Sequestra una escort e la picchia per ore: in passato aveva cercato di uccidere, con la madre, il patrigno

5 febbraio 2023 | 07:33
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Sequestra una escort e la picchia per ore: in passato aveva cercato di uccidere, con la madre, il patrigno
I Carabinieri di Desio

Sequestrata per ore in una camera d’albergo. Picchiata, costretta al silenzio con un cavo del telefonino stretto intorno al collo. E poi ancora forzata a sniffare cocaina per consumare quella prestazione sessuale che lui aveva pagato.

Sequestrata per ore in una camera d’albergo. Picchiata, costretta al silenzio con un cavo del telefonino stretto intorno al collo. E poi ancora forzata a sniffare cocaina per consumare quella prestazione sessuale che lui aveva pagato. Il tutto sotto le terrificanti minacce di morte: “Se gridi ti ammazzo”. Questo sarebbe l’incubo vissuto da una escort, 30enne di origine rumena, nei giorni scorsi a Desio.

A lanciare l’allarme una collega della lucciola, 26enne sua connazionale, che ha chiamato i Carabinieri temendo per la vita della donna che non rispondeva al cellulare, sottratto dal suo presunto aguzzino. A finire in carcere, con la pesantissima accusa di sequestro di persona, un 28enne pugliese ma residente in Brianza, già noto alle Forze dell’Ordine perchè, nel dicembre 2021, condannato in primo grado – con la madre – a 12 anni e 8 mesi, per il tentato omicidio del suo patrigno. 

SEQUESTRATA NELLA CAMERA D’ALBERGO 

Accolta la richiesta disperata di aiuto della 26enne, i militari si sono precipitati nell’hotel indicato. Hanno passato al setaccio ogni piano della struttura fino a quando, dietro una porta, hanno udito una voce agonizzante lamentarsi. Avuto accesso alla stanza, nonostante l’indagato avesse tentato di eludere il controllo, hanno visto la prostituta sdraiata a terra, ai margini del letto, con gli evidenti segni della violenza sul corpo.

La vittima, a suo dire costretta a prostituirsi per sopravvivere, immediatamente soccorsa, ha riferito di essere stata presa violentementea botte, privata dei cellulari, minacciata e trattenuta dall’uomo per diverse ore dentro la camera.

Tra quelle 4 mura, i militari hanno trovato alcuni grammi di cocaina che, su richiesta del suo cliente, la vittima avrebbe dovuto assumere per un rapporto sessuale. E ancora, i due cellulari spenti della donna e un cavo di ricarica per telefonino che l’uomo le avrebbe stretto intorno al collo per evitare che potesse chiedere aiuto.

Il 28enne è stato arrestato e ora si trova nel carcere di Monza.

ALLE SPALLE UN TENTATO OMICIDIO

Dalle indagini condotte dagli uomini dell’Arma è emerso un passato alquanto inquietante per l’uomo. Nel dicembre del 2021, i giudici avevano confermato a suo carico una condanna di primo grado, a 12 anni e 8 mesi di reclusione, per tentato omicidio.

Il 28enne, insieme a sua madre, erano stati condannati per il reato commesso nei confronti del secondo marito della donna: un imprenditore di Spoltore che nell’estate del 2016 ha rischiato di perdere la vita. Nei piani della donna, doveva risultare un omicidio che nessuno avrebbe mai potuto scoprire, provocato con la somministrazione all’uomo di massicce dosi di Coumadin. Il potente anticoagulante avrebbe dovuto causargli un’emorragia interna facendo passare quel decesso per cause naturali.

A sventare quel diabolico disegno di morte, anche in quella occasione, erano stati i Carabinieri che, insospettiti, misero sotto controllo diversi telefoni, compresi quelli di madre e figlio. Dalle intercettazioni era emerso, non solo il dettaglio sulle somministrazioni del farmaco, fatte anche durante i diversi ricoveri in ospedale della vittima (attraverso il medicinale mischiato con un semplice integratore che veniva fatto bere all’uomo), ma anche una strana aggressione che la vittima aveva subito sotto casa al solo scopo di provocargli delle lesioni interne e i cui mandanti erano appunto madre e figlio.