“Smarriti in una selva luminosa”, la personale di Afran in villa Tittoni a Desio

Il giovane artista camerunense, che è stato ospite alla Biennale d’Arte di Venezia, espone le sue opere al Museo Scalvini presso villa Tittoni di Desio. Una mostra dal forte impatto, che rappresenta le grandi contraddizioni del nostro tempo.
“Lasciate ogni superficialità voi che entrate”: è il monito che accoglie i visitatori della mostra dell’artista Afran, allestita al Museo Scalvini, presso villa Tittoni a Desio. In esposizione, fino al 30 aprile, una serie di dipinti, sculture e installazioni realizzate dall’ artista camerunense, che lo scorso anno ha rappresentato il suo Paese d’origine alla Biennale d’Arte di Venezia. “Smarriti in una selva luminosa” è il titolo della mostra che ha un grande impatto sui visitatori. Afran è giovane talento capace di attirare molte persone, come si è visto all’inaugurazione di sabato scorso in Villa Tittoni. Sala strapiena di gente e tanto entusiasmo intorno all’artista, presente all’evento voluto e curato da Cristiano Plicato, col patrocinio del comune di Desio. “Il mio intento è di raccontare le contraddizioni del nostro tempo”, afferma Afran. “Di fatto, il nostro mondo non è più scuro come quello medievale di Dante, il nostro è meraviglioso, tecnologico, iperconnesso; un mondo che ha potuto imparare dalle grandi guerre, che ha abbattuto il muro di Berlino, ma paradossalmente ci ritroviamo nel 2023 a scavare trincee nella maniera più rudimentale mentre contemporaneamente controlliamo le posizioni avversarie con dei droni”.
Il Dante di Afran
La mostra, a cura di Cristiano Plicato, è realizzata in collaborazione con MA-EC Gallery, che da anni segue il percorso artistico di Afran. Altre sedi prestigiose hanno ospitato le sue creazioni, dalla Biennale di Venezia alla Triennale di Milano, allo Spielzeug Museum di Basilea. Colpiscono, su tutti, i grandi busti realizzati con la stoffa Denim, tra cui quello di Dante.
“Nel 2023 Dante conserva il profilo segaligno e volitivo, perde il rosso e trova il blu, blu di Genova, sotto le mani plastiche di Afran. E diventa tutt’uno con quella laurea tanto agognata, Dafnokomos, coronato d’alloro – scrive Stefano Motta, scrittore desiano e amico di Afran – E’ nudo il Dante di Denim di Afran: pelle e cappello della stessa materia, naso e mantello, bocca e corona, occhi e bottoni. Anche la corona non è più un orpello ma un’identità. Perchè la poesia è un’urgenza incontenibile che non ha bisogno di premi, cambia il mondo, trasfigura la carne in una metamorfosi apollinea, cioè divina”
Le grandi contraddizioni del nostro tempo
“La ricerca di Afran – scrive la critica d’arte Simona Bartolena – si concentra sulle grandi contraddizioni di questo nostro tempo, sulle questioni identitarie che caratterizzano la società contemporanea e sull’insopportabile dilagare della necessità di apparire, che vede nell’esteriorità l’unico idolo. Va proprio in questa direzione la scelta della stoffa – del Denim in particolare, tessuto dal notevole valore simbolico, democratico e modernamente novecentesco –, per Afran una sorta di grado zero, un materiale nel quale ciascuno può plasmare la propria identità, costruendosi la propria immagine esteriore. Il messaggio corre di opera in opera, affidandosi a mezzi espressivi differenti. Non c’è la tentazione dell’autocelebrazione nei suoi lavori, piuttosto un’immediatezza e un’onestà a tratti disarmante. E dunque ecco il gioco, le sovrapposizioni, le contaminazioni culturali, le strizzatine d’occhio al pop, i riferimenti alla tradizione occidentale e alle radici africane, in un efficace crogiuolo che riflette la complessità del nostro tempo,imponendoci riflessioni tutt’altro che banali“.
I pacchi di Amazon e i funghi allucinogeni
“Pacchi Amazon che diventano cavalli di troia da accogliere in casa propria o vitelli d’oro da idolatrare, funghi allucinogeni coperti dai loghi delle più note piattaforme social, maschere tribali composte dalle medesime icone, statue classiche deturpate da un tentativo di decorazione “finito male”, sculture sacre coperte di elegantissimi pattern floreali… In un caleidoscopio di colori e materiali, Afran ci proietta in un mondo affascinante e attraente, che custodisce dietro alla sua piacevolezza un messaggio molto prezioso. Un messaggio su cui è bene riflettere.”
Smarriti in una selva luminosa. Mostra personale di Afran
A cura di Cristiano Plicato. Testo critico di Simona Bartolena
Sede: Museo Giuseppe Scalvini, Villa Tittoni, Via Lampugnani 62, Desio
Date: dal 1 al 30 aprile 2023 – da giovedì a domenica ore 10.30-12.30 e 15.30-18.00
Domenica 9 aprile Santa Pasqua la mostra rimane chiusa.