Espulso 2 volte, non ha mai lasciato il Paese: cercò di uccidere un uomo a colpi di machete

Nel 2013, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per tentato omicidio nei confronti di un cittadino sudanese che, per essersi rifiutato di fornirgli una compressa di psicofarmaco, è stato aggredito con un machete.
Con una sfilza di precedenti alla spalle, e due ordini del Questore di Varese di lasciare il territorio nazionale mai rispettati, è stato beccato dalla Polizia di Stato di Monza e accompagnato al CPR di Torino. Nella giornata di sabato 10 dicembre, il Questore Marco Odorisio ha disposto il collocamento presso il centro per il rimpatrio di un uomo di 43 anni, in Italia dal 2011, già colpito da due ordini di lasciare il Paese. Era stato poi arrestato per tentato furto aggravato, per aver cercato di rubare il marsupio di un giovane dalla sua auto mentre altri suoi complici lo distraevano. Per questo era stato sottoposto al divieto di dimora nel comune di Milano.
Nel mese di settembre 2011, poi, era stato arrestato per rapina, avendo strappato una collana d’oro dal collo di una ragazza. Nella circostanza era stato anche denunciato per manifesta ubriachezza e sottoposto a custodia cautelare in carcere. Qui, durante le operazioni di trasferimento presso un altro istituto penitenziario, era stato denunciato per porto abusivo di armi atte a offendere, resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio. Per i reati commessi era stato condannato alla pena di due anni e quattro mesi di reclusione e alla multa di 720 €.
Una volta scarcerato, gli era stato nuovamente ordinato di abbandonare l’Italia, ma senza i risultati sperati e nel 2013 è stato denunciato per invasione di terreni o edifici. Nello stesso anno è stata emessa nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per tentato omicidio nei confronti di un cittadino sudanese che, per essersi rifiutato di fornirgli una compressa di psicofarmaco, è stato aggredito con un machete e colpito violentemente al petto, al fianco e alla testa. Condannato alla pena di 8 anni e 4 mesi di reclusione e alla multa di 600 euro. Mentre scontava la pena inflittagli, è stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale: il cittadino marocchino, dopo essersi scagliato per due volte con la testa contro la parete della cella e aver ingerito degli oggetti metallici, durante il trasporto in infermeria, ha colpito con una testata al viso l’agente di Polizia Penitenziaria che lo scortava, cercando di impossessarsi della sua pistola. Scarcerato nel 2020, è stato nuovamente arrestato in flagranza del reato di tentata rapina e condannato alla reclusione per 2 anni e 4 mesi. Anche durante questo periodo di detenzione aveva però creato problemi all’interno del carcere, rifiutando di accettare in cella un nuovo detenuto, oltraggiando e insultando gli agenti di polizia penitenziaria e paventando atti anticonservativi.
Scarcerato nella giornata di sabato 10 dicembre, è stato messo a disposizione dell’Ufficio Immigrazione ai fini dell’adozione del provvedimento amministrativo con il quale il Questore, Marco Odorisio, ha disposto il trattenimento presso il CPR di Torino, per il tempo necessario all’esecuzione del provvedimento espulsivo per il definitivo allontanamento dal territorio nazionale.