L’impianto audio non funziona, udienza Bames rinviata: inferociti gli ex lavoratori

Udienza rinviata a marzo per una vicenda partita 10 anni fa a Vimercate. Il duro comunicato dell’ex sindacalista Gigi Redaelli.
L’impianto di registrazione non funziona, udienza rinviata all’8 febbraio. Così si sono sentiti dire nella giornata di ieri, 9 febbraio, gli ex lavoratori Bames e Sem nell’aula magna della sede della Provincia di MOnza e Brianza. Questione da liquidare come un piccolo inconveniente tecnico, se non fosse che gli ex dipendenti del colosso di Vimercate sono in ballo dal 2013, data del fallimento. Per questo una delle figure chiave della complicata vicenda rimbalzata per anni sugli organi di stampa, ha diffuso ieri sera un comunicato inferocito. Gigi Redaelli, ex sindacalista che ha gestito le fasi del fallimento e delle vertenze, definisce i suoi ex colleghi “indignati”. Il racconto della mattina firmato da Redaelli ha qualcosa di tristemente fantozziano: “Fin dai primi momenti è apparsa la problematica, oltre all’impianto audio di per sé solitamente non efficientissimo, oggi non funzionava nemmeno l’impianto di registrazione che viene usato per verbalizzare l’intero dibattimento. Si è da subito manifestata una forte incredulità e rabbia da parte degli ex dipendenti, presenti anche oggi in presidio, di fronte a questa paradossale situazione”.
LE PROTESTE DEI LAVORATORI
All’annuncio formale dell’annullamento e del rinvio dell’udienza gli ex dipendenti si sono fatti sentire tra mugugni e urla di protesta: “è un procedimento, che tra rinvii ed aggiornamenti dura da troppo tempo…”, “appare incomprensibile che si verifichino ulteriori ritardi anche per problemi tecnici…”, “si sapeva da dicembre che c’era l’udienza e provare per tempo se gli strumenti tecnici erano funzionanti, sarebbe stato il minimo…”; queste sono alcune delle frasi lanciate nell’aula giudiziaria e fuori. I lavoratori hanno anche sottolineato le ricadute collettive dei continui rinvii e hanno chiesto ai giudici di verbalizzare la protesta. Sono passati d’altra parte quasi dieci anni dal fallimento e 7 anni dal primo fine indagine.
LE INDAGINI
Le prime indagini sono partite dalla data del fallimento nell’ottobre 2013 e hanno visto i primi sviluppi quando il 27 febbraio 2014 sono state eseguite dalla Guardia di Finanza, su ordine della Procura di Monza, una serie di perquisizioni e sono stati notificati gli avvisi di garanzia per bancarotta fraudolenta; il primo fine indagine di questa intricata vicenda è stato emesso dal PM di allora (Mapelli) il 12 gennaio 2016. Tempi lunghissimi e ancora nessuna novità sul versante della Corte di appello di Milano relativa al ricorso di Massimo e Selene Bartolini, si è ancora in attesa della definizione e notifica della data dell’udienza; il 4 dicembre 2020 è stata emessa con sentenza di primo grado la condanna per i due imputati a 4 anni e otto mesi.
PROSPETTIVE
Ora per un nuovo passaggio occorrerà attendere il prossimo 8 marzo sempre alle 9:30 presso l’aula della Provincia, in quella data saranno sentiti i due testi rimasti (uno citato dagli ex dipendenti e uno da un imputato) e si inizierà a sentire i primi consulenti tecnici indicati dalle parti. L’udienza prevista il 22 marzo è stata intanto fatta slittare al 5 aprile quando si completerà l’audizione dei consulenti tecnici delle parti.
“Ci si augura che nel corso di quest’anno (per gli otto imputati di questo procedimento) venga emessa la sentenza che dia giustizia dei torti subiti e ripaghi gli ex dipendenti per questa lunga attesa”, ha chiosato Redaelli.