Dopo il 2° posto alla Pistoia-Abetone, il brianzolo Simone Pessina vince la 100 km della RUN Winschoten

Dopo aver vinto a Seregno la 50 km nel 2016, Simone Pessina ha trionfato anche nella 100 km in terra olandese, garantendosi, sulla carta, una convocazione nella nazionale italiana.
Winschoten. Dopo aver partecipato alla50 km della Pistoia-Abetone lo scorso giugno, posizionandosi alle spalle solamente del ruandese Simukeka, Simone Pessina non si è fermato, anzi, ha partecipato alla difficoltosa corsa su strada olandese, la RUN Winschoten, trionfando nella sua 46ª edizione, con un tempo di 6:58:42, battendo in ordine il francese Pierre-Antoine Ruel, arrivato al traguardo con un tempo di 07:02:37, e l’olandese Timothy Wolvetang, che ha fatto registrare un tempo di 07:27:19. Una prestazione sicuramente molto buona quella di Pessina, soprattutto in vista di una probabile convocazione nella nazionale azzurra, come ha raccontato nell’intervista rilasciata in esclusiva a MBNews.
Le dichiarazioni
La gara dello scorso weekend in terra olandese, la RUN Winschoten, non è stata la sua prima 100 km. A parte il risultato, com’è andata in generale? Che sensazioni ed emozioni le ha dato la vittoria?
“Sì, non è stata la prima 100 km a cui ho partecipato, ma sicuramente la prima che ho finito di corsa. In tutte le altre 5 occasioni, mi sono ritirato prima del traguardo o sono arrivato camminando. Al di là della vittoria avvenuta, seppur con un tempo non eccezionale, ma sufficiente per l’accredito della maglia azzurra, sono contento perché, appunto, l’ho finita correndo. A esser sincero, ho avuto la possibilità di vincerla perché era una gara in cui gli atleti più forti al mondo non erano presenti. Ce ne erano certamente di molto bravi, come i due francesi, che sono partiti molto forte, più di me, ma pian piano li ho recuperati e sorpassati entrambi. Fare sotto le 7 ore mi ha lasciato soddisfatto, nonostante avessi l’aspettativa di correre entro un tempo anche inferiore”.
Questa vittoria a livello personale è quella che le ha dato più soddisfazione nella sua carriera?
“Più soddisfazione è difficile dirlo, perché la mia carriera è lunghissima, quindi in realtà scegliere il momento più bello è arduo. Di sicuro per una serie di situazioni che ho attraversato in questi 4 ultimi anni, la vittoria di sabato è un momento che ricorderò per diverso tempo”.
Come ci si prepara atleticamente a una 100km?
“Non ho un allenatore, dunque sono totalmente autogestito. Dopo il fallimento della 100 km di aprile, sono ripartito praticamente da 0. A quel tempo avevo problemi fisici che non avevo risolto, e che in realtà ho ancora. Comunque sia, per allenamenti del genere si inizia con una parte più leggera, di quantità. Quest’estate, e forse tale è stato l’aspetto più importante, che mi ha permesso di arrivare pronto alla gara di sabato, ho fatto tanta corsa in salita. A fine giugno avevo corso anche alla Pistoia-Abetone, la 50 km, dove sono arrivato secondo. Quella gara è stata fondamentale per me, perché è stato da quel momento, ovvero verso luglio, che ho cambiato allenamento, cominciando a correre su lunghe distanze, ma in piano.
Ad agosto, nel periodo delle vacanze, ho corso anche in altura, a St. Moritz. E’ stato un mese in cui ho corso davvero tanto, sui 700 km: le due distanze più lunghe, di 70 km ciascuna, le ho fatte in un periodo molto ravvicinato: 5 giorni l’una dall’altra. Posso dire che, diversamente dalle esperienze passate nelle 100 km, questa formula mi ha aiutato e la riprenderò in considerazione più avanti”.
Lei ha corso e vinto anche la 50 km, da un punto di vista psicologico e fisico che differenze ci sono nell’affrontare due gare così impegnative?
“Tra l’una e l’altra, dire che è un altro sport forse è eccessivo, ma è sicuramente un approccio totalmente diverso. La 50 km è una maratona allungata, e tale per come sono io adesso è una cosa che maneggio con discreta tranquillità, perlomeno sulla distanza. Correre una maratona per correrla, dunque è una cosa che gestisco ‘quotidianamente’. Per la 100 km il problema non è solo un discorso quantitativo, ma proprio arrivare in fondo, al traguardo, e farlo magari anche correndo. E’ una disciplina diversa anche da un punto di vista metabolico. Un conto sono le 2-3 ore di corsa, che si riesce a gestire in tutto e per tutto, un altro dal momento in cui si supera quinta ora di gara. Lì ogni imprevisto ti disturba a livello psicologico, che esso sia un fastidio a livello fisico o una bottiglietta da bere che quando ti viene passata cade”.
Ha iniziato nelle giovanili specializzandosi nelle gare di mezzofondo prolungato e fondo, cosa l’ha spinta a voler cambiare fino ad arrivare a correre maratone, ultra-maratone eccetera?
“Semplicemente la prospettiva di vestire l’azzurro. In questo momento, lo dico senza averne la certezza totale, perché quel 2% di possibilità che vada a finire nel verso non previsto c’è sempre, sono in linea per poterla vestire. Il tempo che ha preso in considerazione la FIDAL per selezionare gli ultramaratoneti negli ultimi mondiali era di 7h 15’. Tuttavia, in questo momento, il tempo che ho registrato alla Winschoten, sotto le 7 ore, ce l’abbiamo solo in 2. La validità del record personale che ho stabilito sabato, e che come validità ha 18 mesi, rientra ampiamente, dunque, nei parametri FIDAL, quindi credo di avere un 98% di vestire la maglia azzurra. La scelta dovrebbe avvenire entro un anno, quindi da questo punto di vista non ci dovrebbero essere problemi”.
Che impegni ha in agenda/obiettivi ha in futuro?
“Adesso solamente quello di riposarmi e curarmi, per 2-3 settimane, perché ho un problema di equilibrio al ginocchio. La cosa che farò dunque è staccare la spina, perché sono molto stanco e guarire. Ho uno staff medico che mi segue da questo punto di vista, e con loro ci siamo detti di tirare una riga dopo la gara di sabato scorso. I 700 km fatti ad agosto li ho fatti correndo sopra il problema fisico, e non va mai bene. L’unica cosa da fare è cercare di risolvere questo infortunio perché poi sarà una preparazione verso l’azzurro. In questo periodo comunque correrò, non smetterò del tutto, e mi terrò in allenamento anche praticando altri sport, come il nuoto”.