Monza, Zona 30 km/h a Triante: la proposta della Fiab piace al Comune

6 aprile 2023 | 07:00
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Monza, Zona 30 km/h a Triante: la proposta della Fiab piace al Comune

L’associazione cicloambientalista ha presentato una proposta per aumentare la sicurezza sulle strade. La risposta dell’assessora Turato è positiva, ma ci sono una serie di valutazioni tecniche da fare.

Monza. Dal 2018 al 2020 8400 morti. Non è un bollettino di guerra, ma ci assomiglia molto. Sono le persone che, secondo i dati della Commissione europea recentemente ricordati da Fiab MonzainBici, hanno perso la vita in Italia sulle strade cittadine. Il 36% degli oltre 8mila caduti in questione erano pedoni, il 13,3% ciclisti e il 18,5% motociclisti.

Per l’associazione cicloambientalista, che ha ormai 20 anni di attività alle spalle e circa 300 soci, ci sono solo tre modi per abbattere in maniera considerevole questi impressionanti numeri: aumentare la sicurezza delle strade, puntare sulla mobilità dolce e ridurre la velocità delle automobili e dei mezzi a motore.

“Nel mese di dicembre del 2022 abbiamo presentato una prima proposta all’amministrazione comunale di Monza che è stata oggetto di discussione sia con l’assessora all’Ambiente e alla Mobilità Giada Turato sia nell’assemblea della Consulta di Triante – scrive Fiab MonzainBici – la proposta prevede una zona 30 nell’area compresa tra Viale Lombardia, Via Manara, Via San Gottardo, C.so Milano, Via Borgazzi, Via Campania e coinvolge i quartieri di Triante, San Giuseppe e San Carlo, San Biagio“.

Le foto della prima seduta del Consiglio Comunale di MonzaGiada Turato

GLI SVILUPPI

La proposta dell’associazione ambientalista è stata approfondita negli ultimi mesi. Ed ora è tra le priorità del Comune di Monza sul tema della viabilità. Tanto che la zona 30 di Triante potrebbe arrivare perfino prima dell’approvazione definitiva del Pums (Piano urbano mobilità sostenibile).

“Abbiamo chiesto alla società che sta redigendo il documento di valutare gli aspetti tecnici specifici di una zona 30 a Triante – annuncia Turato – se non emergeranno controindicazioni, potrebbe anche arrivare prima del via libera definitivo in Consiglio comunale del Pums, che potrebbe esserci, dopo una prima bozza e una fase di partecipazione con i cittadini, fra un anno e mezzo circa”.

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L’area in cui dovrebbe sorgere la zona 30, secondo le intenzioni della Fiab e della Consulta di quartiere, è quella compresa tra Via Cavallotti, Via Lombardia, Via Montelungo, Via Adigrat e il canale Villoresi. “Gli interventi prevedono rialzi dell’asfalto, parcheggi a spina di pesce alternati in modo da creare delle chicanes, riduzione delle carreggiate, cuscini berlinesi (un particolare tipo di dosso stradale, solitamente di forma quadrata, che non si estende a tutta la larghezza della carreggiata, Ndr)” specifica l’associazione.

“La zona30 avrà una segnaletica dedicata all’entrata per segnalare ai veicoli in entrata che si troveranno in una zona a velocità ridotta – continua –  nella zona indicata si potrebbe anche pensare a riservare i parcheggi ai residenti, come avviene nel comune di Milano e la seconda auto dovrebbe pagare il parcheggio”.

LE PROSPETTIVE

L’orizzonte di Fiab MonzainBici non si ferma, ovviamente, a Triante. Ma guarda all’intero territorio del capoluogo della Brianza. “Auspichiamo una città interamente a 30 km/h, salvo per le strade a grande scorrimento che possono rimanere a 50 km/h, dove comunque si potrebbero realizzare corsie ciclabili con una linea bianca tratteggiata, uno spazio condiviso tra ciclisti e veicoli, ma in cui i ciclisti hanno la precedenza” affermano.

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“Osserviamo ormai in numerose città, sia in Europa che in Italia, l’applicazione di questi interventi – continuano i membri dell’associazione cicloambientalista – non sono previsti contro qualcuno o contro certi tipi di veicoli, come si potrebbe pensare, ma a favore di tutti i cittadini, che siano pedoni o ciclisti o automobilisti, per garantire l’incolumità di tutti“.

I LIMITI

Sulla possibilità di allargare le zone 30 km/h praticamente a tutta Monza, l’assessora comunale all’ambiente e alla mobilità più che porre dei paletti, ricorda alcuni limiti normativi. “La zona 30 è un tema caldo a cui è sensibile la cittadinanza di ogni quartiere della nostra città, ma devono essere fatte una serie di valutazioni tecniche specifiche e rispettate determinate caratteristiche” afferma Turato.

“Questo non significa che non possano essere messi in campo ovunque, in ogni caso, strumenti per mettere in sicurezza le strade di Monza – continua – ecco perché, come Comune, abbiamo fatto richiesto al Ministero di poter usare i cuscini berlinesi, anche se sono ancora sperimentali”.

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Prospettive più immediate, rispetto alle zone 30, sembrano avere, invece, le cosiddette aree 30. “Si tratta di interventi limitati a vie, non zone quindi, nelle quali la velocità è ridotta a 30 km/h vista la prossimità ad attrattori di utenza quali scuole, impianti sportivi e parchi giochi – specifica Turato – a medio termine ci sarà un’area 30 nel quartiere di Sant’Albino dove installeremo dossi e altri strumenti per limitare la velocità automobilistica”.

L’IDEA

Un altro dei cavalli di battaglia di Fiab MonzainBici sul fronte della mobilità dolce è quella di chiudere le strade adiacenti ai plessi scolastici, tendenzialmente mezz’ora all’entrata e mezz’ora all’uscita dei bambini, per ridurre l’inquinamento atmosferico ed aumentare la sicurezza.

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Per restare al quartiere Triante, l’associazione cicloambientalista già in epoca pre-Covid ha cominciato a parlare di due strade scolastiche, una in via Pisani presso la scuola Tacoli e l’altra in via Monte Bisbino presso la scuola Don Milani.

“Anche questo è un focus della nostra amministrazione – spiega l’assessora Turato – la fase di partecipazione e consultazione con cittadini, associazioni e dirigenti scolastici è, però, fondamentale perché prima di compiere un intervento di questo tipo è necessario raccordarsi”.