Ambiente

Contro alluvioni e bombe d’acqua, adesso c’è il Parco dell’acqua di Bernareggio

Parco dell'acqua di Bernareggio, l'inaugurazione è una festa

Inaugurazione Parco dell'Acqua di Bernareggio

Pensato dopo gli allagamenti del 2014, costato 2,3 milioni di euro il Parco dell’Acqua di Bernareggio, Ronco e Carnate è diventato realtà e inaugurato ufficialmente ieri, 18 settembre. Concepita da BrianzAcque come vasca volano, la società che gestisce l’acqua pubblica ha evoluto la struttura in un luogo che non solo può salvare i paesi dagli allagamenti, ma è anche uno spazio dove i cittadini possono passeggiare e stare bene all’aria aperta grazie alla pista ciclabile e al bosco. Un modello secondo il quale si creano dei veri e propri giardini pubblici fruibili. Il nuovo format di BrianzAcque va oltre il concetto di vasca volano interrata e invisibile. E rappresenta un ulteriore tassello che il gestore pubblico del servizio idrico integrato di Monza e Brianza aggiunge al piano di misure progressive di adattamento al cambiamento climatico volto a rendere sempre più resiliente il territorio gestito.

Progetto studiato da BrianzAcque e cofinanziato per 1,2 milioni di euro da Regione Lombardia. A differenza del parco dell’acqua di Arcore, inaugurato nel 2021 non ci sono giochi per bambini, ma la vasca di contenimento è inserita in un contesto paesaggistico notevole. Si trova all’interno del parco Parco Agricolo Nord Est e sullo sfondo ci sono le nostre montagne, il Resegone e le Grigne e spostando lo sguardo verso ovest si vede anche il Santuario di Montevecchia. Il parco dell’acqua nasce in via Cattaneo tra la pista di atletica del campo Sportivo C.T.L. 3 e il campo da Golf di Usmate. Il bacino ha una capacità di 24 mila litri d’acqua e al suo interno è prevista una zona umida di 470 metri quadrati, che ha lo scopo di facilitare l’insediamento degli anfibi. Sono stati riqualificati tre mila metri quadrati di vegetazione esistente, mentre sono stati piantati ben 53 nuovi alberi. In centinaia hanno partecipato al simbolico taglio del nastro, molte le famiglie presenti.

All’inaugurazione erano presenti i vertici di Brianzacque, Enrico Boerci, il presidente, e Gilberto Celletti, il vice presidente, i sindaci di Bernareggio, di Carnate e di Ronco Briantino, l’assessore regionale, Fabrizio Sala, il presidente del Parco PANE, Silvano Brambilla, Luca Santambrogio, presidente della Provincia. Un minuto di silenzio è stato dedicato alle vittime della recente alluvione delle Marche.

“Questo è il secondo parco dell’acqua che inauguriamo in Brianza – ha affermato Enrico Boerci, che ha aggiunto, – il primo è stato ad Arcore, il terzo sarà quello di Sulbiate-Aicurzio. Il modello, con le dovute differenze, è sempre lo stesso: risolvere un problema creando un’opportunità in armonia con il territorio: il Parco dell’Acqua si inserisce armonicamente nel contesto naturalistico esistente, il cui insieme verrà rinfoltito con arbusti e siepi di collegamento lasciando inalterato il cono visivo sui campi agricoli.”

COME FUNZIONA LA VASCA

Il bacino idrico ha lo scopo di raccogliere le acque superficiali che scorrono dai terreni agricoli limitrofi, regolandone l’ingresso in fognatura e risolvendo il fenomeni alluvionali che caratterizzavano la zona. I canali di raccolta a corredo dell’opera contribuiscono a creare una barriera idraulica a difesa delle aree a valle. Il bacino di infiltrazione è piantumato con specie di vegetazione idrofila ed è in grado di accogliere, di accumulare e di disperdere l’acqua piovana. Al centro della vasca un’area umida permanente, ricollegata alle aree boschive limitrofe con corridoi ecologici, costituisce una piccola oasi che mira ad accogliere e favorire il reintegro delle specie di fauna autoctona e di avifauna migratoria.
La regolazione del livello d’acqua al interno del bacino avviene per dispersione nel sottosuolo attraverso la superficie permeabile della vasca in terra esistente denominata “Le Valli” a poche centinaia di metri dal sito in oggetto, dove l’acqua scaricata va a gravità verso la fognatura, viene dispersa nel terreno sfruttando la naturale capacità disperdente del paleo alveo in cui e inserita.

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