Scuola Politica Alisei, la Cina secondo Pieranni: “Impariamo a conoscerla al di là dei luoghi comuni”

Il giornalista e podcaster di Chora Media, esperto di Oriente, racconta il gigante asiatico ai ragazzi del corso. Un percorso che si snoda dall’arretratezza della metà del Novecento fino al boom che l’ha portata a diventare una superpotenza economica, politica e tecnologica
Dal “secolo delle umiliazioni” allo status di superpotenza, da Paese tra i più arretrati al mondo a gigante tecnologico, il tutto in pochi decenni. Il percorso della Cina, radicale e sbalorditivo per rapidità e profondità delle sue trasformazioni, non privo di contraddizioni, è stato protagonista del terzo incontro della Scuola di Formazione Politica che l’associazione Alisei organizza in collaborazione con Cgil Monza e Brianza. A far da Cicerone ai ragazzi del corso in questa materia ancora troppo oscura Simone Pieranni, giornalista tra i maggiori esperti di Cina – e Asia in generale – in Italia.
“Perché fatichiamo a capire la Cina?”, ci si è chiesto durante la lezione. “Abbiamo ancora una visione molto eurocentrica”, ha spiegato Pieranni, è ancora radicata in Occidente l’idea che “siamo stati noi a portare sviluppo e progresso” in quello che fu il Celeste Impero, “che noi occidentali abbiamo sistemi politici migliori”. Secondo il giornalista “viviamo ancora una serie di luoghi comuni” sulla Cina, che ci impediscono di comprenderla fino in fondo. E il racconto di Pieranni, che si snoda nel corso di un paio d’ore densissime dalla fine dell’età imperiale alla guerra civile che ha portato alla nascita della Repubblica Popolare Cinese con la vittoria, passando per la fondamentale epoca di Mao Zedong fino all’apertura degli anni ‘80 e al boom successivo, di luoghi comuni ne sfata tanti: l’esistenza di una dialettica tra popolazione e partito, per esempio, che esiste e si manifesta anche se spesso non ne arriva notizia in Occidente, ma anche il convincimento che la Cina con la sua enorme crescita vuole porsi come nuova guida in un mondo unipolare, mentre in realtà la sua linea è che sia finita l’epoca della guida americana e occorre creare un consesso internazionale che prenda atto del fatto che ci troviamo ora in un mondo multipolare.
A stupire, ha raccontato Pieranni alla platea dei ragazzi del corso, è il percorso che ha portato la Cina dall’avere il 90% di analfabetismo e una vita media di poco più di 30 anni, allo status attuale di superpotenza economica, con in mezzo il sollevamento dalla povertà di mezzo miliardo di persone. Un boom cominciato dalle politiche di riforme e aperture di Deng Xiaoping, con la Cina diventata “fabbrica del mondo” e poi tra gli attori più avanzati in fatto di tecnologia e sviluppo scientifico. Con una serie di contraddizioni: le contestazioni del 1989 soffocate nel sangue, le difficili condizioni dei lavoratori nel periodo del grande sviluppo, l’autoritarismo interno e una maggiore chiusura e le spinte più nazionaliste con il mandato di Xi Jinping.
A proposito di contesto internazionale, impossibile non dedicare una parte della lezione alla guerra tra Russia e Ucraina, e sul ruolo svolto dalla Cina fino a questo momento. Il Paese guidato da Xi Jinping non si sta ponendo come mediatore, ha spiegato Pieranni, per il semplice fatto che “il conflitto è percepito dalla leadership cinese come una guerra europea, che non la riguarda direttamente”. La preoccupazione della Cina, piuttosto, è vedere una Russia troppo indebolita che non avrebbe più quel ruolo di partner commerciale che per Pechino è fondamentale. Anche nell’ottica della cosiddetta “rotta artica” della Via della Seta, che con lo scioglimento dei ghiacci nei mesi estivi, permetterebbe alle merci cinesi di arrivare nei porti europei passando per la Siberia e l’Oceano Artico. “L’interesse della Cina è quindi avere una Russia stabile, con Vladimir Putin ancora al comando anche se indebolito”, ha concluso Pieranni.
Le ragazze e i ragazzi di Alisei arrivano alla fine della lezione di Pieranni con le idee un poco più chiare su questo gigante fatto di contrasti e contraddizioni interne, spesso indecifrabile per noi occidentali nel suo oscillare tra tradizioni e spinta propulsiva verso il futuro, ma che è indispensabile cercare di comprendere nell’ottica di un futuro in cui il colosso cinese assumerà un ruolo sempre più di primo piano.