Spinge un minore a rapinare 3 negozi per un debito di droga: si faceva chiamare “dio”

Per un debito di droga da 12mila euro ha commesso tre rapine a mano armata a Monza
Per un debito di droga da 12mila euro ha commesso tre rapine a mano armata a Monza. A spingerlo, lo stesso pusher che, in più occasioni, gli aveva ceduto ingenti quantitativi di hashish e marijuana, maturando così il credito. Per riuscire ad onorarlo, il ragazzino era entrato impugnando la pistola in tre negozi, due supermercati ed un tabaccaio, oltre che consegnare droga per suo conto.
Le indagini, avviate nell’ottobre dello scorso anno dai Carabinieri della Compagnia di Monza, sono partite dall’arresto del ragazzino, all’epoca dei fatti 17enne, resosi responsabile di diverse rapine a mano armata nel capoluogo brianzolo. A seguito dell’arresto, il ragazzo aveva infatti confessato ai militari di essere stato costretto a compiere quei reati per la necessità di onorare un debito di circa 12.000 euro con il proprio fornitore, dal quale aveva recentemente ritirato 2,5 kg di marijuana. Questi, un lissonese di origini rumene, a dire dell’arrestato spacciava da casa tramite applicazioni quali Telegram e WhatsApp con il nickname “dio”.

I militari in breve tempo sono riusciti a risalire all’identità del presunto spacciatore anche grazie alle chat fra i due protagonisti della vicenda: sul telefonino un fitto rapporto fra i due, caratterizzato da frequenti incontri finalizzati alla consegna di importanti quantitativi di droga, da qualche etto fino a oltre i due chili, che il diciasettenne rivendeva sia per conto proprio che per conto dell’indagato stesso, che talvolta lo impiegava come corriere per poi decurtargli parte del debito pregresso.
L’uomo, già arrestato per fatti analoghi dai Carabinieri del N.O.R. di Monza lo scorso anno, nel corso della perquisizione era stato sorpreso in possesso di circa 300 grammi di hashish e marijuana, diverso materiale per il confezionamento e la cifra contante di oltre 6.000 euro, elemento quest’ultimo che, come evidenziato dal P.M. nella richiesta di misura e condiviso dal G.I.P. nell’ordinanza di applicazione “oltre a rivelare le dimensione dell’attività di spaccio svolta dall’indagato, è altresì sintomatico del fatto che lo stesso, privo di apparente stabile occupazione lavorativa, trae dall’attività delittuosa i (sostanziosi) proventi per il proprio sostentamento”.

I Carabinieri del N.O.R. di Monza hanno quindi eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il tribunale di Monza, su proposta della Procura, nei confronti del giovane lissonese, ritenuto responsabile del reato di spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di aver consegnato dette sostanze a un minorenne. Ora si trova nel carcere brianzolo.