Espansione Elesa: progetti da 1 milione di euro per Sant’Albino

19 ottobre 2022 | 09:51
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Espansione Elesa: progetti da 1 milione di euro per Sant’Albino
Il progetto di espansione di Elesa in via Pompei

Le ultime novità sull’espansione del polo produttivo arrivano dall’incontro svoltosi venerdì 14 ottobre presso la sede della Consulta cittadina tra i residenti del quartiere Sant’Albino e gli assessori alla partita.

Monza. Saranno investite nel quartiere Sant’Albino le risorse che Elesa Spa metterà a disposizione del Comune come compensazione ambientale per l’ampliamento dello stabilimento, come da procedura prevista dal piano urbanistico. Si chiude un cerchio, almeno per ora, per quel che riguarda il piano di espansione dell’azienda Elesa in via Pompei a Monza, che ha dovuto fare i conti con le puntuali richieste della consulta di quartiere. La cifra in questione, circa 1 milione di euro, verrà investita in progetti green, come nuove piantumazioni e una pista ciclopedonale. E ancora, aggiunge l’assessore all’urbanistica del Comune di Monza Marco Lamperti, “il Comune valuterà se intervenire direttamente utilizzando parte di questa somma per acquisire al patrimonio pubblico, anche ricorrendo ad espropri, alcune aree del quartiere già destinate a verde”.

Le ultime novità sull’espansione del polo produttivo arrivano dall’incontro svoltosi venerdì 14 ottobre presso la sede della Consulta cittadina tra i residenti del quartiere Sant’Albino e gli assessori alla partita, Lamperti appunto, Giada Turato, assessora all’ambiente del comune di Monza e Andreina Fumagalli, assessora alla partecipazione.

“Accogliamo con favore queste indicazioni ma ora attendiamo i fatti – dichiara la coordinatrice della Consulta Michela Martinengo. –  L’Amministrazione Comunale dovrà accogliere ufficialmente nei prossimi giorni le nostre osservazioni e riscrivere il piano attuativo. Noi partiamo da una richiesta di modifica della convenzione. A nostro parere deve essere messo nero su bianco l’impegno di Elesa ad acquisire le aree. Solo in questo modo siamo convinti di vincolare i quattrini sul quartiere”.

Come affermato anche negli incontri precedenti, la speranza della consulta per il progetto della compensazione resta quella che Elesa faccia dietrofront su alcuni punti del progetto, in particolare sulla destinazione della ciclabile. “Il percorso individuato la rende di fatto inutilizzabile dagli abitanti del quartiere – prosegue la coordinatrice – oltre che essere in gran parte fuori dalla previsioni dal Biciplan del Pgt. La Consulta ora presenterà al Comune le proprie proposte per l’utilizzo delle risorse, verificandone i costi e le priorità. Puntiamo innanzitutto sull’acquisizione definitiva delle aree a verde a nord del quartiere nella zona del parco giochi, nuove piantumazioni come barriera lungo viale delle Industrie, il completamento delle piste ciclabili previste, la riqualificazione di Via dell’Offelera, via Botticelli e Via Sardegna, la creazione di una seconda area cani.

Il “mistero” dei terreni: il Comune non li ha mai acquisiti 

L’assessore Lamperti ha fatto anche chiarezza su quei terreni in prossimità dell’area che il Comitato non era riuscito a catalogare nè come comunali, nè come privati. Confrontando le planimetrie acquisite tramite l’ufficio patrimoni qualcosa non quadrava, aveva fatto notare Martinengo. A quanto risulta “il Comune, nel corso dei decenni scorsi, non ha mai provveduto ad acquisire numerose aree che i costruttori si erano impegnati a cedere come standard. Parliamo di migliaia e migliaia di metri quadri rimasti di proprietà privata e pertanto inaccessibili e inutilizzabili, spesso diventati discariche abusive e luoghi di malaffare. Si tratta di cessioni mai effettuate perché sono mancati i controlli degli uffici comunali preposti, sia per qualche cavillo nelle convenzioni, che per il fallimento di alcuni operatori, come nel caso dell’ecomostro abbandonato di via Walter Fontana, oggi addirittura all’asta”.

“Da quanto appreso – conclude il Comitato – vi sono in città decine di casi come quelli riscontrati nel quartiere. Su alcune di queste aree rimaste private il Comune ha addirittura realizzato delle strade e ne cura la manutenzione. Pur essendo situazioni apparentemente senza via d’uscita per il tempo trascorso o per la chiusura delle imprese che avevano sottoscritto gli accordi poi disattesi, chiediamo all’Amministrazione comunale un elenco completo di questi casi in tutti i quartieri della città e di compiere ogni tentativo per l’acquisizione di queste aree senza rinunciare all’accertamento delle responsabilità”.