Scuola Politica Alisei, l’economista Giangrande: “Dall’economia gli strumenti per avere autonomia di giudizio”

31 marzo 2023 | 14:37
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Scuola Politica Alisei, l’economista Giangrande: “Dall’economia gli strumenti per avere autonomia di giudizio”

Il ricercatore della Fondazione Di Vittorio ai giovani del corso di formazione dell’associazione monzese: “Questa disciplina non deve spaventare, non è fatta solo di formule. E se utilizzata bene non dà risposte preconfezionate”.

Sono passati quasi 18 anni da quando il settimanale The Economist definì l’Italia il “malato d’Europa”. Una definizione che poi è ritornata nel 2018, per lo stallo politico seguito alle elezioni di quell’anno, ma anche nel 2020 da parte del canale televisivo finanziario statunitense CNBC. Le difficoltà strutturali, economiche e politiche dell’Italia non sono certo una novità, come ha raccontato Nicolò Giangrande, ricercatore della Fondazione Di Vittorio, agli studenti nel corso della seconda lezione della nona edizione della Scuola di Formazione Politica di Alisei, presso la Cgil di Monza e Brianza.

Giangrande ha dato alle ragazze e ai ragazzi le basi per comprendere il funzionamento del sistema economico, con il forte convincimento che “l’economia non deve spaventare, non è fatta solo di formule”. E che se studiata ed utilizzata nel modo corretto “non dà risposte preconfezionate ma fornisce gli strumenti per avere una propria autonomia di giudizio”. Partendo dalla distinzione micro/macroeconomia all’inflazione, dalla disoccupazione alle variabili che influenzano, le corsiste e i corsisti di Alisei hanno potuto così mettere nel proprio bagaglio di conoscenze i primi strumenti per comprendere la situazione italiana e la sua specificità.

Sulla base di grafici e dati della Fondazione Di Vittorio, Giangrande ha descritto il quadro di un Paese, l’Italia, sostanzialmente appiattito sulle proprie peculiarità produttive, fermo sui salari e dal tasso di occupazione basso, con la questione demografica che incombe e impone già da ora una seria riflessione.
La specificità dell’Italia è una struttura produttiva, definita come ha ricordato Giangrande “nanismo imprenditoriale”, fatta per il 95% delle sue aziende da “microimprese”, ovvero con al massimo 9 lavoratori. Di qui, a cascata, una serie di conseguenze: la maggiore presenza rispetto ai principali Paesi europei di mansioni meno qualificate rispetto a quelle intellettuali e scientifiche, il grande numero di ore annuali lavorate, sempre sopra alla media Ue, la bassa qualità dell’occupazione e la cosiddetta “fuga dei cervelli”.

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Quali le possibili contromisure secondo Giangrande? “Alzare i salari, limitare i contratti a termine, come si è cercato di fare in Spagna, investimenti su conoscenze e competenze, non limitare più l’immigrazione con leggi così restrittive e al tempo stesso contenere l’emigrazione dei giovani italiani”. Come farlo? “Con un grosso intervento pubblico, dello Stato”. Per consegnare alle ragazze e ai ragazzi di Alisei, e alla loro generazione, un Paese dinamico, moderno, rispettoso dei diritti e con un lavoro di qualità.

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