Calcio Monza travolto a Salerno. Nessun dramma, ma qualche spunto va approfondito

Monza sconfitto all’Arechi con un netto 3-0. Il risultato non muta la classifica dei biancorossi ma la prestazione incolore della ripresa rende d’obbligo qualche riflessione.
Ci sono giorni in cui tutto quello che può andare storto va effettivamente così. Domenica pomeriggio all’Arechi il Monza ha vissuto proprio una di queste giornate: dopo i primi 45’ di equilibrio in cui Ochoa ha dimostrato tutto il suo valore su Ciurria e Piatek ha confermato di non essere più l’implacabile attaccante visto nella prima stagione italiana vissuta tra Genoa e Milan, i biancorossi hanno vissuto un secondo tempo choc nel quale hanno incassato tre reti nei primi tre tiri subiti nello specchio e hanno dato l’impressione di “uscire” dalla sfida già dopo la prima rete.
L’elemento più positivo è che il risultato non incide sulla classifica, che resta ampiamente positiva: il vantaggio sulla terz’ultima resta di 12 lunghezze, il 10° posto – occupato dall’Udinese – è a 2 punti.
“Non dobbiamo fare nessun dramma. Nel calcio non c’è tanto equilibrio: dobbiamo essere consapevoli che siamo una neopromossa e che stiamo facendo un ottimo lavoro. Abbiamo incontrato una squadra che ci ha messo in difficoltà: analizzeremo la sconfitta e penseremo da subito alla prossima partita contro l’Empoli”
Davanti ai microfoni della sala stampa dell’Arechi il tecnico monzese invoca – giustamente – equilibrio nella valutazione del match e soprattutto degli obiettivi stagionali.
Tuttavia, al di là della seconda sconfitta consecutiva e della peggiore prestazione sotto la gestione tecnica del giovane mister, è giusto puntualizzare alcuni elementi.
TANTI, TROPPI CAMBI?
Mister Palladino ha concesso una chance a Cragno e Gytkjaer dal 1’: l’ex Cagliari – protagonista di uno scontro fortuito quanto doloroso con i compagni Caldirola e Pablo Marì – non ha potuto fare nulla sui primi due gol, mentre forse sul terzo avrebbe potuto essere più incisivo. L’attaccante danese – assente dal 1’ in campionato da oltre quattro mesi – non è riuscito ad incidere e a “guadagnare punti” in una gerarchia che lo vede come terza scelta dietro ai compagni Petagna e Mota.
Tuttavia non sono probabilmente le scelte sui singoli ad aver indirizzato il risultato, quanto piuttosto alcuni passaggi chiave del match: ad esempio i granata sono apparsi da subito molto motivati, reattivi, quasi “obbligati” a fare risultato in considerazione del rendimento recente e della scossa sulla panchina. Dopo qualche sbandamento, Paulo Sousa ha perso le giuste contromisure per evitare che Pessina e compagni riuscissero ad allargare le maglie granata: è stato il Monza a trovarsi in inferiorità numerica contro un centrocampo di casa privo di un vero regista e orientato a verticalizzare e ripartire appoggiandosi sulla fisicità dei suoi interpreti, sui centimetri di Piatek e sulle idee di un Candreva che, libero da compiti di corsa sugli esterni, è stato molto incisivo.
L’aver avanzato Ciurria sulla trequarti con l’inserimento di Donati – a prezzo della rinuncia a Sensi – non ha pagato: il numero 84 è finito insabbiato tra le linee, mentre il match winner di Bologna ha vissuto un pomeriggio da incubo contro avversari più reattivi e “di gamba”.
VOLTARE PAGINA
“Ci siamo disuniti dopo il secondo gol, ci siamo innervositi e abbiamo perso la nostra identità di gioco” ha proseguito Palladino. Di certo non ha aiutato l’equilibrio di squadra l’aver subito il primo gol (splendido) con il primo tiro in porta, anche se già nella prima frazione Piatek aveva messo i brividi a Cragno.
Eppure c’è una statistica che rivela qualche crepa in quello che è sempre stato uno dei punti di forza della gestione Palladino, ovvero l’approccio volitivo e aggressivo della sua squadra: nelle ultime sei partite i biancorossi sono stati in svantaggio per ben quattro volte (contro Salernitana e Milan senza riuscire a recuperare, contro Sampdoria e Sassuolo impattando poi per 2-2 e 1-1), come se la squadra avesse bisogno di una scossa per avviarsi.
Un’altra spiegazione potrebbe essere successiva alla vittoria contro la Juventus a Torino: forse, da quella partita in poi, la squadra di Palladino è oggetto di studi più intensi ed approfonditi da parte delle rivali del campionato.
Su tutti questi elementi occorrerà una riflessione prima del match con l’Empoli, che è atteso all’U-Power Stadium sabato 4 marzo: il trittico “della salvezza” con lo stesso Empoli, Hellas Verona e Cremonese ci dirà se lo sguardo potrà essere rivolto in alto, verso obiettivi indicati dall’ormai nota asticella…