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“Chiacchierare con i talebani armati fino ai denti, un’esperienza che non avrei mai pensato di vivere”

28 dicembre 2022 | 16:47
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“Chiacchierare con i talebani armati fino ai denti, un’esperienza che non avrei mai pensato di vivere”
Foto di Francesco Sangalli

Il giovane videomaker desiano Francesco Sangalli ha partecipato ad una spedizione di Overland in Afghanistan. Le puntate di “Il mondo visto con gli occhi di Overland” andranno in onda il 28 e 29 dicembre su Rai 1.

Chiacchierare con un gruppo di talebani armati fino ai denti in un edificio storico misterioso, in una zona totalmente inaccessibile fino a pochi mesi fa: un’esperienza che mai avrei sperato di vivere e invece  è accaduta. Di sicuro, non la dimenticherò mai”. Il racconto è di Francesco Sangalli, giovane desiano videomaker, rientrato dall’Afghanistan dopo 15 giorni di videoriprese per Overland, il programma televisivo documentaristico di viaggi avventurosi.

Quello in Afghanistan è stato un viaggio ricco di tante esperienze, in cui Francesco ha cercato di comprendere meglio il Paese finito nelle mani dei talebani da un anno e mezzo. Insieme al documentarista Filippo Tenti, il desiano ha fatto parte della spedizione  per realizzare il nuovo format “Il mondo con gli occhi di Overland”. Le due puntate dedicate all’Afghanistan andranno in onda su Rai 1 il 28 e 29 dicembre. Il 3 e 4 gennaio invece sarà la volta delle due puntate sul Kazakhistan, altro Paese visitato da Francesco e dalla troupe poco prima dell’Afghanistan. Per la trasmissione, il desiano si è occupato delle riprese e della post produzione. Negli anni passati aveva già partecipato con Overland ad un’altra spedizione, nell’Africa Occidentale.  “L’obiettivo del nuovo format di Overland è quello di raccontare i Paesi del mondo non solo negli aspetti più negativi, ma fare conoscere anche quelli positivi”.

Generico dicembre 2022

La scorta armata dei talebani

Raccontare l’Afghanistan non è facile. Come non è facile viverlo. Per quasi due settimane Francesco si è immerso in questo Paese, nella sua cultura e tradizione, ha attraversato paesaggi bellissimi, ha dormito per terra, ha mangiato con le mani condividendo il cibo con i compagni di viaggio, ha incontrato molte persone, ha visto con i suoi occhi le condizioni di vita degli afghani, ha osservato e ha riflettuto molto. E ha anche avuto a che fare con i talebani. “In alcune situazioni, i talebani ci hanno fornito una scorta armata. In alcune zone infatti ci sono criminali e briganti. E’ incredibile come quelli che fino a un anno fa avrebbero cercato di rapirci o ucciderci, sono coloro che ci hanno garantito la nostra sicurezza”.

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La richiesta dei permessi per fare video e foto, l’incontro col Ministro

Il primo passo è stato quello di chiedere il permesso per fare delle riprese. “Siamo stati al Ministero – racconta Francesco, che durante il viaggio si è vestito con gli abiti tradizionali afghani – C’è stato un momento di tensione quando abbiamo detto al Ministro di essere italiani e lui ha risposto dicendo che aveva combattuto contro gli italiani. Poi ha aggiunto che lui gli italiani li aveva sconfitti. Non porta rancore. A quel punto, ci siamo risollevati”.

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Gli spari e la paura al minareto di Jam

La troupe ha vissuto un momento di paura quando si è spostata al minareto di Jam, uno degli edifici più misteriosi dell’Asia, situato in una stretta valle tra le montagne, in una zona che è sempre stata una roccaforte talebana, finora inaccessibile. “Era buio, ci stavamo organizzando per sistemare le tende e iniziare le riprese. Avevamo i permessi per fare i video e con noi c’era una guida. Ad un certo punto abbiamo sentito degli spari. Abbiamo avuto paura. Ai talebani presenti in quel momento non era arrivata la comunicazione che noi avevamo i permessi. E’ intervenuta la nostra guida a spiegare. E dopo qualche istante di panico, ci hanno detto che potevamo continuare a riprendere”. Nonostante quello che è accaduto, Francesco precisa: “L’Afghanistan, è un Paese sicuro per viaggiare”. “Lo dico però da uomo bianco occidentale ed eterosessuale. So che la mia è una situazione di privilegio. La mia esperienza è influenzata dal fatto che non ho subito discriminazioni. Certo, bisogna stare attenti e rispettare le regole. I talebani, nonostante abbiano il grilletto facile, sono comunque persone che non portano rancore. Se non gli dai fastidio, non ti odiano.  Ci hanno anche offerto il pranzo e ci hanno ospitato. So che per noi occidentali sembra assurdo, ma è così”.

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Le donne, il capo coperto, la storia di chi resiste

Per le donne, la situazione è diversa. “In questi giorni sui  giornali in occidente si dice che le donne afghane non hanno più accesso in università. Purtroppo, è così da novembre.  Per la strada non ho visto molte donne col volto completamente coperto: hanno piuttosto la mascherina. Credo che sia un loro modo per protestare, una sorta di resistenza passiva. Il mio collega, che è già stato in Afghanistan, ha notato che per la strada questa volta c’erano meno donne rispetto agli altri anni”. Tra le tante persone incontrate, c’è  una donna che, dice il desiano, “ha una storia incredibile”. “Siamo usciti stremati dalla sua intervista. Quando sono arrivati i talebani, non è scappata. Ha una scuola dove insegna matematica, fisica e inglese. Ha due centri di formazione, un centro orafo e uno di sartoria dove fa lavorare le donne. Ed è anche una brava designer. Ha disegnato un abito da sposa e un abito da sera particolari, che simbolicamente denunciano la situazione delle spose bambine, come è stata lei . Mentre eravamo lì ad intervistarla sono arrivati i talebani. Abbiamo vissuto un attimo di panico. Ci siamo nascosti. Ma lei non aveva paura. Resiste. Ci ha detto che non vuole insegnare alle sue figlie a chiedere l’elemosina, ma a guadagnare con dignità e ad essere indipendenti”.

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Gli afghani, un popolo accogliente e autentico

“L’Afghanistan è una delle terre più belle che abbia mai visto, abitata da una popolazione accogliente come poche. Gli afghani sono accoglienti, sorridenti: sono persone che hanno vissuto in guerra per 40 anni eppure appaiono come un popolo in pace da sempre. Turismo di massa e globalizzazioni non hanno ancora alterato le tradizioni secolari. L’Afghanistan  è  una nazione autentica, di una bellezza sconvolgente.  Questo non significa che sia tutto bello. Ma trovo comunque qualcosa di confortante in questa autenticità”. Ora Francesco sta già preparando le valigie: partirà con Overland per l’Iraq e poi per l’Uganda.

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