Serie A, Palladino: “Con questo atteggiamento possiamo fare grandi cose”

Emozionato, senza voce, ma visibilmente felice per questa terza vittoria consecutiva: in meno di un mese Raffaele Palladino ha cambiato il DNA del Monza
Emozionato, senza voce, ma visibilmente felice per questa terza vittoria consecutiva: in meno di un mese Raffaele Palladino ha cambiato il DNA di un Monza che da insicuro, balbettante e con poca autonomia è diventato solido, aggressivo e coraggioso. Questa netta inversione di marcia porta in dote al tecnico campano il primato di primo allenatore a vincere tre partite consecutive alla guida di una neopromossa.
Nove punti in tre gare, la porta sempre inviolata, sei reti siglate da sei marcatori differenti: Pessina e compagni dall’ultimo gradino si sono issati fino all’undicesima piazza: “Questa è stata la partita più “sporca” delle ultime tre” ha commentato il tecnico monzese “lo Spezia è una squadra temibile, fisica, allenata da un mister che conosco bene avendolo avuto come Vice a Parma quando giocavo là. Infatti ci hanno messo in difficoltà facendo cose che non ci aspettavamo: siamo stati bravi a restare in gara, a non concedere e a ripartire, giocando molto in verticale. Dopo il gol ci siamo sbloccati, senza avere più timore di muovere la palla”.
Nonostante il successo, mister Palladino non trascura alcun dettaglio, rivelando quell’attenzione al particolare che tutto il mondo biancorosso sta imparando a conoscere: “Nel secondo tempo abbiamo a tratti smesso di giocare, e questo non mi è piaciuto. Su questo dobbiamo assolutamente migliorare”
Con questo ruolino di marcia viene da chiedersi quali possano essere i veri obiettivi di questo gruppo: “Non so dove potremo arrivare, ma sicuramente mantenendo questo atteggiamento di grande umiltà possiamo fare grandi cose. Non deve però subentrare la presunzione: noi come unico obiettivo dobbiamo pensare alla salvezza. Poi, purtroppo per i ragazzi, io faccio lavorare tanto, ma la condizione fisica in serie A non può mancare. Possiamo crescere tanto. Quali corde ho toccato? I ragazzi erano molto giù nella prima settimana: ho cercato di entrare in empatia con loro, anche in modo fisico, insistendo su aspetti emotivi e umorali. Il resto è stato “facile”: ho detto che è più semplice allenare una squadra di Serie A che una Primavera perché a questo livello i calciatori sono intelligenti, disponibili, e se chiedi una cosa la eseguono subito”.
In chiusura una battuta su Carlos Augusto: “è uno di quelli che mi ha sorpreso di più, arriverà a giocare in una big: io mi auguro che questa possa essere il Monza. E’ un giocatore che ha tutte le qualità per arrivare al top, già oggi è pronto per un grande club”