo cominciare a conviverci davvero.
Integrazione e denatalità sono due fronti con cui il mondo della scuola ha cominciato a confrontarsi e dovrà farlo ancora di più nel prossimo futuro. Come agire?
Direi che è difficile fare previsioni, siamo in una fase di osservazione e dobbiamo aspettare. Per il momento possiamo notare che la denatalità sta già colpendo il numero di iscritti alle scuole dell’infanzia e alle primarie. Un calo non coperto dall’incremento degli alunni stranieri. Questo probabilmente, dal punto di vista lavorativo, comporterà un conseguente calo degli organici, tutto ancora da vedere e gestire.
Intanto credo si debba lavorare meglio sulla cultura dell’accoglienza e dell’integrazione anche per dare ai nostri ragazzi, attraverso il sistema duale e un corretto uso del PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), un futuro più sicuro nel mondo del lavoro.