Monza. Continuano le perplessità di alcuni consiglieri comunali ed esponenti dei partiti relativamente alla nomina di Michele Bertola a direttore generale del comune di Monza. I primi commenti a caldo erano arrivati a fine agosto dal leader di Civicamente Paolo Piffer e dall’ex sindaco della città, Dario Allevi, che avevano additato la nomina del manager come “inopportuna”, ricordando la sua parentela con l’attuale Presidente del consiglio comunale, Cherubina Bertola, sua sorella.
Adesso, tornano sul caso anche gli esponenti locali di Fratelli d’Italia, a partire dai propri rappresentanti in consiglio comunale. L’occasione, la conferenza stampa indetta nella giornata di lunedì 19 settembre a cui hanno preso parte – tra gli altri – anche Marco Meloro, membro del coordinamento regionale di FdI e i consiglieri comunali di FdI a Monza Andrea Arbizzoni, Stefano Galli e Marco Monguzzi. “Ci tengo a precisare che sappiamo che non c’è niente di incompatibile in questa operazione e personalmente stimo anche le due figure – commenta il consigliere Stefano Galli – tuttavia ricordo che c’è un codice etico, approvato durante la giunta Scanagatti (PD) che parla di conflitto di interesse innescato dai rapporti di parentela con gli eletti”.
“Per me – continua il consigliere – il tema non è nemmeno questo: penso sia giusto ricordare di che cifre stiamo parlando per la sua assunzione. Il suo stipendio ammonterà a 160.000 euro l’anno che, considerata la parte variabile, potrebbe salire a 190.000. Facendo un rapido calcolo stiamo parlando di quasi 1 milione di euro nei cinque anni di mandato. In un momento così difficile anche per il nostro stesso ente che deve fare i conti con il caro bollente mi sembrano risorse sprecate. Il contesto storico è complesso e fragile, la domanda che mi sento di pormi è: ne avevamo davvero bisogno?”.
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