Poste

Cgil di Monza e Brianza contro Poste Italiane: carenza di personale, comparto al collasso

Il sindacato chiede una manovra finanziaria per garantire la normale attività degli uffici postali.


La grave carenza di personale, all’interno degli Uffici Postali della provincia di Monza e Brianza, costringe gli operatori a lavorare in una situazione di assoluta precarietà e incertezza. Così sostiene il segretario generale SLC CGIL Monza Brianza Massimo Casucci in un comunicato diffuso nella giornata di oggi, 2 febbraio. Ecco la versione integrale.

Come Organizzazione sindacale di riferimento, siamo sommersi ininterrottamente dalle proteste di lavoratori della nostra provincia, totalmente esausti per l’accumulo di lavoro che in alcuni comuni hanno raggiunto livelli mai toccati in passato.

La carenza del personale allo sportello è divenuta cronica e diffusa ed i lavoratori vivono la quotidianità nel segno dell’incertezza, nell’ufficio postale dove prestano servizio.

Stessa situazione viene vissuta nel comparto del recapito, al collasso, con giacenze di pacchi, raccomandate, corrispondenza di ogni genere che costringono i portalettere e gli addetti alle lavorazioni interne a un sovraccarico impressionante di lavoro con evidenti limitazioni dei normali livelli di sicurezza.

Non parliamo, poi, delle criticità avvertite dai lavoratori nel periodo estivo quando il personale risulta ancora più carente rispetto al normale organico e il servizio è caratterizzato da una pessima gestione quotidiana, generando una condizione di malessere tra i lavoratori.

Quel che più allarma è che non si intravedono spiragli di futuri miglioramenti. Anzi, ai continui e massicci esodi di personale che l’Azienda incentiva, ai pensionamenti e alle legittime assenze giustificate a tutela della salute non corrispondono appropriati e conseguenti interventi mirati ad evitare le negative ricadute che compromettono, inevitabilmente, i diritti basilari garantiti dal CCNL.

Il Piano delle Politiche Attive 2022, condiviso a livello nazionale, non ha portato alcun beneficio alla provincia brianzola, dimenticata dai responsabili aziendali territoriali che, in tema di assegnazione di nuove risorse, tra sportelleria, trasformazioni part time-full time, trasferimenti da altre regioni ed assunzioni, hanno previsto un numero di nuove assunzioni che si è rilevato clamorosamente inadeguato, come abbiamo denunciato in più occasioni.

MONZA E PROVINCIA

Basti riflettere sul dato contenuto nell’anticipazione delle Politiche attive del Lavoro, annunciata qualche giorno fa, dove si evidenzia che per la Filiale di Monza sono state assegnate appena due sole risorse agli sportelli.

In una provincia con un alto tasso demografico e un territorio così popolato, i circa 150 Uffici Postali dislocati nelle tre filiali che sovraintendono al territorio brianzolo, (Filiale di Monza, Filiale 2 Nord e Filiale 5 Est) dispongono di organici che non riescono a smaltire la mole di lavoro di una sportelleria ormai caratterizzata da una diversificazione di servizi aggiuntivi che mette a dura prova la salute degli stessi operatori.

L’AZIENDA

A fronte di tante criticità, sulle quali il nostro sindacato, aveva da tempo lanciato l’allarme, l’Azienda, invece di risolvere il problema ormai strutturale della carenza di personale, ricorre, come di consueto, alla violazione dei diritti dei lavoratori con ripercussioni sul tempo libero e sulla qualità della vita quotidiana, che diventa stressante (vedi ferie non concesse in determinati giorni del mese, straordinari imposti subito dopo il normale orario di lavoro, conto ore non attivato, normativa dei distacchi spesso disattesa, pressioni commerciali sulla vendita dei prodotti che da qualche tempo non è più prerogativa dei consulenti e direttori, ma riguarda anche gli addetti allo sportello.

E che dire degli indebiti reclami e denunce sui social da parte degli utenti che sfogano la loro frustrazione e rabbia contro i nostri operatori alla cui diligente dedizione è da attribuire, in larga misura, il merito delle fortune finanziarie dell’Azienda?

Oltre a garantire la crescita patrimoniale, essi sono stati, nel passato più recente, gli artefici del cambiamento, e oggi, con senso civico e del lavoro, assicurano una miriade di offerte capillari sulla scia della scelta strategica attuata dall’Azienda della diversificazione dei prodotti.

Eppure questi lavoratori, spesso esposti a condizioni atmosferiche avverse e a un potenziale rischio per la sicurezza, vengono distaccati con colpevole faciloneria nelle sedi più disparate e scomode del territorio per assicurare l’apertura degli uffici, garantire il servizio ed evitare denunce per interruzione di pubblico servizio.

GLI UFFICI IN CRISI

Più volte siamo intervenuti per segnalare situazioni critiche come quelle di Limbiate, Cesano Maderno, Vimercate, Concorezzo, Brugherio e di alcuni uffici postali di Monza città.

Lavorare in emergenza continua genera una insoddisfazione diffusa percepita anche dall’opinione pubblica che si manifesta con un deciso calo di presenze all’interno dei nostri uffici, e che si teme possa influire negativamente sulla imminente riclassificazione degli Uffici Postali.

Un’Azienda in buona salute, qual è Poste Italiane, anche nel 2023 non può lasciare i propri dipendenti in balia di se stessi, al limite quotidiano di una crisi di nervi.

Solo una manovra straordinaria potrebbe avviare un’azione che permetta sia la copertura di tutti gli uffici privi di operatori, sia di assicurare la “normale” attività degli Uffici Postali più grandi, con un numero adeguato di sportelli.

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