
Approvato in consiglio il regolamento, a breve il bando. Si parte dagli orti del Parco dell’Acqua.
Con l’approvazione del nuovo regolamento prende il via il progetto degli orti urbani di Arcore. Nella seduta consiliare dei giorni scorsi, la maggioranza ha licenziato il documento destinato a disciplinare l’attivazione degli orti sul territorio, a partire da quelli già predisposti nel Parco dell’Acqua di via Monte Bianco, realizzato da Brianzacque. Qui sono stati previsti, fin dall’origine del progetto del parco, una decina di terreni da assegnare a cittadini che ne facciano richiesta al fine della coltivazione per uso privato. L’assegnazione però è rimasta ferma al palo proprio per via del regolamento. Oggi, con la votazione in consiglio, la parte normativa è stata perfezionata e l’Amministrazione si appresta a pubblicare il bando che regolerà l’assegnazione.
IL SINDACO DI ARCORE SUGLI ORTI URBANI
Il sindaco Maurizio Bono ha annunciato la pubblicazione del bando nel giro di pochi giorni spiegando: “raccoglierà le richieste che ci auguriamo siano numerose. La lista ci guiderà nell’individuazione delle aree da allestire a orti urbani che ci piacerebbe fossero presenti un po’ in tutte le zone di Arcore. I terreni non mancano”. Si partirà quindi dagli orti di via Monte Bianco ma con l’intenzione di predisporre altre aree verdi pubbliche, una volta che sarà chiara l’entità della domanda. Un progetto, questo, arrivato a compimento grazie all’interessamento del consigliere di maggioranza Michele Bertani.
L’OPPOSIZIONE, SUI TEMPI
Sulla questione, l’opposizione in consiglio si è astenuta ritenendo che i ritardi nella predisposizione del regolamento abbiano reso poco funzionale la procedura dell’assegnazione. “Si tratta di un regolamento tardivo – ha commentato il Pd – che doveva essere approvato mesi fa per poter procedere all’emissione del relativo bando e all’assegnazione entro lo scorso marzo (l’orto non si fa a luglio!)”. Tempistiche che, dice il Pd, comprometterebbero la coltivazione della stagione estiva che sarebbe dovuta partire prima. Dubbi anche sulla durata dell’assegnazione, 3 anni: “chi aderisce perde il raccolto della stagione estiva perchè non ha fatto in tempo a seminare e non avrà occasione, l’ultimo anno, di raccogliere quello che ha seminato”.