Calcio Monza, Palladino: “Vivo un sogno, ma non abbiamo ancora fatto nulla: a gennaio sarà un’altra serie A”

13 dicembre 2022 | 01:36
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Calcio Monza, Palladino: “Vivo un sogno, ma non abbiamo ancora fatto nulla: a gennaio sarà un’altra serie A”
Raffaele Palladino sulla panchina del Monza

In dodici mesi è passato dalla panchina della Primavera biancorossa alla Prima squadra in serie A: il tecnico biancorosso racconta la sua storia e la passione viscerale per il mestiere di allenatore.

E’ sempre stato abituato a bruciare le tappe Raffaele Palladino. Da calciatore, a soli 17 anni ha esordito in serie C, a 18 è passato alla Juventus, a 20 ha esordito in serie B – segnando 15 reti in 39 partite – e a 21 ha debuttato in Serie A con i colori del Livorno, segnando subito una rete decisiva.

Un’ascesa più rapida sembrava davvero difficile, eppure nella sua nuova carriera da allenatore il classe 1984 di Mugnano di Napoli sta correndo ancor più in fretta: nel giugno 2020 diventa il tecnico dell’Under 15 biancorossa, un anno dopo passa alla selezione Under 19 e dopo altri 13 mesi viene promosso alla guida di una prima squadra impegnata in uno storico campionato di Serie A atteso per 110 anni. All’esordio centra una storica vittoria contro la Juventus.

In un’intervista concessa al collega della Gazzetta dello Sport Matteo Brega, Palladino è tornato sul suo percorso professionale: “Anche un anno fa ero qui al centro sportivo per preparare la partita di campionato contro il Venezia. Sono cambiate le responsabilità, è un sogno. Non scorderò mai la telefonata che feci a casa, a mamma Rosa e papà Guglielmo. Mamma era spaventata, mi viene da sorridere a ripensarci. Mi disse “Ma sei sicuro? È difficile!”. Erano spaventati, poi hanno pianto di gioia dopo la vittoria contro la Juventus…”

CI VUOLE CORAGGIO

Sempre molto pacato, lucido e sincero nelle sue dichiarazioni, Palladino ha spesso usato la parola “coraggio” sia a proposito della scelta di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani di affidargli la panchina del Monza sia rispetto al suo modo di approcciare le sfide sportive “Silvio Berlusconi e Adriano Galliani hanno avuto coraggio con me e io lavoro per il bene del club. Mi sembra che si sia rotta la barriera di diffidenza verso allenatori giovani. L’esperienza Si forma sbagliando, cioè allenando. In Italia bisognerebbe avere più coraggio, in ogni ambito. Anche io sbaglio: mi metto in discussione come persona e allenatore ogni giorno. Cerco il confronto con il mio staff, non voglio avere intorno persone che mi dicano sempre “sì, hai ragione”. Ho bisogno di persone che mi facciano riflettere. Anche da calciatore ero così: non cercavo scuse esterne”.

In una carriera da calciatore di oltre 16 anni e 340 partite disputate, Palladino ha lavorato con tecnici come Lippi, Deschamps, Ranieri, Gasperini e Juric. Proprio a questi ultimi due tecnici sembra ispirarsi la filosofia del Palladino allenatore: Allenare mi ha fatto perdere la testa, mi piace di più di quanto mi piacesse giocare. Fa un po’ invecchiare, ho qualche capello bianco, ma niente mi pesa. Ho iniziato a informarmi sulle proposte tecniche dei miei allenatori con Juric. Mi ha aperto un mondo, mi sono ascoltato. I principi di gioco sono molto simili a quelli di Gasperini, ma ho avuto anche Lippi, Deschamps, Ranieri. Ho preso un po’ da tutti e ho studiato io. La cosa più sbagliata è fare “copia&incolla”. Mi piace unire lo staff con la squadra, avere un rapporto sincero e umano pur con il rispetto dei ruoli. Allenatore e amico? Faccio un esempio. Quando andai a Crotone, con Juric in panchina, ero molto amico di Ivan. Ero in difficoltà. Serviva un po’ di distacco. Da tecnico, conosco bene alcuni dei miei, siamo stati compagni, siamo amici. Ma scelgo per il bene della squadra.

VOGLIO DI PIU’

Oltre alla parola “coraggio”, è “gruppo” quella che spesso ritorna nelle analisi del tecnico monzese: “Sono soddisfatto della gestione del gruppo. Siamo solidi. Ma ha ragione Adriano Galliani, alla fine non abbiamo fatto niente, gennaio sarà tosto. Pensiamo alla salvezza prima di tutto, dobbiamo alzare il livello”.

Anche “alzare il livello” torna spesso nel vocabolario del tecnico di Mugnano di Napoli. Ed è con un allenatore giovane, che non si accontenta, che pretende sempre di migliorare e di crescere che il Monza si prepara ad affrontare un 2023 che si aprirà con Fiorentina, Inter e una doppia sfida alla Juventus. Non c’è dubbio, viviamo tutti un sogno…