Il diario di viaggio degli studenti del Vanoni alla scoperta di Bulgaria e Grecia. Giorno 6
4 aprile 2023 | 17:09

Le classi 4°E e 4°F


Riceviamo e pubblichiamo proprio mentre sono in viaggio i loro resoconti giorno per giorno.
Siamo arrivati al sesto ed ultimo giorno del tour nei Balcani degli sutdenti delle classi 4E e 4 Fdell’indirizzo turismo dell’Istituto Vanoni con Viaggi Diversi.Qui puoi trovare i racconti delle giornate precedenti, primo e secondo giorno, terzo, quarto e quinto.
Racconto di Eleonora Villa, classe 4^E
Giorno 6 – 30 marzo
Arriviamo a Salonicco nel tardo pomeriggio. L’aria di mare spira tra le palazzine tutte uguali della città bassa. Tempo di sistemare i bagagli nelle nostre stanze e partiamo alla volta della città alta seguendo Ervin, nostro compagno e nostra guida di giornata.

Salendo la scale della città alta piano piano la vista si apre. Scopriamo la chiesina di Osios David e poi il monastero di Vlatadon, dal quale si gode un incantevole vista sulla città e il mare. Ascoltiamo le esposizioni dei nostri compagni che ci parlano della chiesa e del monastero. Poi in quest’ultimo sarà il sacrestano a darci qualche informazione in più, prima di congedarci per l’avvio della preghiera serale.

L’ultima tappa del nostro percorso sono le mura della città alta, il punto più panoramico della città. Da quassù si capisce bene quanto sia cambiata la città. Salonicco ha una storia sfortunata: un incendio nel 1917 la distrusse per quasi metà e per celare quelle ferite è come se la città fosse stata obbligata a mettersi una maschera, abbandonando la sua vera identità. Prima città di giardini, moschee e bagni termali, dall’atmosfera ottomana, dopo l’incendio è stata ricostruita quasi da zero e ad oggi è il risultato di una ricostruzione novecentesca fatta di brutte palazzine.

Qua e là però parti del patrimonio che si è conservato sbucano fuori, dietro un muro, tra una casa e l’altra. Regalano angoli di storia e memoria preziosi. Anche qui come a Sofia, insomma, i contrasti la fanno da padroni: un insieme di pezzi che comprendono infrastrutture nuovissime, reperti storici, negozi chiusi da anni, insegne nuovissime, infine, un lungomare che sembrerebbe paragonabile a quello di tante città italiane, come dichiara il nostro compagno Tommaso.
Questo puzzle è a suo modo armonico, poi sarà l’aria di primavera, sarà il mare, o il tramonto con le luci meravigliose sull’Egeo, ma si sente l’estate a un passo.

Immergendosi nelle sue chiese la città acquista una parte della sua atmosfera, quella legata al rito ortodosso. Nelle chiese, ben diverse dalle nostre, sedie di legno che sono quasi troni, affreschi e interni caratterizzati da colori scuri, cupi, che fanno contrasto con l’oro di certi arredi o delle icone, che sono ovunque.
Per la prima sera a Salonicco abbiamo una cena prenotata in una taverna, Giannouli. I greci non hanno il ristorante, hanno la taverna. In taverna spesso il cibo è accompagnato dalla musica. La nostra taverna è una piccola taverna, in una strada secondaria, lontana dal mare, di quelle in cui ci trovi gli abitanti del posto, non i turisti. Il menù prevede una gran bistecca di maiale e delle patate.
Usciamo da questo posto sazi e entusiasti di vivere e conoscere quella che è la movida di questa città. Scopriamo con molto piacere che Salonicco non cessa di piacerci nemmeno a luci spente e difatti viviamo una nottata memorabile piena di sorrisi che resteranno per sempre in questo luogo, come a dire che si, ci ha fatto stare bene. Passeggiamo sul lungomare e poi a un certo punto ci sediamo in un locale di piazza Aristotele, tutti, insieme ai docenti e a Marco il nostro accompagnatore. E’ questa del resto la nostra ultima notte insieme.
La sveglia dell’ultima giornata suona come al solito troppo presto. Ci si alza già un po’ strani: sappiamo che non ci sarà una nuova sveglia greca domani.
Eleonora illsutra la chiesa di San Nicola
Sembrava ieri che eravamo lì tutti imparanoiati per comporre la valigia di soli 10 kg ed ora invece il tempo sta per scadere, ,-3,-2,-1… oggi conteremo le ore, sperando che magicamente durino più di 60 minuti.
La prima parte della giornata la passiamo con Teodora, una simpatica guida residente in città. Visitiamo le chiese principali, il complesso galeriano, i mercati coperti, come quello di Modiano. In cuor nostro però non aspettiamo altro che di avere del tempo libero, per vivere in modo memorabile gli ultimi momenti di questa intensa settimana.

Dopo aver pranzato con una tipica pita gyros, il kebab alla greca, decidiamo di fare un’esperienza turistica prendendo un battello che con una breve navigazione porta a vedere la città dal mare.
È stato forse questo il momento più gioioso del viaggio, nel momento in cui abbiamo creato una vera e propria festa ballando sulla nave. Guardavo negli occhi di tutti i miei compagni e vedevo in loro della felicità genuina, di quelle che raramente si riescono a percepire: quando tutti si è collegati sulla stessa lunghezza d’onda il risultato è memorabile.
L’aria tra i capelli, il sole che ti sfiora senza essere troppo invasivo, la musica come colonna sonora delle nostre sensazioni e tanta voglia di non voler abbandonare questo luogo.
Le lancette però viaggiano ancora più forte quando si sta bene e ci ritroviamo quindi a correre verso il nostro hotel per andare a cena, recuperare i bagagli e spostarci verso l’aeroporto.
Cena alla medesima taverna della sera prima, per fare la nostra ultima cena insieme. L’ultimo pranzo greco è stato un classico souvlaki, un bello spiedone di pollo, accompagnato da del saganaki, formaggio tipo feta impanato.

Grecia e Bulgaria hanno saputo come farci affezionare, con i loro sapori, le loro persone, i luoghi incantevoli. Ora ci sentiamo anche noi una piccola parte di questo itinerario, come se tramite i passi percorsi fossimo riusciti a lasciare il segno. Per andare in aeroporto ci accalchiamo su un bus del trasporto pubblico, guardando fuori dai finestrini, mentre la notte cala sulla città, riflettiamo un po’ silenziosi: sono questi i momenti in cui si realizza cosa sta succedendo, cosa abbiamo vissuto. Capiamo che a breve saremo su un aereo che ci rispedirà a casa. E’ una bella sensazione: ogni attimo fino all’ultimo è stato vissuto da tutti con una grande consapevolezza di aver passato giorni fantastici che sono riusciti a mescolare epoche storiche differenti, panorami unici dai mari ai monti, dalle città ai villaggi, da uno stato d’animo all’altro.
Grazie Bulgaria e Grecia, vi saremo sempre riconoscenti.