Università Bicocca, ecco come il lavoro agile può far bene alla Pubblica Amministrazione

Un modello sviluppato e testato da due docenti dell’ateneo, che ha il suo Dipartimento di Medicina e Chirurgia a Monza, ha prodotto risultati positivi e innovativi in Arpa Lombardia.
“Cosa resterà degli anni ’80” si chiedeva il cantante Raf al termine di un decennio che ha visto la caduta del Muro di Berlino e, di lì a poco, la fine di un mondo segnato dalla logica di due blocchi contrapposti. Cosa resterà del lavoro agile, meglio noto come smart working, dopo la necessaria impennata dovuta alle limitazioni imposte dal Covid-19, non possiamo ancora saperlo. Ma, molto probabilmente, anche in questo caso, il processo di cambiamento sembra incontrovertibile.
Sicuramente è questo il pensiero di Cristiano Ghiringhelli e Massimo Miglioretti, professori dell’Università di Milano-Bicocca, che hanno presentato un modello di lavoro agile destinato ad aumentare il benessere e la produttività dei dipendenti nella Pubblica Amministrazione.
I docenti dell’ateneo milanese, che ha a Monza e in particolare intorno all’Ospedale San Gerardo il suo Dipartimento di Medicina e Chirurgia, anche quest’anno individuato dal Ministero dell’università e della ricerca e dall’Anvur tra i 180 dipartimenti universitari eccellenti a livello nazionale, hanno già testato con successo il loro progetto su Arpa Lombardia, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente.

UN NUOVO MODELLO
Il traguardo che Ghiringhelli e Miglioretti si sono posti è stato quello di puntare a una nuova visione dell’organizzazione del lavoro flessibile nell’uso dei tempi e degli spazi, finalizzata al raggiungimento di obiettivi prefissati e di una modalità dell’attività lavorativa che potrà essere replicata in altri enti della Pubblica Amministrazione.
Partendo dall’audit interno avviato da Arpa Lombardia già nella primavera del 2020, per verificare gli effetti del lavoro agile durante la pandemia sull’organizzazione del lavoro, sulla produttività, sulle persone, i due docenti della Bicocca hanno dapprima approfondito l’analisi delle attività di Arpa Lombardia e del contesto interno.
Poi, grazie alla metodologia della ricerca-azione, hanno coordinato una task force composta da dirigenti e responsabili di più aree organizzative dell’Agenzia e da ricercatori dell’ateneo milanese, per definire il Pola (Piano organizzativo del lavoro agile).
Questo modello è stato testato in una fase di sperimentazione guidata, che ha coinvolto 200 dipendenti, suddivisi in tre cluster in base al loro ruolo, alle proprie mansioni e ai propri spazi di lavoro.

I RISULTATI
Ghiringhelli e Miglioretti, con la loro task force in collaborazione con Arpa Lombardia, hanno, quindi, avviato 24 “cantieri di lavoro agile”, costantemente monitorati e supportati attraverso raccolte di dati quantitativi e qualitativi, incontri periodici di valutazione in itinere sull’andamento della sperimentazione, offerta di strumenti e metodologie operative e iniziative di comunicazione e formazione per rispondere ai fabbisogni emergenti dalla pratica in corso.
Il modello di lavoro agile, dopo la prima fase sperimentale, che ha mostrato risultati positivi sul benessere percepito, sulla conciliazione vita-lavoro, sulla distribuzione dei carichi di lavoro e, più in generale, sull’efficienza, è entrato nella fase di sviluppo intermedio che ha coinvolto l’intera Arpa Lombardia, con adesione volontaria da parte di 694 dipendenti.
LE PROSPETTIVE
“L’implementazione del lavoro agile è un processo complesso perché richiede una revisione a 360° dei processi di lavoro in ottica di revisione delle modalità manageriali di gestione dei ruoli e degli obiettivi e degli spazi e dei tempi di lavoro – spiegano i due docenti dell’Università Bicocca – l’esperienza sviluppata in Arpa conferma gli ampi spazi di innovazione sostenibile realizzabile nella Pubblica Amministrazione, considerando contemporaneamente obiettivi di performance e attenzione al benessere delle persone”.
“Abbiamo fin da subito puntato a prendere sul serio lo strumento del lavoro agile, nei fatti impostoci dalla condizione pandemica, cercando di sfruttarne fino in fondo le potenzialità – aggiunge il direttore generale di Arpa Lombarda, Fabio Carella – ciò ha determinato l’avvio di un ragionato processo di riorganizzazione del lavoro inserito in un più complessivo progetto di miglioramento organizzativo dell’ente che si sta pienamente realizzando”.
Il lavoro agile, insomma, che nell’ultima Legge di Bilancio è stato prorogato soltanto per i lavoratori fragili fino al 31 marzo 2023, potrebbe avere un futuro sicuramente migliore del recentissimo passato e di un attuale presente a volte ancora troppo figlio di una sperimentazione mal gestita.