Serie a

Calcio Monza, è un pareggio che vale una vittoria. All’Inter restano le polemiche.

Una serata magica all’U-Power Stadium. L’undici di Raffaele Palladino recupera due volte uno svantaggio ai neroazzurri, che lamentano un grave errore arbitrale ma che escono dalla contesa troppo presto per poter legittimare il successo.

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Ci sono pareggi che valgono come una vittoria: quello che il Monza ha raccolto al 93’ del match casalingo contro l’Inter appartiene senza dubbio a questa categoria. Pessina e compagni regalano agli oltre 13.000 spettatori una serata dalle mille emozioni in cui confermano di essere una squadra in continua crescita sul piano tattico e un gruppo maturo sotto il profilo della personalità e della coesione.

IN CAMPO

Una neopromossa concede due reti ad una delle prime quattro forze del campionato. Il pasticcio costato il gol di Lautaro Martinez avrebbe abbattuto un gran numero di squadre. Non questo Monza.

Mister Palladino conferma di leggere le sfide con intelligenza sottile: un cambio in difesa – l’ingresso di Caldirola per Marlon e non per Marì, come in tantissimi ipotizzavamo – con l’obiettivo di velocizzare la manovra in uscita e il Monza cambia passo. Possesso palla 54,5% a 45,5% per i biancorossi, che tirano di più (13 a 11) e meglio (4 e 3 nello specchio) rispetto ai blasonati avversari. Il gol – o l’autogol, che non cambia i meriti di un perfetto Luca Caldirola – è il giusto coronamento ad un inseguimento condotto con lucidità, abnegazione e convinzione.

E l’Inter? Se non si può omettere l’errore che il direttore di gara Juan Luca Sacchi ha commesso in occasione del gol di Acerbi, fermando il gioco per un presunto fallo invece di attendere lo sviluppo dell’azione per poter eventualmente consultare il VAR, è altrettanto vero che non ci sono prove che l’episodio avrebbe chiuso la gara. Ci saremmo aspettati un Inzaghi ben più arrabbiato per la prova davvero sbiadita dei suoi, soprattutto nella ripresa, piuttosto che per l’arbitraggio, anche perché per completezza bisognerebbe allora rivedere l’intervento di Acerbi su Ciurria ad inizio gara.

Evidentemente qui a Monza ci stiamo abituando allo stile di Raffaele Palladino, che non ha problemi ad ammettere i propri sbagli ed è fin troppo modesto con se stesso (“non invento niente” ha ripetuto più volte in sala stampa”).

C’era un’atmosfera magica, eravamo sicuri di fare una grande partita” ha dichiarato il tecnico monzese. “E’ stata una giornata di festa per i tifosi del Monza, che fino a qualche anno fa sognavano notti come questa”.

Dopo l’indimenticabile successo contro la Juventus, ecco quindi un’altra pagina da consegnare alla storia biancorossa: tra i tanti fotogrammi della serata, teniamoci strette le immagini dell’esultanza di un Adriano Galliani in versione “sei tutti noi”.

IL PUBBLICO

Secondo i dati ufficiali comunicati dalla società biancorossa, il match contro l’Inter ha fatto segnare il record stagionale di spettatori e di incasso: 13.622 i sostenitori presenti all’U-Power Stadium nella serata di sabato, oltre la metà dei quali (7.365) in possesso di un abbonamento stagionale o di un “pack 3 gare”, ovvero un mini-abbonamento promozionale per seguire tre partite.

Dal punto di vista statistico, la partita con il maggior numero di spettatori nella storia del Brianteo – U-Power Stadium resta la sfida tra Monza e Genoa dell’aprile 1989. In quel campionato di Serie B i rossoblu di mister Scoglio – poi promossi in massima serie – impattarono a reti bianche contro l’undici di Piero Frosio davanti a 14.142 appassionati.

L’affluenza di sabato si colloca al secondo posto di sempre, ma appare ancora migliorabile, soprattutto considerando altri elementi: ad esempio l’arrivo di una stagione più clemente dal punto di vista atmosferico oppure un’ulteriore spinta promozionale sui tagliandi di Tribuna Ovest (i prezzi da 120 a 200 euro avranno sicuramente fatto desistere qualche appassionato).

L’obiettivo di migliorare il primato dell’aprile 1989 potrebbe essere centrato il prossimo 18 febbraio, quando all’U-Power Stadium arriverà il Milan campione d’Italia in carica. Sarebbe l’ennesimo filo romantico che stringe insieme i colori bianco, rosso e nero e la storia personale di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani.

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