Il Tunnel urbano di Monza compie 10 anni di attività tra “gioie e dolori”

3 aprile 2023 | 10:57
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Il Tunnel urbano di Monza compie 10 anni di attività tra “gioie e dolori”
Tunnel Viale Lombardia a Monza

Nel ricordare con soddisfazione questo anniversario, l’Associazione HQMonza, in quanto capofila delle cinque che hanno proposto la galleria, fa un bilancio della realizzazione, non senza dimenticare alcuni problemi esistenti.

Dieci anni fa, il 3 aprile 2013, veniva inaugurata e aperta al transito la galleria urbana di Monza della SS36, un chilometro e 805 metri, una delle due più lunghe d’Europa sotto una città (l’altra è a Madrid). Da allora ad oggi sono transitati nel tunnel, invece che in mezzo alle case, almeno 200 milioni di veicoli (il 30% camion). Nel ricordare con soddisfazione questo anniversario, l’Associazione HQMonza, in quanto capofila delle cinque che hanno proposto la galleria, fa un bilancio della realizzazione, non senza dimenticare alcuni problemi esistenti.

I numeri di un tunnel da record

Il tunnel urbano di Monza ha tre corsie per senso di marcia, più piazzole di emergenza, in due canne distinte tra loro accessibili per le emergenze grazie a due bypass con paratie mobili. Ogni canna è larga 14 metri330mila metricubi totali di calcestruzzo, rampe di accesso escluse. 28mila tonnellate di acciaio per le armature e 9mila travi in cemento armato. 8mila viaggi notturni di autoarticolati per portare via la terra scavata. Due centrali di ventilazione, filtraggio e disinquinamento dell’aria. Tredici uscite di sicurezza con sistemi antifuoco all’avanguardia. Ventidue sensori che rilevano diversi parametri del traffico, capaci anche di identificare i trasporti pericolosi e pre-attivare l’impianto antincendio a tre livelli. 2.700 tra alberi e cespugli piantati sopra il tunnel. 7km di impianto irrigazione in superficie, con 6 centrali e 1.500 irrigatori.

Per l’Associazione Hq Monza ci sono ancora alcune criticità (dentro il tunnel). “Filtraggio dell’aria da aumentare. L’impianto di disinquinamento viene a nostro avviso gestito da Anas in modo troppo “parsimonioso”. Entra in funzione solamente in caso di accatastamenti o code intense, mentre sarebbe utile e opportuno sempre nelle ore di punta. La galleria va lavata più spesso: in dieci anni ci risulta sia stato fatto solo due volte. E’ importante perchè le pareti, trattate con vernici al biossido di titanio, trattengono PM10 e PM5 con efficienza soltanto se pulite con regolarità” spiega il gruppo di cittadini.

Sicurezza da rafforzare – “E’ aumentato negli anni il numero degli automobilisti che hanno preso “troppa confidenza” con il tunnel. Si registrano spesso velocità elevate rispetto al limite di sicurezza di 90 kmh. Per fortuna, gli incidenti sono stati in questi anni pochi e non gravi, ma il rischio – in una galleria – richiede sempre massima prudenza. Rinnoviamo ad Anas la richiesta di far omologare i rilevatori di velocità che già esistono nella galleria, mettendoli poi a disposizione della Polstrada in funzione di veri e propri Autovelox. Inoltre, una galleria di questo tipo richiederebbe una esercitazione di emergenza ogni anno. Al momento ci risulta che, in 10 anni, ne sia stata fatta una soltanto”.

Ma i problemi riguarderebbero anche il sopra (viale Lombardia). “Se l’ingorgo perenne è ormai dimenticato, nelle ore di punta il traffico sul viale Lombardia è tornato presto ad essere notevole, con qualche coda. A seguito di rilevazioni e interviste da noi effettuate negli scorsi anni, abbiamo capito che buona parte del traffico di superficie è composto da veicoli che evitano il casello a pagamento della A52 Tangenziale Nord, uscendo a Sesto Vulcano, passando quindi in città nelle vie Campania, Lombardia e Taccona, per poi reimmettersi nella A52 allo svincolo di Cinisello/Muggiò. Questo in direzione Rho, ma accade anche viceversa. Da anni, per questa ragione e per diverse altre, chiediamo la soppressione di quel casello sulla A52” specifica Isabella Tavazzi, portavoce del Comitato.

“Abbiamo anche rilevato che, nella direzione da Cinisello verso Nord, ci sono molti automobilisti diretti a Villa Reale-Carate che restano in superficie e non usano il tunnel con la apposita uscita sotterranea verso il rondò dei pini. Questo comportamento è francamente incomprensibile, però esiste e quindi andrebbe analizzato dagli enti pubblici competenti per trovare soluzioni. Poiché periodicamente, specie sui social, si torna a parlare della possibilità di sostituire i semafori con rotonde, vorremmo ricordare che la scelta venne fatta a suo tempo da Anas e Comune a ragion veduta. Più di una simulazione eseguita, oltre all’esperienza, ha indicato che le rotonde non migliorerebbero la situazione nelle ore di punta, ma anzi la peggiorerebbero notevolmente, rendendo un incubo uscire da Monza verso Milano o attraversare il viale”.

Il verde

La condizione del verde in superficie è allarmante, tale da compromettere i risultati di un progetto che, ricordiamo, è stato steso dall’architetto paesaggista Kipar e realizzato da una azienda specializzata che è la stessa che cura i giardini della Reggia di Caserta e importanti parchi a Roma. Ci sono alberi e cespugli morti che non vengono sostituiti, i bellissimi ciliegi sono privi delle necessarie potature, molte piante risultano danneggiate alla base da un uso incauto dei tagliaerba a filo, alcuni tronchi secchi non rimossi sono in marcitura e attaccati da funghi. Non solo. I marciapiedi sono pieni di erbe infestanti, le aiole evidenziano cartacce e piccoli rifiuti, sintomo di una scarsa pulizia prima o dopo la tosatura dell’erba. Inoltre, nei mesi estivi continua a restare inutilizzato o sotto utilizzato il sistema fisso di irrigazione”

Retroscena della lunga battaglia per il tunnel

L’Associazione HQMonza svela poi alcuni retroscena, ovvero degli episodi che hanno contribuito a fare la storia di questa importante opera chiesta e ottenuta con una iniziativa popolare.

“La prima volta che, in una nostra riunione, si parlò dell’ipotesi di una galleria urbana per la SS36 a Monza fu nel novembre 1996. L’idea uscì quasi per caso, senza troppo peso, ma subito si capì che era un’idea risolutiva. Prima di essere trasferito ad Anas, il tratto di strada per il quale chiedevamo una galleria urbana era gestito dalla Provincia di Milano. Dopo il primo anno di battaglie e di proteste, l’allora consigliere comunale Roberto Scanagatti ci combinò una cena riservata con l’assessore provinciale alla viabilità Ignazio Ravasi. Convinto dalle nostre idee, Ravasi promise la realizzazione di un progetto di tunnel, cosa che avvenne. Quello fu il primo documento ufficiale sul quale è stato poi sviluppato tutto il resto. Il sindaco di Monza, Roberto Colombo, è stato un altro sostenitore “storico” del tunnel e suo è il merito di avere convinto il Ministero delle Infrastrutture e la Regione Lombardia a trasferire la competenza della strada ad Anas, garantendo finanziamenti adeguati per la realizzazione dell’opera, costata 90 milioni di euro su 330 totali di investimento tra Monza e Cinisello Balsamo”.

“In diciassette anni di battaglia per il tunnel, la nostra Associazione – insieme ai cinque Comitati per la Galleria – ha presentato 187 tra esposti e istanze a vari enti come Regione, Provincia, Comune, Commissione Europea, Ministero dei Lavori Pubblici, Ministero Infrastrutture, Corte dei Conti, Procura della Repubblica, Sovrintendenza ai Beni Storici e Ambientali, Prefettura, Provveditorato Opere Pubbliche Lombardia. Esistono ancora, a casa di alcuni associati, bottiglie che sono state chiuse e sigillate sul viale Lombardia nel giugno 1998. Sono bottiglie di smog della SS36, quello smog che il tunnel – con il suo impianto di disinquinamento – ha ridotto in superficie di oltre l’80 per cento.”