Lombardia

“L’Italia delle Regioni”, il governatore Fontana: “Riparto delle competenze per vocazioni territoriali”

Il presidente della Lombardia ha annunciato un riparto delle competenze “che non sia più uguale per tutti, ma sia distinto a seconda delle vocazioni territoriali".

italia delle regioni fontana

Non ha nascosto la soddisfazione, Attilio Fontana, per la scelta della Lombardia come “salotto” di questa prima edizione dell’evento “L’Italia delle Regioni”, una due giorni di incontri tra istituzioni di tutti i livelli sui temi delle autonomie locali che si divide tra la giornata milanese di oggi, 5 dicembre, e quella monzese di domani, in Villa Reale.
Durante la prima giornata del festival cui Palazzo Lombardia ha contribuito in supporto alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, il governatore lombardo ha detto: “Il Festival che inauguriamo oggi in Lombardia e che proseguirà il suo viaggio in tutti i territori che noi presidenti abbiamo l’onore di amministrare contribuirà a rilanciare il ruolo delle Regioni che, mai come negli ultimi anni, hanno dato prova di compattezza”. Una compattezza che il premier Giorgia Meloni proprio nel suo video-collegamento con Palazzo Lombardia, ha definito indispensabile e, anzi, da potenziare. Sì all’autonomia differenziata, ha detto, citando la materia tanto cara alla Lega, ma lavorando sulla coesione nazionale e senza lasciare indietro nessuno.

FONTANA

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A chi ha chiesto a Fontana se non considerasse la dichiarazione della Meloni un po’ un freno, il presidente ha risposto: “al nostro interno riusciamo sempre a trovare un accordo, evidentemente è perché al nostro interno questo principio vale per tutti”.
“Così come credo sia giusta – ha proseguito il presidente – anche rispettando i dettati costituzionali, una ridefinizione dei compiti: le Regioni, come enti programmatori; i Comuni, enti locali che garantiscono i servizi; e una nuova stagione per quei corpi intermedi, con compiti di area vasta e coordinamento come le Province che sono stati eliminati nel 2016”.

 

Al centro dell’intervento temi come la sussidiarietà, sia una sussidiarietà orizzontale, “riconoscendo il ruolo che anche il privato svolge, “senza il quale non avremmo le risorse per riuscire a dare risposte non dico migliori, ma almeno uguali”, sia una sussidiarietà verticale rispettosa dei Comuni e delle Province.
Linee guida: dialogo aperto su tutti i fronti e riparto delle competenze “che non sia più uguale per tutti, ma sia distinto a seconda delle vocazioni territoriali, delle specificità e dei problemi che un territorio presenta”.

 

 

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