Regionali, Piefrancesco Majorino a Monza: “Il centrosinistra deve essere ambizioso”

Al Binario 7 il candidato alla presidenza di Palazzo Lombardia ha presentato alcuni dei temi principali del suo programma. Dalla sanità ai trasporti fino al netto no alla Pedemontana.
Monza. La corsa è già iniziata, anche se forse l’opinione pubblica non ne è ancora del tutto consapevole. I tempi, di sicuro molto brevi, sono definiti ormai con certezza. Le elezioni regionali in Lombardia si terranno il 12 febbraio, probabilmente anche il 13, del 2023. I tre candidati che tentano la corsa alla carica di Presidente della nostra Regione sono Attilio Fontana, attuale numero uno di Palazzo Lombardia, per il centrodestra, Letizia Moratti, in campo per il Terzo Polo e Pierfrancesco Majorino, esponente del Partito Democratico e del centrosinistra.
Proprio quest’ultimo, secondo i primi sondaggi, ha terreno da recuperare sugli altri due candidati e, considerando le imminenti festività natalizie, poche settimane per farlo. Ecco perché, come già fatto al Teatro Elfo Puccini di Milano dove il 3 dicembre ha aperto la sua campagna elettorale per le elezioni regionali, anche ieri sera, 6 dicembre, al Binario 7 di Monza, Majorino ha fatto un forte appello alla partecipazione attiva del popolo di centrosinistra nel poco tempo a disposizione da qui a metà febbraio.
LA SANITA’
Nella serata monzese, condotta da Agnese Zappalà, giornalista di MBNews, dopo gli onori di casa del sindaco di Monza, Paolo Pilotto, sono stati affrontati i principali temi che stanno già animando la campagna elettorale in Lombardia. Su tutti il sistema sanitario, in particolare quello pubblico, che soprattutto nella nostra Regione ha visto mettere a nudo le sue carenze dalla fase più acuta del Covid-19 in poi.
“L’attuale sistema della sanità in Lombardia è decisamente discriminatorio – afferma, senza tanti giri di parole, Majorino, che dal 2011 al 2019 è stato assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano e dal 2019 è parlamentare europeo – è in atto una vera ingiustizia sociale che permette solo a chi può pagare di avere un servizio che è un diritto di tutti“.
“Purtroppo su questo fondamentale aspetto c’è ormai una certa rassegnazione – continua – dobbiamo, invece, essere ambiziosi ed esigenti e far passare il messaggio che si può e si può deve cambiare, proponendo la vicinanza ai diversi territori e alle comunità locali“. Un concetto che si ricollega direttamente, anche dal punto di vista lessicale, alle Case della comunità, strutture mediche di riferimento territoriale e di prossimità previste dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza).

“Entro il 2024 nel nostro territorio dovrebbero sorgerne 18, una ogni 50mila abitanti – spiega Concettina Monguzzi, Vice Presidente del Consiglio della Provincia di Monza e Brianza – sarà decisamente complicato garantire, nelle condizioni in cui versa la sanità regionale, una presenza costante di personale medico ed infermieristico nelle Case della Comunità”.
“Ecco perché – continua – per consentire una risposta tempestiva alle esigenze dei cittadini, bisogna coinvolgere le comunità, gli amministratori locali e il terzo settore in un’ottica di welfare comunitario capace di lavorare per la coesione sociale”.
I TRASPORTI
Se i numeri della Asst Brianza e dell’Asst Monza raccontano, come spiegato dal consigliere regionale del Partito Democratico, Gigi Ponti, di nessuna disponibilità per il primo appuntamento di visite allergologiche, oculistiche o urologiche se prenotate oggi e di liste d’attesa che sfiorano anche i 200 giorni per priorità tra i 30 e i 60 giorni, la situazione dei trasporti pubblici nella nostra Regione non sembra essere molto migliore.

“Abbiamo un servizio, principalmente su gomma, con tempi di accesso in crescita man mano che ci si allontana da Milano e Comuni, a nord-ovest di Milano, che nel fine settimana non sono raggiungibili con i trasporti pubblici e nel resto della settimana lo sono solo marginalmente – sostiene Ponti – per questo bisogna lavorare sul prolungamento della linea metropolitana M2 e sulla M5, ma anche riaprire il prima possibile la Milano-Limbiate“.
“Bisogna parlare il linguaggio della verità e dire che in Lombardia le cose sono sfuggite di mano sia sulla sanità che sui trasporti, sicuramente non al passo con un territorio che è la terza area d’Europa come Pil – afferma Majorino – ci sono i fondi del Pnrr da spendere su questi temi strategici”.
“Se sarò eletto, nei primi 100 giorni del mio governo, faremo un provvedimento per le liste d’attesa – annuncia il candidato del centrosinistra alla carica di Presidente della Regione Lombardia – poi apriremo un processo riformatorio che coinvolgerà le comunità e le istituzioni locali oltre al mondo socio-sanitario”.

PEDEMONTANA
Sicuramente è un argomento che sta accendendo da mesi il dibattito pubblico. Fino a diventare quasi una battaglia di principio, che pone su posizioni ormai piuttosto pregiudiziali opposti schieramenti. Da un lato l’attuale Regione Lombardia, che sull’Autostrada Pedemontana Lombarda ha appena firmato un contratto da 1,26 miliardi di euro per le tratte B2 e C e dall’altro molti cittadini e sindaci della Brianza, che denunciano l’inutilità dannosa di un’infrastruttura eccessivamente costosa e per nulla sostenibile dal punto di vista ambientale.
“Su Pedemontana ci sentiamo presi in giro da una Regione che, con gravità politica inaudita, non solo sventra i pochi territori non urbanizzati del nostro territorio, ma si mostra all’apparenza disponibile al dialogo con gli amministratori locali sulla tratta D di questa opera mentre in realtà l’ha già appaltata” afferma Francesco Cereda, sindaco di Vimercate.
“Pedemontana è una scelta ottusa di un’infrastruttura che è superata dalla necessità di un sicuro modello di sviluppo sostenibile” spiega Majorino, che al Binario 7 di Monza boccia l’Autostrada su cui continua a puntare il Governatore lombardo Attilio Fontana.

UNO SGUARDO AMPIO
In tempi di inflazione galoppante e di crisi energetica, che rischiano di azzoppare anche a Monza e in Brianza la ripresa economica che ha segnato il 2021 e la prima parte del 2022, chi vorrebbe aprire una nuova stagione in Regione Lombardia non può non parlare anche di lavoro.
“Vogliamo delle politiche attive e della sicurezza che, sul modello di quanto sta avvenendo in Emilia-Romagna, vedano un confronto stabile per tracciare traiettorie di sviluppo tra parti sociali, organizzazioni sindacali e terzo settore” sostiene il candidato del centrosinistra alla presidenza di Palazzo Lombardia.
“Annunceremo presto un grande piano per creare lavoro verde perché è possibile coniugare l’occupazione, la difesa dell’ambiente e la sostenibilità – continua Majorino – vogliamo porre le questioni industriali in relazione con gli interessi organizzati e con la società civile”.
Più in generale la visione del parlamentare europeo del Partito Democratico tocca un cambiamento radicale di molti altri aspetti. “Ci battiamo per una Lombardia che stia in Europa – conclude – per una Regione che non sia più negazionista sulla presenza della criminalità organizzata e valorizzi le bellezze turistiche del nostro territorio”.