Cronaca

La Guardia di Finanza sequestra al senatore Paolo Romani quasi 350 mila euro

Sono quasi 350mila gli euro sequestrati a Paolo Romani, senatore di Cambiamo!, accusato di avere sottratto la cifra dalle casse di Forza Italia quando ne era il capogruppo.

Paolo Romani senatore
Paolo Romani

Sono quasi 350mila gli euro sequestrati a Paolo Romani, senatore di Cambiamo!, accusato di avere sottratto la cifra dalle casse di Forza Italia quando ne era il capogruppo. La Procura della Repubblica di Monza, infatti, questa mattina ha delegato il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza di Milano ad eseguire un decreto di sequestro preventivo, fino alla concorrenza di 344.348 euro, emesso dal Gip del tribunale di Monza, nei confronti di  senatore della Repubblica il quale è iscritto in un procedimento per il reato di peculato.

“Il provvedimento cautelare reale eseguito oggi ha interessato somme giacenti su conti correnti detenuti presso 2 istituti di credito, nonché un immobile intestato ad una persona sottoposta ad indagini nel comune di Cesano Milanino. Il procedimento si trova attualmente in fase di indagini preliminari” come si legge nella nota firmata dal Procuratore Capo di Monza, Claudio Gittardi.

L’INCHIESTA

L’inchiesta su Paolo Romani era diventata pubblica lo scorso luglio. Secondo le carte, Romani avrebbe prelevato 350mila euro dal conto corrente di Forza Italia, quando era capo del gruppo a Palazzo Madama, in parte con la collaborazione di un imprenditore, a cui avrebbe girato poi degli assegni per parte della cifra contestata.

L’indagine, svolta dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza di Milano sotto la direzione della Procura del capoluogo brianzolo, trae origine da varie segnalazioni di operazioni sospette e si è successivamente articolata nell’acquisizione di documentazione e da approfondimenti.

Secondo il Procuratore Capo Claudio Gittardi, Romani in qualità di Capo del Gruppo Parlamentare de Il Popolo delle Libertà (dal 25 novembre 2013 al 22 marzo 2018), avrebbe avuto accesso a un conto corrente presso la Filiale di Palazzo Madama ed intestato a Forza Italia, con delega a suo favore, alimentato con con somme provenienti dalla dotazione del Senato per il finanziamento pubblico ai partiti. Secondo l’accusa, il Senatore Romani si sarebbe appropriato di 83mila euro prelevando la cifra dal conto con quattro assegni, emessi a sua firma e a se stesso intestati, che avrebbe poi versato sul suo conto acceso presso una filiale bancaria di Cinisello.

Sempre secondo gli atti della Procura, inoltre, avrebbe emesso assegni per 165.500 euro ad una ditta (oggi in liquidazione), il cui titolare incassava e poi riversava quasi integralmente allo stesso Romani sempre su conti correnti a lui intestati.

Infine avrebbe emesso altri assegni, per circa 95.300 euro, a “molteplici soggetti per finalità estranee a quelle indicate nel regolamento del Senato”.

Romani lo scorso luglio si era avvalso della facoltà di non rispondere, allegando una memoria difensiva e nuova documentazione.

 

 

 

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