Monza, quando la gara finisce male: prima l’ospedale e poi la denuncia…

E’ finita con un occhio nero la Follow Your Passion di Monza per Matteo Vecchia, esperto runner milanese
E’ finita con un occhio nero la Follow Your Passion di Monza per Matteo Vecchia, esperto runner milanese. Secondo il suo racconto, Vecchia stava percorrendo il 27esimo km (su 30 totali) quando, a causa di una errata indicazione da parte dell’organizzazione sul percorso da seguire, ha tagliato il traguardo al terzo posto ma con tre km in meno. Uno “sconto” non voluto che gli costata un’auto squalifica.

“Arrabbiato per l’accaduto mi sono avvicinato allo speaker chiedendogli di comunicare con il microfono quanto accaduto e l’errore che era stato commesso dall’organizzazione. Il signor Luca, però, dopo avermi risposto in malo modo si è rifiutato di esaudire la mia richiesta. A quel punto, con un gesto di stizza, ho colpito il foglio che teneva in mano facendolo cadere per terra, gesto che ha provocato la sua reazione finendo per colpirmi in faccia con il microfono. Soccorso sul posto, sono stato portato al pronto soccorso: oggi ho un occhio nero e molto gonfio, e purtroppo non ci vedo tanto bene. L’organizzazione ha preso le distanze dal grave episodio e io ho provveduto a querelare per lesioni lo speaker. Lui non si è mai scusato per quanto accaduto”.
Contattato telefonicamente dalla redazione di MBNews, il signor Luca, lo speaker della manifestazione, ha fornito la sua versione dei fatti.

“Comprendo la rabbia del runner per quanto accaduto, certamente perdere una gara per un errore commesso a causa di altri non può non lasciare l’amaro in bocca. Il signor Matteo, però, è venuto da me molto agitato e aggredendomi verbalmente anche con parole molto pesanti. Mi sono spaventato per quella reazione improvvisa e violenta e l’ho invitato più volte a rivolgersi all’organizzazione dietro di me. In attesa di ricevere indicazioni dai responsabili sono andato avanti nella conduzione con professionalità, come faccio da 30 anni ormai. All’improvviso però ho sentito arrivarmi una botta, non so dire se fosse la cartellina (e non un foglio) che avevo in mano, che, colpita dal runner ha fatto un volo di diversi metri, o fosse lui direttamente. Fatto sta che, d’istinto, ho reagito a quella aggressione colpendolo con lo mano destra che aveva in mano il microfono, senza nessuna intenzionalità. Non era assolutamente nelle mie intenzioni fargli del male, si è trattato di un gesto istintivo e di riposta alla sua reazione esagerata.Mi scuso con lui e avrei voluto farlo anche domenica ma gli organizzatori mi hanno suggerito mi hanno consigliato di non entrare a scusarmi perché lui non voleva vedermi”.
Sentito anche Luca Lamera, organizzatore della manifestazione: “Fin da subito ci siamo assunti la responsabilità del disguido creato ai runners dell’indicazione errata del percorso. Abbiamo cercato di andare incontro ai partecipanti scusandoci ed evitando che potesse verificarsi con altri. Non entro invece nel merito della vicenda, quello che posso dire è che noi abbiamo subito soccorso Matteo che era moto agitato, invitandolo a calmarsi, approfondendo poi la questione. Mi sento però di confermare che Luca ha più volte chiesto di Matteo, volendosi andare a scusare con lui di persona. Il runner per era molto agitato e lui stesso ci ha riferito di non volerlo vedere. Ci è sembrato opportuno soddisfare la sua richiesta”.