Clamorosa evasione di 7 detenuti dal carcere minorile: uno è di Monza e Brianza

Clamorosa evasione il giorno di Natale di sette detenuti, 4 minorenni e 3 maggiorenni, dal carcere minorile Beccaria di Milano. Uno di loro è di Monza e Brianza.
Clamorosa evasione il giorno di Natale di sette detenuti, 4 minorenni e 3 maggiorenni, dal carcere minorile Beccaria di Milano. Uno di loro è di Monza e Brianza. Tutti ospiti della struttura per furti e rapine sono cinque italiani, un ecuadoriano e un marocchino. Tre di loro sono già tornati nella struttura.
Dopo la loro fuga è stata inoltre messa in atto una violenta protesta: alcuni degli altri detenuti hanno dato fuoco alle celle, un Reparto detentivo è inagibile e senza luce. Sul posto presenti vigili del fuoco ed altre forze di Polizia a supporto della Penitenziaria. Denuncia Donat
Secondo una prima ricostruzione i 7 giovanissimi avrebbero approfittato dei lavori in corso – da anni – al Beccaria per sfondare una protezione in legno già malandata. Sei di loro sono saliti sulle impalcature per poi calarsi da un muro più basso rispetto a quello che circonda l’istituto, un altro avrebbe invece utilizzato un lenzuolo per calarsi.
“La grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria del Beccaria. Da molto, troppo tempo arrivano segnali preoccupanti dall’universo penitenziario minorile”, denuncia Capece. “È da sottolineare, infatti, che nell’ultimo periodo diversi detenuti delle carceri minorili provocano con strafottenza modi inurbani e arroganza i poliziotti penitenziari, creando sempre situazioni di grande tensione. Ma nessun provvedimento è stato assunto, nonostante le reiterate sollecitazione del SAPPE. Ed è per questo che ci stupiamo di chi “si meraviglia” se chiediamo una revisione della legge che consente la detenzione di ristretti adulti fino ai 25 anni di età nelle strutture per minori”.
“I vari Governi che si sono alternati negli anni”, denuncia il leader nazionale del SAPPE, “anziché adottare provvedimenti che garantiscono ordine e sicurezza nelle carceri hanno dato corso ad una riforma penitenziaria che ha minato proprio la natura stessa di pena e carcere, affidando il carcere ai detenuti e depotenziando anche il ruolo della Polizia Penitenziaria. E questo è grave e inaccettabile”. Capece ricorda che “come primo Sindacato della Polizia Penitenziaria abbiamo in più occasioni chiesto ai vertici del Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità che le politiche di gestione e di trattamento siano adeguate al cambiamento della popolazione detenuta minorile, che è sempre maggiormente caratterizzata da profili criminali di rilievo già dai 15/16 anni di età e contestualmente da adulti fino a 25 anni che continuano ad essere ristretti. La realtà detentiva minorile italiana, come denuncia sistematicamente il SAPPE, è più complessa e problematica di quello che si immagina: per questo si dovrebbe ricondurre la Giustizia minorile e di Comunità nell’ambito del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria piuttosto che mantenerla come Dipartimento a sé. Questa clamorosa evasione conferma, purtroppo, che avevamo ed abbiamo ragione”.