Medici di Base. In Brianza la carenza è aumentata del 67,57% in un solo anno. Ecco i dati

In Brianza, la carenza dei medici di base in un solo anno ha “colpito” 27.480 cittadini in più. Un gap che sottolinea la necessità, urgente, di un riequilibrio tra la sanità pubblica e privata. Dati alla mano, quelli forniti dalla stessa Ats Brianza a seguito di una richiesta di accesso agli atti, il numero dei cittadinia cui non è stato assegnato un nuovo MMG è passato dai 13.184 di gennaio 2022ai 40.664 cittadini di gennaio 2023.

La questione era già stata annunciata dall’Ats, quando lo scorso novembre 2022, durante un’apposita conferenza stampa, aveva annunciato che entro il mese di dicembre 2022 gli assistiti senza Medico di base sarebbero stati oltre 57mila.
Gli Ambulatori medici temporanei (Amt), che sono la versione evoluta della vecchia continuità assistenziale, sono riusciti a tamponare almeno in parte alcune carenze. E ne sono spuntati in diversi comuni, Lissone e Mezzago solo per citarne gli ultimi due. Una soluzione certo temporanea, che parzialmente ha coperto il “buco nero” lasciato dall’assenza di MMG. Ovviamente non sono mancate le criticità, tra cui la difficoltà nel prendere un contatto con il personale medico sanitario. “Fortunatamente – spiegano diverse farmacie comunali – oggi riusciamo a fornire un numero di telefono reale (in una prima fase c’era stato il problema di numeri telefonici a cui non rispondeva nessuno ndr) assieme ad un indirizzo mail. Anche i pazienti più anziani, con un minimo di pazienza pur con qualche disagio, riescono oggi ad avere l’assistenza di cui necessitano”.
Sorge spontanea la domanda. La sanità lombarda è un’eccellenza? C’è chi dice sì, come il centrodestra, ma guardando i dati afferenti ai Lea (Livelli essenziali di assistenza), ossia le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario è tenuto a fornire a tutti i cittadini con le risorse pubbliche ci sono regioni migliori della Lombardia. Secondo quanto afferma la direzione generale della programmazione sanitaria afferente al ministero della Salute, la Lombardia si colloca solo al 4° posto, dopo l’Emilia-Romagna, la Toscana e il Veneto. La Sanità lombarda è tra le prime della classifica ma non è certo “la prima della classe”.
I DATI di ATS, I PRINCIPALI COMUNI BRIANZOLI:
Si parta da Monza, capoluogo di provincia. In un solo anno gli assistiti senza medico di medicina generale sono passati da 1.153 a 2.001 . Merate è passata da 243 a 1.027 . Brughiero è passata da 346 a 1.376 . Cesano Maderno è passata da 187 a 2.307 . Desio da 362 a 787 . Nova Milanese da 113 a 932. Seregno da 265 a 721 . Seveso da 196 a 1.479 . Agrate Brianza da 18 a 1.949 . Arcore da 78 a 5.518 . Carate Brianza da 58 a 2.322 . Ceriano Laghetto da 73 a 919 . Costa Masnaga da 8 a 930. Dervio, da 15 a 702 . Vimercate, da 74 a 2.310. Tanto per citare i numeri più grandi. Nel totale, come detto, la differenza tra l’1/16/2022 e l’1/16/2023 equivale a 27.480 cittadini senza medico, esattamente il 67,57% in più. Numeri da capogiro.
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LA CRITICA E LA PROPOSTA DEL PD
La legge 22/2021 a firma Moratti approvata in Consiglio regionale è la prima norma in Italia ad utilizzare i fondi previsti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). “Gli obiettivi che si prefiggeva la riforma sanitaria – ha spiegato Gigi Ponti, consigliere regionale del Pd – è statafinanziata con circa 2 miliardi di euro, ma è ancora ben lontana dal raggiungere gli obiettivi prefissati”. Rimane da comprendere cosa ne sarà della medicina territoriale e quindi delle Case della Comunità, anch’esse finanziate con i fondi del PNRR. Per ora, sembra, “molte promesse esolo scatole vuote”, conclude Ponti.

A mancare è stata la programmazione sanitaria. Tant’è che anche l’ex ministro della Sanità Roberto Speranza, durante un incontro tenutosi alla CGIL di Monzalo scorso 9 febbraio ha chiosato sul fatto che a mancare, finora, sia proprio stata una congrua programmazione sanitaria. “Dal canto nostro – ha spiegato l’ex Ministro – ormai da 2 anni abbiamo sbloccato e triplicato le borse di studio per la facoltà di medicina. Tuttavia, almeno per un paio di anni la situazione si manterràcritica”.
Il vero nocciolo della questione, per Gigi Ponti, è adesso comprendere come fare a non rendere problematico questo torno di tempo per i cittadini. “Sicuramente, un compito di Regione sarebbe quello di rendere meno oneroso il lavoro dei medici a livello burocratico, cosicché possano curare meglio e da più vicino i loro pazienti. Del resto la burocrazia non può togliere spazio alla cura del paziente”.
LA GIUNTA FONTANA

Quando ancora Letizia Moratti era assessore al Welfare, ovvero dopo le dimissioni di Galllera e prima di rassegare le proprie dimissioni a favore di Bertolaso, la Giunta Fontana ha stanziato 288 milioni di euro al fine di potenziare e rendere più efficiente la Sanità lombarda. Tra gli obiettivi c’era l’intenzione di potenziare la rete di MMg e abbattere le liste di attesa. C’era contestualmente l’intenzione di incrementare l’assistenza domiciliare (Adi) e le Usca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale. A pensare che ben 77 milioni sono andati per l’incremento del personale sanitario e 84 milioni di euro per l’abbattimento delle liste di attesa, verrebbe da chiedersi come mai la carenza di cittadini senza MMG sia così drasticamente aumentata in un solo anno.
Semplice, conclude Gigi Ponti. “La destinazione di fondi è fondamentale, ma i soldi non bastanose a mancare è la programmazione: i risultati si ottengono solo con un modello organizzativo che sappia stare in piedi. La salute è anche una questione di tempo, il tempo in cui si riesce a ottenere una diagnosi e poi ad avere la cura e questo è possibile senza una medicina territoriale concreta”.