Cisco, quando la tecnologia va a braccetto con la sostenibilità (e il territorio)

Sostenibilità e Tecnologia. Un binomio all’apparenza a volte inconciliabile, ma che trova invece una soluzione nel mondo Cisco. Abbiamo intervistato Angelo Fienga, direttore per le Soluzioni sostenibili.
Sostenibilità e Tecnologia. Un binomio all’apparenza a volte inconciliabile, ma che trova invece una soluzione nel mondo Cisco. Abbiamo intervistato Angelo Fienga, direttore per le Soluzioni sostenibili.
Che importanza ha per voi la sostenibilità e come si inserisce nel vostro business?
La sostenibilità è un aspetto centrale del nostro business. Vi si inserisce sia come obiettivo aziendale che si integra con gli obiettivi di crescita, sia come impegno per supportare i clienti nel loro percorso di sostenibilità aiutandoli a fare meglio con le tecnologie nostre e dei nostri partner.
Cisco ha stabilito per se stessa l’obiettivo ambizioso di diventare un’azienda net-zero entro il 2040: net-zero significa ridurre al massimo le emissioni di Co2 e compensare la quantità residua, se presente, con la rimozione di altrettante emissioni e noi – raggiungendo una serie di obiettivi intermedi che abbiamo dichiarato, che misuriamo e che rendiamo noti al pubblico – nel 2040 vogliamo avere eliminato sia le emissioni causate direttamente dalla nostra attività operativa e produttiva, sia le emissioni indirette che derivano, ad esempio, dall’energia che utilizziamo ma anche dall’uso dei nostri prodotti, in tutto il loro ciclo di vita. Per arrivarci naturalmente puntiamo sulla collaborazione dei nostri partner e dei nostri fornitori, ma anche sulla ricerca che ci permette di ridurre sempre di più l’impatto ambientale dei nostri prodotti e su scelte che puntano a realizzare un modello efficace ed efficiente di economia circolare.
Oggi cosa dovrebbero fare le aziende per essere più sostenibili? Che ruolo ha la tecnologia?
Oggi la sostenibilità è una sostenibilità digitale. Accanto ai comportamenti individuali e alle scelte “a basso impatto” (ad esempio, scegliere di usare solo energie rinnovabili per alimentare la propria attività) ci sono soluzioni tecnologiche che permettono di accelerare la decarbonizzazione e danno alle aziende gli strumenti necessari per intervenire.
Ogni azienda può stabilire il proprio percorso, certamente investendo su elementi quali l’efficienza energetica, ripensando il modo in cui opera o produce i suoi prodotti, le materie prime ecc. E’ una assunzione di responsabilità che è anche un vantaggio per l’impresa perché è dimostrato da molte analisi ormai che le aziende più sostenibili reggono meglio nelle turbolenze del mercato, attirano più talenti, innovano di più.
Se pensiamo alle industrie, o anche agli edifici, oggi a partire dalle tecnologie dell’Internet delle Cose si possono connettere componenti, macchine, sistemi e ottenere dati con i quali capire i propri consumi, diventare più efficienti intervenendo in modo mirato e quindi abbassare il proprio impatto.
La tecnologia aiuta anche a fare sì che i cambiamenti imposti dalla lotta al cambiamento climatico – che possono essere veri e propri stravolgimenti di paradigma, pensiamo alla mobilità elettrica per esempio – possano avvenire mitigando eventuali difficoltà così da fare sì che il futuro sia più inclusivo, oltre che più sostenibile. Inoltre è sempre la scelta di sviluppare tecnologie in modo nuovo che permette, ad esempio come facciamo noi, di creare soluzioni che sono nelle reti delle aziende di tutto il pianeta ma consumano meno energia, sono realizzate utilizzando il meno possibile materie plastiche, vengono facilmente restituite dai nostri clienti per consentirci di riciclarle, rigenerarle, ripararle.
Quindi, potremmo riassumere quanto detto in singola frase: “Green IT” e “IT for Green”, intendendo che la tecnologia deve, da un lato essere sempre più sostenibile e, al contempo, abilitatore di sostenibilità sia nei processi industriali che nella vita quotidiana.
Qual è l’impegno di Cisco per ridurre le emissioni di gas serra?
Come dicevo in precedenza, ci siamo posti l’obiettivo come azienda di diventare net zero per tutti i tipi di emissioni (Scope 1, 2 e 3) entro il 2040. L’obiettivo net-zero per le emissioni globali nette di scopo 1 e 2 ce lo siamo fissato per il 2025, e i nostri step sono tutti stabiliti e misurati su base scientifica – adottando i criteri dell’iniziativa Science Based Target (SBTi). Il 100% di uso di energie rinnovabili in Italia è già stato raggiunto, entro la fine di questo fiscal che cadrà a fine luglio vogliamo usarle per l’85% delle nostre esigenze in tutto il mondo. Sulle emissioni di scopo 3 il gioco si fa più sfidante: sono le emissioni che derivano dalla nostra catena di fornitura, dalla logistica, dal prodotto e dai suoi consumi e materiali ecc nell’uso che ne fanno i clienti, e da ciò che fanno per la sostenibilità i nostri partner. Entro il 2030 vogliamo riuscire a ridurre le emissioni di gas serra del 30% rispetto ai livelli che avevamo nel 2019, in tutta la supply chain; senza questo obiettivo e i passi ulteriori, non potremmo arrivare al net zero per il 2040.
Quali sono i nuovi progetti che state realizzando in questo senso? Alcuni progetti prevedono il ritiro della tecnologia usata altri prevedono nuovi prodotti che posso essere riutilizzati…
Sì stiamo lavorando molto per integrare pienamente i principi di design e di business circolare nella nostra attività. E’ una azione che è molto complessa ma è vitale: perché il nostro impatto si misura su molti livelli. Ad esempio siamo un settore che usa molto terre rare, materiali che hanno risvolti rilevanti di impatto ambientale e sulla società anche al di là delle emissioni di CO2, ad esempio; i prodotti ICT fanno largo uso di plastiche; eccetera.
Ci siamo impegnati a progettare e gestire tutte le nostre soluzioni tecnologiche – e anche i loro imballaggi – in ottica di riuso, riparazione, efficienza delle risorse e scelta di materiali il più possibile a basso impatto. Questo non servirebbe se non avessimo la piena collaborazione dei clienti ed è per questo che di recente abbiamo implementato nuove iniziative per favorire questo “ricircolo” e la scelta di soluzioni green.
La prima iniziativa è una app, che si chiama Send IT Back, che semplifica le operazioni con cui i nostri clienti possono chiederci il ritiro dei prodotti Cisco a fine vita: noi infatti ci siamo impegnati per arrivare a ritirare il 100% dei prodotti dai clienti, e ci siamo molto vicini oggi. Quando ritiriamo questi prodotti li riavviamo a nuova vita, rigenerandoli – abbiamo una serie di prodotti rigenerati infatti – o recuperando e riciclando il più possibile, con l’obiettivo che “in discarica” finisca sempre meno materiale.
L’altra iniziativa punta sul valore di business della circolarità come modello commerciale nuovo. In pratica offriamo ai clienti con Cisco Green Pay una proposta per cui essi possono acquisire da noi le tecnologie più green che offriamo e tenerle per un periodo di tre – cinque anni, pagandole con un canone trimestrale e avendo da subito un incentivo del 5% sull’acquisto. A fine periodo ci impegniamo a ritirare dal cliente il prodotto e certificargli che il trattamento di fine vita a cui esso è sottoposto avvenga secondo tutti i crismi normativi e della circolarità.
La vostra sede è in Brianza, cosa si potrebbe fare in questo territorio per diminuire l’impatto ecologico?
A livello territoriale gli elementi che pesano sull’ambiente sono numerosi. C’è il sistema dei trasporti che consente una maggiore sostenibilità laddove viene sviluppato con più capillarità e privilegiando, nello sviluppo, le tecnologie più green; c’è l’impegno anche a non creare consumo ulteriore di suolo nelle iniziative di sviluppo aziendale, cosa che è possibile; c’è la diffusione di una cultura aziendale che permetta di fare scelte più amiche dell’ambiente. Ad esempio lo smart working di cui tutti parlano ha certamente un valore anche in ottica di sostenibilità, per la riduzione degli spostamenti e l’impatto che ha sui consumi energetici e di risorse negli uffici. Infine un’altra soluzione molto rilevante dal punto di vista ambientale è quella degli “Smart Sustainable Building”, cioè la trasformazione degli edifici e degli uffici in ottica sostenibile. Questa include, ad esempio, il concetto della convergenza delle reti dati, elettrica e dei sensori in un’unica rete in cui tutto viene trasportato. Con la tecnologia Power over Ethernet, infatti, non c’è più bisogno di avere tre reti – e quindi cavi – separati che corrono nei nostri edifici, ma uno solo. Su questo vengono trasportati sia i dati che alimentano i nostri sistemi IT e di controllo, sia i dati dei sensori e sia l’energia che serve ad alimentare i sensori, i pc e anche monitor e appliances. Si ottiene quindi un doppio risparmio: in fase di installazione si risparmia sui materiali, sui lavori e sulla velocità di esecuzione, e in fase di esercizio si risparmia sull’energia elettrica, sia per l’ottimizzazione delle conversioni fra corrente alternata e continua, sia per l’utilizzo, ad esempio di illuminazione led, pilotata e alimentata attraverso la rete PoE. Ecco, questa trasformazione, che noi abbiamo attuato sia presso gli edifici di diversi clienti che nel nostro ufficio di New York con ottimi risultati, è un elemento che certamente abilita la trasformazione sostenibile del territorio.