Calcio Monza, le certezze, i rimpianti e i dubbi dopo il match con il Milan

Contro il Milan arriva la seconda sconfitta della gestione Palladino, ma il punteggio punisce molto severamente un Monza in partita per lunghi tratti del match. Il divario tecnico tra rossoneri e biancorossi è parso incolmabile, ma la sfida di San Siro lascia qualche piccolo rimpianto.
Nei giorni antecedenti il “suo” Milan-Monza, l’amministratore del club biancorosso Adriano Galliani si augurava “dimigliorare quel precedente di quasi 40 anni fa” in cui i monzesi rimediarono a San Siro un pesante 4-0 in serie B.
Ebbene, nonostante il punteggio finale di sabato sia poco dissimile (con il gol di Filippo Ranocchia già indimenticabile non solo nella sua carriera sportiva ma anche nella storia del 1912), i miglioramenti rispetto a quella partita sono del tutto tangibili. Per fare un ulteriore paragone, il 4-0 rimediato a Napoli alla seconda di campionato è un match che non ha nessun elemento comune – se non un punteggio quasi identico– rispetto a quanto visto a San Siro.
Aveva chiesto una squadra “coraggiosa” e “leggera” Raffaele Palladino, ed ha avuto risposte incoraggianti in questa direzione per lunghi tratti della gara: tra il primo gol di Diaz – propiziato da una serie di macroscopici errori – e il raddoppio dello stesso spagnolo, Pessina e compagni si sono fatti preferire ai Campioni di Italia sul piano della manovra e del palleggio. E’ mancata (solo) un pizzico di incisività sotto porta, perché occasioni come quelle capitate a Carlos Augusto contro squadre di questo livello si creano pochissime volte nei 90’. Poi, come riconosciuto dallo stesso tecnico monzese, contro il Milan anche un “mezzo errore” si paga salato, e così è stato nel finale di primo tempo. Nella ripresa, una volta accorciate le distanze, il Monza ha provato ancora a rendersi pericoloso, mettendo qualche brivido a Tatarusanu: i fischi di San Siro in quei minuti sottolineano come la sfida avrebbe anche potuto riaprirsi.
L’allenatore monzese si dice “pienamente soddisfatto” della prestazione dei suoi, e la sua analisi è senz’altro condivisibile: il Monza sta seguendo un percorso di crescita e miglioramento che passa necessariamente anche per prestazioni del genere. Tuttavia poiché almeno due delle quattro reti rossonere nascono da evidenti errori individuali, c’è da chiedersi se – considerando le indisponibilità di Izzo e Rovella – il Monza si sia effettivamente presentato al cospetto del Milan con la migliore delle formazioni possibili.
UN DUBBIO PER RUOLO
In difesa la scelta di Antov ha sorpreso un po’ tutti gli addetti ai lavori: il suo impiego per 90’ in Coppa Italia ad Udine sembrava aprire le porte alla titolarità di Marlon o Donati, ma così non è stato. Il bulgaro – curiosamente impiegato da titolare in campionato una sola altra volta, a Napoli – non ha disputato una buona partita, come dimostrano le situazioni che hanno portato al primo e quarto gol. Considerando la rapidità di giocatori come Theo Hernandez, Leao e Rebic, forse non sarebbe stata neppure la partita ideale per Donati, e magari neppure con Marlon – evidentemente non al top della condizione, come ha mostrato il primo tempo di Empoli – il risultato sarebbe cambiato, ma al momento la conclusione piuttosto scontata è che i biancorossi non hanno un’alternativa affidabile al terzetto Izzo-Marì-Caldirola.
L’impiego di Barberis in luogo di Rovella era invece piuttosto scontato: Palladino conosce molto bene le doti dell’ex Crotone, e lo ha scelto affidandogli il compito di velocizzare il possesso palla con tocchi di prima intenzione. Compito riuscito a metà, considerando l’errore in fase di contenimento sulla cavalcata di Diaz. Chissà che già contro il Bologna il prossimo 31 ottobre non sarà proposto Ranocchia – che comunque ha caratteristiche diverse sia da Rovella che dallo stesso Barberis – come titolare.
L’ultima situazione riguarda il reparto offensivo: la sensazione è che quando Petagna sarà in condizione, il ruolo di prima punta sarà affidato a lui. Questo determinerebbe un utilizzo a partita in corso per Gytkjaer – condizione nella quale il danese si è spesso calato benissimo – e aprirebbe alla possibilità di impiegare Mota come trequartista in una linea in cui fino ad ora l’unico intoccabile è stato Caprari (11 presenze su 11 dal primo minuto in Campionato, come Di Gregorio). Se il portoghese in quel ruolo potrebbe liberare al meglio le sue doti di movimento, spunto e progressione, l’ex Hellas Verona sarebbe l’indiziato a cedergli minutaggio. Anche contro il Milan Caprari si è visto a tratti, impegnato in un lavoro di copertura a favore della squadra che ne limita lucidità e brillantezza nell’ultima giocata: le doti tecniche dell’attaccante romano non si discutono, e il fatto che sia Stroppa che Palladino l’abbiano sempre proposto titolare sono indicazioni che ne confermano il valore, tuttavia con il reparto a ranghi completi è inevitabile che si frammenti il minutaggio.
Il campionato riprenderà con il match casalingo contro il Bologna: prima della lunga sosta per i Campionati del Mondo, i biancorossi affronteranno anche Hellas Verona e Salernitana in casa, mentre torneranno all’Olimpico per affrontare la Lazio.