Gioie e dolori di chi da un anno fa il sindaco. Intervista a Maurizio Bono, il primo cittadino di Arcore

Si fa presto a dire sindaco, ma com’è davvero guidare un’amministrazione comunale? Dialogo con i candidati sindaci eletti alle Amministrative 2021. Dopo il primo cittadino di Vimercate, abbiamo incontrato l’arcorese Bono.
Si fa presto a dire sindaco, ma com’è davvero guidare un’amministrazione comunale? Dialogo con i candidati sindaci eletti alle Amministrative 2021. Dopo il primo cittadino di Vimercate, abbiamo incontrato l’arcorese Bono.
Governare la sua città è come se lo aspettava?
Direi di no. In tanti pensano al Comune come una macchina da guerra, sempre operativo per ogni evenienza. Ma non è mica così. Gli impiegati sono pochi e col gioco delle mobilità interne si perdono continuamente pezzi. In questi giorni abbiamo perso l’ingegnere Favarato, funzionario dell’Urbanistica, proprio mentre dobbiamo predisporre i primi passi della nostra variante al Pgt, un lavoro importantissimo. Senza considerare i tempi tecnici che occorrono per ogni procedimento. Io vengo dal privato e ammetto che non ero abituato.
Quante ore dedica al giorno al Comune?
È un impegno full time per 5 giorni alla settimana. Almeno una sera alla settimana è occupata da riunioni o consiglio comunale altri impegni istituzionali. Cerco di tenere un paio di giorni per la mia professione, ma il grosso dello studio legale resta a carico di mia moglie e dei collaboratori.
Qual è stato il tema sul quale si è sentito più in difficoltà?
Uno che non mi fa dormire la notte è quello della sicurezza del territorio. Ma sapete che il Comune, sede del Centro Operativo Comunale (per intenderci quello che gestiva la pandemia h24) non ha un generatore? Significa che se va via la corrente, per un allagamento o un incendio, siamo paralizzati. Non posso nemmeno scrivere un’ordinanza urgente. Per questo ne sto preparando diverse, come fac simile, da tenere sotto mano, cartacee, in caso di un’emergenza così. Il Piano di emergenza comunale è del 2012 e dentro non c’è una sezione che dica a me, sindaco, cosa devo fare in caso di emergenza. Problema che credo comunque non sia solo di Arcore. Abbiamo un grossissimo lavoro da fare con la Protezione Civile a partire dall’applicazione che stiamo per lanciare con i messaggi telefonici da diffondere declinati su diverse emergenze e differenziati a seconda della residenza dei destinatari. Soprattutto pensando agli allagamenti, un avviso tempestivo, prioritario per i residenti delle aree sistematicamente colpite, può dare ai cittadini il tempo di salvare le auto o di azionare pompe o paratie. Io comunque non ci dormo al notte quando vedo arrivare il maltempo.
Su quale intervento crede di essersi mosso veramente bene?
Sulla gestione dell’ex asilo San Giuseppe. Lo ritengo un po’ un modello operativo della nostra giunta, ecco. Appena insediati, abbiamo tirato fuori tutte le carte e poi abbiamo pianificato le operazioni con le scadenze alla mano. Avevamo davanti un sacco di passaggi tutti concatenati. Si è trattato di non perdere neanche un attimo. Ora attendiamo che il caso si chiuda.
Quali le sembrano le questioni sulle quali i cittadini son più esigenti-interessati?
Al primo posto c’è il decoro cittadino. Dalla pulizia alla sicurezza, questi temi danno alla gente l’idea della cura, del tenerci. Anche per questo abbiamo avviato quell’indagine sulle utenze della Tari che ci ha permesso di scoprire decine di cittadini che non risultavano iscritti. Queste persone, sprovviste del sacco rosso indentificativo, è chiaro che trovano modi alternativi di smaltire i rifiuti. Anche in centro. Immaginiamo il volume di rifiuti che una famiglia magari di 4 persone può produrre ogni settimana.
L’esperienza diretta di amministratore ha modificato le sue intenzioni pre-elettorali e il piano delle priorità?
Sì, l’evoluzione delle cose a volte non si può prevedere e supera i programmi. Parlo soprattutto di questo tema del caro bollette. Ci siamo trovati con spese non previste che ci hanno costretti a variazioni di bilancio. E ora è necessario rivolgere una grande attenzione a una serie di questioni: il monitoraggio dei consumi per i nostri edifici e le modalità per ridurli, la pianificazione, la ricerca di nuovi contratti che facciano ridurre le spese. Mi trovo a fare delle scelte anche dolorose sapendo che devo farle proprio per la mia comunità, ma poi penso che se non vengono prese decisioni adeguiate a livello nazionale ed europeo si vanifica tutto. Questo tema è diventato prioritario ed economicamente importante.
C’è un argomento sul quale le piacerebbe avere l’aiuto dell’opposizione?
In generale su tutte le questioni l’apporto delle opposizioni, quando si basa su una critica costruttiva, lo ritengo prezioso, frase manale ma in cui credo veramente. Non ho gradito invece la posizione sul medici di base quando hanno detto falsamente che nell’ambulatorio non c’erano lettini e collegamento internet (riferito al commento del Pd sul caso del medico di famiglia dimissionaria dopo una sola settimana di attività a Bernate, ndr)
Fare il sindaco: cosa ti dà e cosa ti toglie?
Toglie tempo alla mia famiglia. Cerco di portare a scuola io le bambine tutte le mattine per compensare le volte che non ci sono. E per strada quando sono con loro cerco di non fermarmi troppo a lungo con i cittadini, perché mi accorgo che questo, a ripetizione, le mette a disagio. Ma sempre sul piano emotivo questo incarico ti dà anche molto. Anziani e bambini sono una grande soddisfazione per me. I primi hanno richieste semplici e importanti. I bambini hanno le idee chiare e ti riempiono il cuore. Dalla fascia di mezzo invece spesso arrivano solo pretese.