“A Parigi con la Maccarani”, lo striscione a sostegno dell’allenatrice delle Farfalle in piazza a Desio

In piazza Conciliazione è apparso uno striscione a sostegno dell’allenatrice delle Farfalle Emanuela Maccarani, sotto inchiesta per presunti maltrattamenti. Lei intanto in un’intervista al Corriere della Sera si difende dalle accuse delle ginnaste.
“A Parigi con la Maccarani”: è la scritta sullo striscione apparso a Desio, in piazza Conciliazione. Qualcuno esprime così il proprio sostegno ad Emanuela Maccarani, allenatrice delle Farfalle e direttrice dell’Accademia di Desio, indagata per presunti maltrattamenti nell’ambito dell’inchiesta partita dalla denuncia di alcune ginnaste. Lo striscione, con riferimento alle Olimpiadi di Parigi del 2024, si trova in piazza, all’angolo con via Matteotti, a pochi metri dall’hotel che ospita da anni le giovani atlete della Nazionale.
L’allenatrice si difende in un’intervista al Corriere
Proprio oggi la Maccarani in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera si difende dalle accuse. L’allenatrice è stata anche deferita dalla Procura della Federginnastica, insieme alla sua collaboratrice Olga Tischina, dopo l’apertura delle indagini da parte della Procura di Monza . “Io non ho mai maltrattato nessuno” afferma, rompendo il silenzio. Dalle colonne del Corriere della Sera, la Maccarani risponde alle accuse delle ginnaste Nina Corradini, Anna Basta e Giulia Galtarossa. Accuse che, dice, “arrivano tutte da ginnaste che non hanno fatto le Olimpiadi, guarda caso. Galtarossa, quella dell’“abbiamo un maialino in squadra”, nel 2013 è diventata mia assistente: la pesa fino a Rio la faceva lei. Certo che può essere successo che duecento bambine in tutto il Paese abbiano avuto la percezione di essere state maltrattate, ma l’accademia di Desio cosa c’entra? Non posso rispondere per tutta Italia” afferma.
“Una regia mediatica”
L’allenatrice parla di una regia mediatica: “Non trovo un senso ma capisco che c’è una nuova sensibilità verso body shaming, bullismo, abusi, violenza verbale. E c’è chi ha ritenuto di farci un investimento. Con i social, poi, viaggia tutto velocissimo. Ho letto frasi identichenello scandalo della ginnastica in Svizzera e negli Usa: maialino, sei grassa… Frasi che io non ho mai pronunciato. Vedo una regia mediatica, ora tocca alla ritmica. Ed è giustissimo occuparsene, lo stavo già facendo sotto la mia direzione tecnica”.
“Sul peso nessun rito collettivo”
E ancora: “Nessuna ossessione – afferma nell’intervista al Corriere – Il peso è una metodica come in tanti altri sport. Dal 2019, poi, con l’arrivo del dietista, molto è cambiato: la pesa non si fa quasi più,le ragazze mangiano da sole: lavorano 7-8 ore al giorno, se non mangiassero sarebbe un problema. Non è mai esistito un rito collettivo, lo facevano le mie assistenti tutte le mattine, certo non io. Le ragazze si cambiavano in spogliatoio e si pesavano prima di indossare la divisa. Se fosse successo qualcosa di sbagliato, sarei venuta a saperlo: nel 2011 ho allontanato un’allenatrice che stava troppo addosso alle ginnaste. Se con Olga Tishina ci fosse un malessere, lo saprei. Non c’è. Certamente in quasi trent’anni qualche errore l’avrò commesso. Se mi fossi comportata male, i genitori me l’avrebbero detto. E invece mi chiedono tutti di restare”.