Come gestire le rate della cessione del quinto se arriva la cassa integrazione

Regolata dal DPR numero 180 del 1950, la cessione del quinto è nata come agevolazione per i dipendenti dell’amministrazione pubblica. Ampliata in seguito anche al settore privato, oggi vi si ricorre quando si ha la necessità di avere a disposizione maggiore liquidità in tempi rapidi. Con addebito diretto sullo stipendio, di conseguenza versato direttamente dal datore di lavoro all’istituto di credito, può raggiungere l’importo massimo di un quinto dello stipendio totale.
Ma il lavoro, anche quando è regolato da un contratto a tempo indeterminato, può purtroppo subire dei cambiamenti. Uno dei casi che più spaventa è il rapporto tra la cessione del quinto e la cassa integrazione. Numerose le differenze delle casistiche qualora ci si trovi già in questa condizione o se sopraggiunga in un secondo momento. Seppure sia bene tenere a mente che, a ogni stipula, è prevista l’attivazione di una polizza assicurativa collegata proprio a una eventuale perdita del lavoro.
CIG e cessione del quinto
Nel momento in cui un dipendente richiede l’attivazione della cessione del quinto vengono presi in considerazione diversi fattori. Nel caso in cui si lavori per un ente pubblico la procedura è molto fluida e abbastanza semplice, per il settore privato lo stato di salute aziendale è un elemento importante per poter procedere all’attivazione di questa forma di finanziamento. Di conseguenza, è facile intuire quali possano essere le difficoltà nella richiesta della cessione del quinto qualora si fosse già in cassa integrazione. Quest’ultima, in effetti, rappresenta un ammortizzatore sociale importante per il sostegno di aziende che vivono un momento di difficoltà.
Nel caso in cui la cessione del quinto sia stata concessa prima del sopraggiungere della cassa integrazione, la situazione resta ordinaria. Difatti, qualora la riduzione delle ore (e di conseguenza dello stipendio) non muti considerevolmente, non ci sarà alcun tipo di cambiamento. Diversamente, esiste la possibilità di ricalcolare la rata in base alla nuova cifra a disposizione. Tra le opzioni vi è anche quella di sospendere temporaneamente le rate, per poi riprenderle più avanti. Per approfondire questa specifica casistica consigliamo questo focus su https://www.prestitiecessionedelquinto.com.
Ridurre la rata della cessione del quinto
La riduzione dello stipendio può variare in base al tipo di CIG a cui il lavoratore accede, può trattarsi sia di una situazione ordinaria che straordinaria, ma anche di un contratto di solidarietà. In ogni caso è contemplata la possibilità di rinegoziare la rata, trovando un nuovo accordo con la società creditizia. I calcoli saranno effettuati in base alla nuova retribuzione netta, affinché la restituzione del capitale si basi sulla reale capacità del richiedente di far fronte al debito.
Qualora si tratti di una diminuzione che non superi il 30% del totale originario, non vi sarà alcun cambiamento. In effetti, il subentro della cassa integrazione non muta il contratto in essere. Esistono ancora sia un regolare rapporto di lavoro che una regolare busta paga, tanto da consentire che gli accordi presi precedentemente restino immutati.
Cassa integrazione: la richiesta della cessione del quinto
Per ottenere la cessione del quinto viene presa in esame sia la situazione finanziaria privata che quella dell’azienda per cui si lavora. Un punto di partenza importante, il quale incontra certamente degli ostacoli nel caso in cui l’azienda abbia avuto la necessità di usufruire della cassa integrazione. Ma vi sono dei casi in cui richiedere la cessione del quinto resta comunque possibile:
- quando si tratta di una cassa integrazione ordinaria;
- quando le ore di cassa integrazione ordinaria sono poche in relazione alla totalità delle ore mensili.
La ragione è semplice: la cessione del quinto si regola sulla possibilità di gestire a monte un quinto dello stipendio, di conseguenza se la condizione economica non muta considerevolmente le garanzie di base resteranno inalterate. La richiesta di questa forma di finanziamento, però, è sempre collegata alla sottoscrizione di una forma assicurativa. Nel caso specifico venga sottoscritta mentre si è già in CIG, si incorrerà senza dubbio in un premio di polizza più alto, con relativo TAEG superiore.
Il rischio maggiore di restare disoccupati inciderà, di conseguenza, sulle spese da sostenere per ottenere il prestito in questione. La cassa integrazione, a prescindere dalle ragioni per cui scaturisca, non è mai segno di stabilità e serenità economica dell’azienda.