Anche la monzese Farma.Co.M. Spa contro la truffa della “droga del combattente”

20 settembre 2022 | 14:23
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Anche la monzese Farma.Co.M. Spa contro la truffa della “droga del combattente”
Preziose le segnalazioni dei farmacisti

Monza. Oltre 2.500.000 euro di danni in quattro anni.Al medico “compiacente” 600 euro ogni blocco di ricette (fino a 200 per volta) rilasciate. Maxi operazione dell’Arma dei Carabinieri di Monza e Brianza che questa mattina, alle prime luci dell’alba, ha portato all’arresto di 12 persone, tra cui un medico di famiglia.  Le prescrizioni, fatte in favore di pazienti realmente malati ma ignari, permetteva al gruppo di acquisire le sostanze a costo zero, venendo le stesse rimborsate dal Sistema Sanitario Nazionale.

Un sistema criminale smantellato dagli uomini dell’Arma anche grazie alle segnalazioni di Farma.Co.MSpa, la società partecipata al 95% dal Comune di Monza che gestisce la 10 farmacie comunali cittadine ed il Poliambulatorio Farmasalus.

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“La collaborazione nasce dalle segnalazioni inviate dalle farmacie che sono state poi inviate ai Carabinieri. La collaborazione tra le farmacie e le Forze dell’Ordine è fondamentale proprio perchè il farmacista è una “sentinella” che conosce bene non solo il territorio, ma anche i medici, e a seguito di questa attenzione poi si sporge denuncia. E’ cooperazione che viene in itinere” ha dichiarato Vito Potenza, Presidente di Farma.Co.MSpa.

LE INDAGINI

I militari della Compagnia Carabinieri di Monza, coadiuvati in fase esecutiva da personale del Comando Provinciale di Monza e della Brianza, di Milano e Pavia, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Monza, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 12 individui, un medico di nazionalità italiana, già sottoposto agli arresti domiciliari per fatti analoghi, e 11 egiziani (di cui 4 irreperibili), indagati a vario titolo per i reati di spaccio di sostanze stupefacenti, prescrizioni abusive, associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato o della Pubblica Amministrazione, nello specifico al SSN, falsità ideologica in certificati commessa da persona esercente servizio di pubblica necessità, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, esercizio abusivo di una professione e commercio o somministrazione di medicinali guasti o imperfetti.

L’indagine, coordinata dal Sost. Procuratore Dott. Marco Giovanni Santini ed eseguita dai militari del NOR della Compagnia di Monza nel biennio 2019-2021, prende spunto dal fermo nei confronti di un cittadino egiziano, bloccato in una farmacia monzese dove aveva acquistato un quantitativo spropositato di ossicodone, utilizzando ricette rubate da uno studio medico. Nella circostanza era stato il titolare della farmacia che, sospettando della genuinità delle prescrizioni, aveva allertato il 112.

Dai successivi approfondimenti condotti presso ARI, relativamente ad un primo periodo preso in esame, risultava come su un totole di 6.959 ricette di ossicodone rilasciate in Lombardia, circa il 30% fossero state rilasciate in favore di individui di origine egiziana, e che 940 fossero state emesse da un singolo medico di Milano.

IL MODUS OPERANDI

Il gruppo agiva con un modus operandi ben preciso: prima acquisivano presso gli studi medici compiacenti, ricette rilasciate indebitamente attestanti malattie a carico di soggetti non bisognosi, spesso ignari, ai quali venivano prescritti farmaci a base oppiacei (ossicodone e tramadolo) generalmente utilizzati per la terapia del dolore, muniti di codice di esenzione e quindi rimborsati interamente dal Sistema sanitario nazionale. Poi, portano le ricette presso le farmacie così da procurarsi materialmente le confezioni; infine,smerciavano le confezioni nel mercato parallelo dello spaccio di stupefacenti, perfezionato con la cessione finale a terzi.

La scelta dei pazienti a cui intestare le ricette, il più delle volte inconsapevoli, veniva effettuata a tavolino dal medico e dai soggetti egiziani. Era proprio il dottore, infatti, a selezionare fra i suoi pazienti quelli affetti da gravi disabilità, per permettere ai suoi sodali di ottenere i farmaci senza dover sostenere alcun costo, poiché rimborsati dal S.S.N. La scelta non era immediata: oltre a valutare il quadro clinico del paziente, veniva passato al vaglio anche il cognome dello stesso (si cercavano quelli con assonanze arabe) e il luogo di residenza (che non doveva essere troppo distante), così da non far sorgere sospetti nei farmacisti.