Ambiente

Villasanta, dal PNRR 7 milioni di euro per la bonifica dell’ex Lombarda Petroli

L’area interessata dalla bonifica non corrisponde all’intera estensione dell’ex Lombarda Petroli, ma ai lotti B, C e D, non ancora bonificati ma liberati dalle strutture preesistenti.

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Villasanta. Passi in avanti verso la bonifica dell’area dell’ex Lombarda Petroli. Sono sette i milioni di euro dal Pnrr stanziati per la progettazione e la rigenerazione dell’ex raffineria di via Sanzio a Villasanta.

A formalizzare l’impegno, nelle scorse settimane, è stata la firma del decreto da parte del ministero della Transizione ecologica, sulla misura del Pnrr “Bonifica del suolo dei siti orfani”, con l’adozione del Piano d’azione per riqualificare i terreni inquinati delle aree industriali abbandonate.

Lo stanziamento

Lo stanziamento dei fondi era stato annunciato a inizio 2022, nel mese di febbraio. Il l target finale dell’investimento è fissato al primo trimestre del 2026: per allora dovrà infatti essere riqualificato il 70% della superficie individuata.

Il documento, di portata nazionale, impegna 500 milioni di euro in tutto lo Stivale. Mette a fuoco 42 realtà in Lombardia e inserisce al primo posto nell’ambito regionale proprio Lombarda Petroli, destinandole il secondo importo per entità (il primo è di circa 8 milioni). L’obiettivo, si legge nell’elenco diramato dal Ministero, è la “progettazione esecutiva e realizzazione bonifica suoli e falda”.

L’intera operazione verrà gestita all’interno di una convenzione tra Regione Lombardia e il Comune di Villasanta. Nelle scorse settimane c’è stato il primo sopralluogo ufficiale sull’area da parte di regione, ARPA, il Consulente tecnico d’ufficio nominato dal Tribunale (l’area è oggetto di un fallimento) accompagnati dal Comune.

Le aree interessate

L’area interessata dal procedimento non corrisponde all’intera estensione dell’ex Lombarda Petroli, ma ai lotti B, C e D, non ancora bonificati ma liberati dalle strutture preesistenti.

I lotti A1 e A2 sono già stati bonificati (si tratta di parte dell’area su cui insistono i capannoni industriali di Immobiliare Villasanta, nella zona verso viale Monza). Ancora privo di bonifica e di progetti è invece il lotto E, quello che costeggia la ferrovia, sul lato di via Edison e che ospita parte dei serbatoi dell’ex raffineria.

La soddisfazione dell’assessore all’Urbanistica Sormani

“Questo risultato è frutto di un lavoro che l’Amministrazione Ornago porta avanti da quasi un decennio a tutti i livelli; l’obiettivo resta quello di recuperare un’area pesantemente inquinata e così sanare, almeno in parte, la ferita causata a Villasanta dal disastro ambientale del 2010- ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Carlo Sormani-. La legge sui siti orfani e i fondi del PNRR, oltre alla collaborazione della Regione, pensiamo possano finalmente dare la spinta decisiva al percorso di bonifica dell’area della ex raffineria, area che copre, nel complesso, ben 1/11 dell’intero territorio villasantesee. È un’occasione che cercheremo di cogliere al meglio, pur essendo consci della grande sfida operativa e amministrativa che, come Comune, avremo di fronte di qui in avanti”.

L’intervento di Regione Lombardia

A intervenire sulla questione anche il consigliere regionale leghista Alessandro Corbetta: “Regione Lombardia ha giocato un ruolo fondamentale al fine di ottenere questi stanziamenti e svolgerà in futuro una funzione importante nella fase di bonifica. L’arrivo di risorse per 7 milioni di euro rappresenta un’ottima notizia per Villasanta e consentiranno di restituire alla collettività un territorio privo di sostanze inquinanti.
Come Lega staremo attenti e monitoreremo l’evolversi della situazione affinché i progetti di riqualificazione portati avanti dall’Amministrazione Comunale siano connessi a reali benefici pubblici per Villasanta e per i suoi cittadini”.

La storia del disastro ambientale

Nella notte tra il 22 e il 23 febbraio 2010 a Villasanta, verso le 3, ebbe origine uno dei più grandi disastri ambientali della storia della Brianza e dell’intera Lombardia. Dalle sette cisterne dell’ex azienda petrolifera Lombarda Petroli furono sversati dolosamente più di due milioni e mezzo di litri di petrolio. Il carburante, colato nei tombini della fabbrica,attraversò chilometri di fogne intasando il depuratore di Monza e riversandosi nel Lambro. Il tutto in poche ore, prima ancora dell’arrivo dell’allarme agli enti territoriali.

A poche ore dall’avviso del disastro si formò una task force composta dai Vigili del Fuoco, dai volontari della Protezione Civile e dai tecnici dell’ARPA, dal corpo forestale dello stato. Un tavolo tecnico che portò al coordinamento di un piano di emergenza per la gestione del disastro.
Il carburante, nel frattempo, continuò a procedere e guadagnare chilometri su chilometri lentamente lungo il Lambro superando le dighe galleggianti e gli sbarramenti realizzati per arginare l’avanzata della grande macchia nera e arrivando a minacciare il Po.

La corsa dell’onda nera di carburante che aveva ormai superato il territorio brianzolo fu fermata con il contributo dell’Esercito e della Protezione Civile nazionale, all’altezza della centrale elettrica di Isola Serafini (PC). Un intervento congiunto che portò ad abbassare le paratie della diga facendo defluire solo l’acqua pulita sul fondo. Grazie all’utilizzo delle idrovore venne aspirata la maggior parte degli idrocarburi. Un intervento che evitò alla massa di carburante di raggiungere il delta del Po e il Mar Adriatico. Il materiale che, il 26 febbraio 2010, raggiunse infatti il mare grazie ad altri interventi attuati velocemente lungo il restante corso del Po, era così poco da non costituire un pericolo per l’ambiente.

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