Giorgio Falcetto, ucciso a colpi di accetta: 2 anni prima la visita medica al killer

15 dicembre 2022 | 14:04
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Giorgio Falcetto, ucciso a colpi di accetta: 2 anni prima la visita medica al killer
La vittima e l'arma del delitto

Proseguono a ritmi serrati le indagini sull’omicidio di Giorgio Falcetto, il medico ucciso a colpi di accetta in testa all’interno del parcheggio del Policlinico a San Donato.

Proseguono a ritmi serrati le indagini sull’omicidio di Giorgio Falcetto, il medico ucciso a colpi di accettain testa all’interno del parcheggio del Policlinico a San Donato. Il dottore, 74 anni, è stato aggredito brutalmente da un 62enne, pregiudicato, bloccato dai Carabinieri a Rozzano mentre stava per salire a bordo della sua auto. Gli inquirenti, da ore ormai concentrati sul caso, hanno scoperto un contatto avvenuto tra la vittima e il presunto aggressore poco meno di due anni fa. L’uomo, infatti, sarebbe stato visitato da Falcetto venendo poi dimesso con una prognosi di sette giorni per cervicalgia influenzale.

Il presunto killer, in quella circostanza, si era presentato al pronto soccorso molto agitato e lamentando un dolore toracico. Il 62enne, però, pare non fosse nuovo episodi di questo tipo: nel tempo infatti le sue visite in ospedale sono state diverse. Presto e azzardato definirlo un ipocondriaco, la sola cosa certa è che non è mai stato affetto da nessuna grave patologia.

LA CONFESSIONE: UNA VERSIONE A TRATTI ANCORA CONFUSA

Così come non si può ancora parlare di vendetta nei confronti del dottor Falcetto. La versione dei fatti rilasciata agli inquirenti è ancora piena di luci e ombre. L’uomo avrebbe infatti detto di aver riconosciuto il medico (di cui però non sapeva il nome, né ricordava il periodo preciso del loro primo contatto), e dopo una concitata discussione per la prestazione sanitaria “poco soddisfacente”, sarebbe salito in macchina urtando quella del dottore. A quel punto una seconda lite culminata con la violenta aggressione. Il 62enne avrebbe preso dalla sua auto l’accetta, ritrovata poi dagli uomini dell’Arma in una cantina, e l’avrebbe usata per colpire brutalmente alla testa il chirurgo.

Ora l’indagato si trova, in stato di arresto, nel carcere di San Vittore a Milano, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

L’ARMA DEL DELITTO

L’aggressore avrebbe detto inizialmente ai Carabinieri di aver gettato l’arma del delitto in un tombino. Indicazioni errate dato che i militari l’hanno ritrovata nella cantina di casa.

IL CORDOGLIO DI GUIDO BERTOLASO

Un altro collega, un uomo buono, appassionato del proprio lavoro, entusiasta di sentirsi utile per gli altri, paga con la vita questa sua dedizione. Difficile credere che si sia trattato di un episodio improvviso, di una banale lite, più logico abbinare il suo lavoro al gesto di uno squilibrato che in lui ha riconosciuto quel rappresentante della classe medica che avrebbe cercato di curarlo tempo prima. Quando finirà questa violenza? Quando il nostro personale sanitario potrà finalmente dare il meglio di se stesso senza patemi d’animo e timori addirittura per la propria incolumità? Grazie Giorgio, sei un esempio e non getteremo il tuo sacrificio nel dimenticatoio” questo il messaggio di Guido Bertolaso, Assessore alla Sanità di Regione Lombardia.